ho letto ed approvo l'articolo del prof Ugo Volli di oggi dal titolo Musica degenerata, che pero' mi suggerisce una probabile scena piena d'imbarazzo da parte ebraica. Supponiamo che l'esimio don Carmelo Semeraro, tanto simpatico, venga invitato ad una cena di sabato o anche d'un altro giorno della settimana da amici ebrei osservanti. In segno di omaggio don Carmelo Semeraro, buon intenditore di vini, decide di portare con se' una bottiglia di vin pregiato, conservato nella sua curia, da bersi durante la cena. Non credo di dover spiegare al prof Volli l'imbarazzo e l'eventuale sotterfugio del padrone di casa al momento di benedire questo vino prima del pasto, in presenza del suddetto sacerdote che lo fissa estasiato poiche' e' lo stesso vino che alla messa quotidiana lui stesso ha consacrato nella propria cappella alla Santa Trinita'. Vino senza orla' ne' shemita', prodotto nello stesso campo dove duemila anni orsono i romani lo producevano in vista delle orge in onore della dea della fecondita'. Ma che farci? Don Carmelo Semerano e' un goi e certe cose ebraiche le ignora le.
Ossequi
Emilio De Joannes
Risponde Ugo Volli:
Caro signor De Joannes,
il suo paragone è acuto ma inesatto. Se don Carmelo volesse per la messa solo vino prodotto e controllato da cristiani dallo specchiato comportamento, non avrei nulla da dire. Gli ebrei ortodossi non bevono vino che non sia stato manipolato che da ebrei osservanti dei precetti, per timore, come accenna lei, che possa essere stato consacrato a una divinità idolatrica.
Il fatto è che lui non vuole una musica composta specificamente da ebrei. E questo mi sembra tradire non una volontà di difendere la propria osservanza religiosa, che rispetterei, ma l'odio per una specifica religione.
Trovo grottesco poi che questa discriminazione si estenda a un bene immateriale e culturale come la musica, e che inoltre non riguardi il suo compositore (Gounod o Bach che sia), ma l'editore.
Gli ebrei ortodossi del suo esempio non avrebbero nulla in contrario a che la bottiglia di vino fosse stata comprata in un negozio gestito da un protestante o da un sunnita. Provi a pensare se l'indice dei libri proibiti, che è un'invenzione della Chiesa, se non sbaglio, avesse a che fare non con il contenuto di un libro, ma col suo editore.
Se ci fosse un manuale di geometria pubblicato dall'editore Giuntina (proprietà della famiglia ebraica Vogelman), le sembrerebbe logico che le Orsoline proibissero di usarla nella loro scuola? Andando avanti così, si arriva al boicottaggio generale.
Le presento inoltre un'ultima riflessione: una cosa sono le pratiche di resistenza di una minoranza isolata, che ha bisogno di marcare la propria identità, anche con la garanzia sulle proprie regole alimentari (e dunque poer esempio stabilisce marchi di kashrut per essere sicuri che il cibo sia confezionato secondo le regole), altre sono pratiche apparentemente analoghe che discriminano contro una minoranza e per esempio stabilissero che un certo prodotto è judenrein o non è stato toccato, chessò, dai sikh.
cordialmente,
Ugo Volli