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Ugo Volli
Cartoline
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L'Iran va fermato, adesso 16/08/2012

Come ogni anno, il 16 agosto,in Italia non escono i giornali. Pubblichiamo l'analisi di Ugo Volli, in una cartolina dedicata alla minaccia più grave che gli stati democratici dovranno affrontare nell'immediato futuro: l'arma nucleare iraniana.

L'Iran va fermato, adesso

A destra, la soluzione finale secondo Ahmadinejad

Cari amici,

nel mezzo delle vacanze di agosto, sotto l'ombrellone o fra i pascoli alpini, mentre neanche le Olimpiadi turbano più la sonnolenza estiva, vi devo chiedere di pensare alla guerra. Perché il Medio Oriente va ormai verso la guerra, in parte ci è già dentro, e noi dobbiamo essere in grado di spiegare quel che rischia di accadere, prima di tutto a noi stessi e poi agli altri. Le turbolenze sono tante, la Siria dove non si capisce bene quali siano esattamente le forze in gioco, il Libano contagiato dal conflitto siriano, lo Yemen dove le stragi continuano, l'Egitto dove è in corso una nuova prova di forza fra islamici e militari e sembra che prevalgano i primi che sono i più pericolosi per la loro ideologia antisemita e bellicista. Ma il punto di tensione massima è l'Iran.

Si legge sui giornali che Israele potrebbe attaccare l'Iran prima delle elezioni americane, cioè nei prossimi due mesi. Per quel che capisco io la possibilità c'è, ma è scorretta la sua definizione: Israele non attaccherà l'Iran, si difenderà dalle sue minacce. Lo stato ebraico non ha confini in comune con l'Iran, non ha pretese sulle sue risorse o sui suoi territori, ovviamente non può avere ambizioni speciali sul petrolio del Golfo, che non può pensare di controllare. E' semplicemente ridicolo pensare che Israele possa pensare di eliminare l'Iran: 80 milioni di abitanti contro 7, 1 milione 650 mila chilometri quadrati contro 22 mila. Non ha nemmeno particolari intenzioni di rovesciare il regime degli ayatollah o di promuovere nella società persiana il rispetto dei diritti umani che vi manca: uno Stato piccolo, ghettizzato e circondato da nemici come Israele ha da sempre dovuto rinunciare a ogni illusione di migliorare i regimi dittatoriali che l'accerchiano. La sua regola - con l'Egitto, la Siria, l'Arabia Saudita e anche con l'Iran - è sempre stata quella delle non aggressione, del chiedere agli altri solo di essere lasciata in pace a risolvere i suoi problemi - incluso naturalmente quello con i palestinesi. L'Iran al contrario dichiara a ogni piè sospinto di voler distruggere Israele, spazzarlo via dalla carta geografica  e così via, arma e finanzia i terroristi di Hezbollah e di Hamas che hanno come scopo istituzionale la distruzione dello stato di Israele e ogni giorno bombardano, rapiscono, compiono attentati, mandano terroristi per rendere la vitra impossibile agli “ebrei”.

Soprattutto c'è la questione della bomba atomica. Israele non ha mai negato né confermato, ma si crede che abbia armi nucleari da circa 50 anni. E ha aerei, missili, sottomarini per mandarle a destinazione, se dovesse farlo. Il punto è che in questi cinquant'anni ci sono state parecchie guerre, situazioni di estremo pericolo come i bombardamenti di Saddam Hussein con armi chimiche e Israele non solo non ha mai usato questi strumenti terribili, ma non ha mai minacciato di farlo. Sono, per così dire, un'assicurazione sulla vita, una extrema ratio. Circondato da nemici in numero e con mezzi preponderanti, Israele è riuscito anche grazie all'ombra dell'atomica, ma soprattutto grazie all'efficienza del suo esercito  a evitare di essere attaccato. L'assenza di grandi guerre in Medio Oriente dopo il '67 è dovuta proprio a questo, alla credibilità della difesa israeliana e al carattere pacifico e non  aggressivo della sua strategia.

Ora l'Iran è alla vigilia della fabbricazione delle sue prime armi atomiche. La sua strategia è aggressiva e distruttiva, la sua volontà di distruggere Israele è chiarissima. Se avesse anche due o tre bombe atomiche e il modo di farle arrivare su Israele, sarebbe in grado di  distruggere il paese. Se un'atomica cadesse fra Tel Aviv e l'aeroporto, con un raggio di distruzione di una dozzina di chilometri, buona parte della popolazione e delle strutture economiche di Israele non ci sarebbero più.   Si dice che la dissuasione reciproca è stato lo strumento della non-guerra fra Usa e Urss fra gli anni Cinquante e gli Ottanta, e che qualcosa del genere potrebbe accadere fra Israele e Iran. Ma qualcosa del genere c'è già, il maggior potere militare israeliano controbilancia una differenza abissale di popolazione (7 milioni contro 300, se si contano solo gli arabi, che si raddoppiano includendo nemici islamici non arabi come l'Iran e la Turchia). Inoltre americani e sovietici non erano fanatici religiosi, non avevano come scopo esplicito la distruzione dell'altro, i loro territori e popolazioni sono grandissimi, il che toglie efficacia all'arma nucleare. L'Iran potrebbe semplicemente attaccare Israele con le sue bombe, o potrebbe tenerle di riserva e attaccare in tutti gli altri modi possibili, salvaguardandosi da una reazione con la minaccia delle atomiche. Potrebbe attaccare non solo Israele ma anche i suoi nemici sunniti, gli Usa, la Russia, l'Europa: tecnicamente ha i missili per arrivarci e politicamente è chiaro che intende porsi come il centro della rivoluzione islamica mondiale, che vuole arrivare dappertutto, come prescrive il Corano.

Insomma, vanno fermati. E questi mesi sono probabilmente l'ultimo momento utile per farlo. E' possibile che Israele decida di farlo, anche se non possiamo dirlo, perché ci sono molte informazioni militari che non sono disponibili al pubblico. Non sappiamo se le armi israeliane potranno bastare, non sappiamo quale sarà l'atteggiamento dell'America o dell'Arabia Saudita, che controlla molte delle rotte aeree verso l'Iran. Se accadesse, Israele avrebbe tutto il diritto di farlo. In un mondo senza la protezione della polizia, non fermereste voi qualcuno che vi vuole uccidere e che sta andando all'armeria per procurarsi la pistola con cui farvi fuori? Molti parlano dei rischi di un conflitto regionale, ed è possibile che ci sia dopo un bombardamento israeliano; ma senza un bombardamento israeliano, dopo che l'Iran avrà l'atomica, il conflitto sarebbe sicuro e molto più duro per tutti.

E' possibile dunque che Israele nei prossimi due mesi decida che è arrivato il momento di doversi difendere. Sarà un tempo molto difficile, di trepidazioni e di polemiche. Possiamo già dire chi da noi si schiererà coi nazisti iraniani: ultrasinistri e neofascisti, “pacifisti” e una certa parte del mondo cattolico, la grande stampa e gli “uomini di buona volontà”. Bisognerà spiegare, far capire, evitare che il riflesso pacifista diventi di nuovo odio per Israele e gli ebrei. Non sarà facile , ma è necessario essere preparati.

Ugo Volli


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