Un documento di al Qaeda rivela perchè non ci sono stati attentati alle Olimpiadi di Londra commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 14 agosto 2012 Pagina: 2 Autore: Pio Pompa Titolo: «L’ordine segreto dei jihadisti: Non attaccare le Olimpiadi di Londra»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 14/08/2012, a pag. 2, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "L’ordine segreto dei jihadisti: Non attaccare le Olimpiadi di Londra".
Pio Pompa Londra 2012
Londra 2005
I Giochi di Londra sono finiti e, con essi, il grave timore di attentati che ne potessero segnare drammaticamente la storia. L’allerta, però, rimane inalterata: “Alla soddisfazione, per un così positivo risultato, è immediatamente subentrata la consapevolezza che qualcosa di irreparabile stia accadendo sul fronte della guerra al terrorismo”, confida al Foglio una fonte mediorientale di intelligence. “Siamo riusciti a intercettare un documento, fatto circolare con la massima segretezza dai vertici dei vari gruppi jihadisti schierati contro il regime di Bashar el Assad, in cui viene categoricamente vietata ogni operazione terroristica diretta contro i paesi che stanno finanziando e armando i ribelli siriani”. Ciò sulla scorta di una scelta, tattica e strategica, volta a impedire che l’offensiva islamista, originatasi con la primavera araba, possa essere interrotta da iniziative in grado di arrestarne il cammino risultato, sin qui, privo d’ostacoli. Colpire le Olimpiadi avrebbe definitivamente spezzato una così insperata e favorevole congiuntura che vede l’occidente assistere, quasi inerme, alla prepotente e contestuale avanzata delle forze fondamentaliste. Non è un caso, dunque, che il documento contenga precisi riferimenti ai Giochi preannunciando immediate ritorsioni nei confronti dei gruppi jihadisti che avevano manifestato l’intenzione di sconvolgerne lo svolgimento con attentati suicidi. “ Tuttavia – continua la nostra fonte – gli aspetti più inquietanti espressi nel documento riguardano da un lato l’invito a mantenere indecifrabile sul suolo siriano la reale composizione dello schieramento qaidista, dall’altro i rapporti venutisi a stabilire tra jihadisti di lungo corso (quasi tutti provenienti dalla Libia e dall’Iraq) e agenti dei servizi segreti di diversi paesi, precedentemente conosciuti in quelle aree di crisi. Rapporti da cui i qaidisti starebbero traendo enormi vantaggi non solo in termini di forniture di mezzi e di armi ma, soprattutto, informativi. In tal modo, sarebbero in grado di assumere un ruolo cruciale negli attacchi ai gangli vitali del regime. Lasciare nelle mani dei jihadisti l’agenda della crisi siriana sarebbe un errore di incalcolabile portata”. Chissà cosa avranno pensato, gli estensori del documento, nell’apprendere la notizia diffusa sabato dalla Cnn, secondo cui il segretario di stato americano, Hillary Clinton, nel suo viaggio in Turchia, avrebbe chiesto ai rappresentanti dell’opposizione siriana chiarimenti su chi siano i ribelli che combattono il regime di Assad.
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