Riportiamo da LIBERO di oggi, 12/08/2012, a pag. 12, l'articolo di Carlo Panella dal titolo "Assad bombarda e Hillary preme per la «no fly zone»".
Carlo Panella Hillary Clinton Bashar al Assad
Aleppo è la nuova Guernica, ad onta dell'Occidente. È la nuova Guemica, la città spagnola bombardata e maciullata nel 1937 dalla Legione Condor inviata da Hitler in Spagna a combattere contro la Repubblica democratica: gli elicotteri, gli aerei e la IV divisione del macellaio Maher al Assad, fratello del Beshar, vi riversano la stessa ferocia disumana, ispirati dalla stessa ideologia (il Baath nacque proprio allora, ispirandosi al nazismo). È la nuova Guemica perché oggi, come allora, le democrazie non capiscono la battaglia che vi si sta combattendo e se la capiscono, fingono di ignorarne le conseguenze. È infine la nuova Guemica perché allora l'ignavia delle democrazie indebolì a morte i combattenti spagnoli democratici e liberali e lasciò spazio agli stalinisti, come oggi lascia spazio agli islamisti e persino ai terroristi (che però, ad oggi, nonostante il giusto allarme, sono solo 2-300 su decine di migliaia di combattenti e centinaia di migliaia di manifestanti).
MUNIZIONI CONTATE
Sono spaventose le notizie che giungono dalla culla della cultura della Siria, della città più bella del Crescente Fertile con più religioni, la più ricca Con le munizioni contate, i ribelli continuano a resistere nel quartieri di Shalaheddin (Saladino, che era un curdo, nacque in questa regione), bombardati dal cielo da elicotteri e aerei e contrastati nelle strade dalla pressione di 20.000 soldati lealisti, che però faticano ad avanzare. Una resistenza disperata (un centinaio di morti al giorno da settimane, ieri 75), che tende a ripiegare nei quartieri periferici di Sfiori, Saif al-Dawla, Bustan al Qasr, che pare destinata alla sconfitta e che però ha un senso preciso: permettere alla popolazione civile di evacuare la città per rifugiarsi in Turchia e in Libano. Quando e se sarà conquistata, Aleppo sarà una città morta, senza anima e Assad governerà sulle macerie, come già è accaduto a Hama, Homs, Deir Ezzor e altrove. Ma comunque, Assad governerà, perché nonostante le defezioni continue, nonostante ieri la battaglia sia infuriata anche nel centro di Damasco, nei pressi della Banca Centrale, in piazza Marjeh (sede del Ministero dell'Interno) e nelle arterie del centro, il quadro di comando dell'esercito e del Baath continua a tenere e a sviluppare una classica strategia nazista che probabilmente vedrà finire Assad e i suoi accoliti in un qualche bunker (sinora non hanno dato il minimo segno di accettare una qualisiasi trattativa).
OCCIDENTE DEFILATO
Questo per una ragione precisa: tanto forte e motivata è la determinazione dei rivoluzionari, altrettanto debole è il loro armamento: i resistenti di Aleppo sono costretti a contare i proiettili, non ne hanno. Un Occidente democratico e accorto, che si rendesse conto che proprio il suo mancato appoggio dà spazio e tempo alle infiltrazioni qaidiste per consolidarsi, darebbe ai rivoluzionari siriani quello di cui hanno bisogno: forniture darmi e munizioni attraverso i confini ormai porosi della Turchia e della Libia Ma così non è. Preso alla sprovvisto, Barack Obama che sino a ieri considerava Assad il baricentro di tutta la sua strategia di dialogo in Medio Oriente, non ha una strategia, si lascia frenare dal veto russo all'Onu (ma Clinton lo ignorò e intervenne in Kosovo nel 1998) e invia in Turchia Hillary Clinton (convinta, a rivoluzione iniziata, che Assad fosse un "riformista") a discutere di una futura No Fly Zone. Decisione che andava presa sei mesi fa, che se mai verrà adottata - e senza l'Onu - entrerà in vigore dopo settimane. Ennesimo esempio di confusione parolaia dell'Amministrazione Obama in Medio Oriente. E intanto Aleppo muore.
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