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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.08.2012 Crimini musulmani, multiculturalismo e Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 agosto 2012
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Crimini musulmani, multiculturalismo e Israele»

Crimini musulmani, multiculturalismo e Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana) 


Manfred Gerstenfeld

La convenzione sul genocidio è stata firmata dai paesi occidentali all’Onu nel 1948, una decisione motivata dalla volontà di prevenirne di futuri, di quello che è il più grande crimine esistente al mondo. Nel testo vi era incluso anche l’impegno di agire contro quegli stati che l’avessero messo in atto, pena la denuncia a un tribunale internazionale. Malgrado ciò, la classe politica europea, nel suo insieme, non ha reagito alle rinnovate minacce di distruzione di Israele da parte dei leader iraniani. Un obiettivo che può essere raggiunto solo con il genocidio del popolo d’Israele. La lezione da trarre è che molti politici europei non sono interessati a leggi internazionali quando possono essere richiamate in difesa di Israele. 

Va aggiunto che l’Unione Europea si rifiuta ancora una volta di dichiarare Hezbollah una organizzazione terrorista. Eppure la UE afferma di occuparsi, e molto, di diritti umani. Catherine Ashton, alto commissario per gli affari esteri della UE, si è sempre sbilanciata, in maniera sproporzionate, nel condannare Israele se si comporta in un modo che lei disapprova. 

Uno degli elementi del multiculturalismo europeo è la sottovalutazione della criminalità nel mondo musulmano, anche quando è platealmente visibile. Ce ne sono molti esempi. Un giornalista di una testata straniera in Israele mi ha detto “ ho visto dei corrispondenti stranieri con le lacrime agli occhi mentre guardavano degli ulivi distrutti dagli israeliani. Sono gli stessi che riescono poi con fatica a scrivere delle vittime civili israeliane assassinate dai terroristi palestinesi”. 

E’ bene ricordare quei pochi politici che, nel clima degradato della politica europea, accusano gli stati musulmani di trasgredire la Convenzione sul Genocidio. Il parlamentare olandese Wim Kortenoeven, uscito dal Partito della Libertà di Geert Wilders, ha posto alcune domande al Ministro degli Esteri olandese.

“ Condivide l’opinione che le minacce del Presidente Ahmadinejad e di altri funzionari iraniani concernenti la cancellazione di Israele, e quindi il genocidio dei suoi abitanti, sia una violazione dell’Articolo 3 della Convenzione sul Genocidio, e quindi vada condannata ? E se no, perché no ?” 

Kortenoeven gli chiedeva anche se prendeva sul serio questi richiami al genocidio, e aggiungeva: “ se no, perchè no?”
Chiedeva poi come il governo olandese avesse reagito all’ultima minaccia iraniana di genocidio e quali azioni concrete il ministro intendeva prendere. Gli chiedeva anche di sentire l’opinione di quegli ambasciatori che avevano ascoltato le parole di Ahmadinejad, per sapere se intendevano dissociarsi. Nel caso non lo volessero fare, di spiegarne le ragioni. 

Kortenoeven gli chiedeva poi, con una documentazione dettagliata, se le dimensioni dell’Ambasciata iraniana all’Aja non fossero sovradimensionate rispetto alle attuali relazioni tra Iran e Olanda. E se lo erano, quanti funzionari avrebbe avrebbe espulso ?

Il governo israeliano avrebbe potuto agire in merito alla questione iraniana in due direzioni. La prima, ponendo ai parlamenti occidentali se intendevano condividere le obiezioni di Kortenoeven. La seconda, sottolineando il colpevole silenzio della UE e dei suoi stati membri verso i crimini più gravi, commessi nei paesi musulmani.

Una tale azione da parte di Israele sarebbe stata importante in quanto l’Europa si trova ad un bivio critico, nel quale l’aspetto più visibile è la crisi dell’Euro. I problemi si aggravano giorno dopo giorno, anche se vengono annunciate misure severe. La leadership europea sembra non essere in grado di trovare una soluzione.

Questo porta ad una mancanza di fiducia ancora più grande da parte di molti europei verso la caduta della democrazia nell’Unione europea e nei suoi politici. La gente ha paura del proprio futuro. Perdere il lavoro, in tempi ravvicinati, e timore per quello che potrà diventare la società nella quale vivranno.

Questo clima psicologico contiene rischi e opportunità per Israele. Le crisi delle istituzioni, sociali e politiche, sono sempre state pericolose per gli ebrei, ed ora lo sono anche per Israele. Una minaccia è l’entrata nei parlamenti nazionali dei partiti populisti. Alcuni sono neo-fascisti, o anche neo-nazisti, come il partito ungherese Jobbik e il greco Alba Dorata. Altri hanno anti-semiti fra le loro file, come il partito Pirata tedesco, che sembra entrerà nel parlamento alle prossime elezioni. Altri ancora attaccano i rituali tradizionali ebraici, quali la macellazione e la circoncisione. 

D’altro canto, in un momento nel quale aumenta la disaffezione verso l’Europa, è l’occasione giusta nella quale gli amici di Israele possono sottolineare come molte istituzioni europee abbiano atteggiamenti pregiudiziali contro Israele. Questo richiede documentazione e un programma dettagliato, altrimenti ci saranno solo iniziative individuali di sostenitori quali Kortenoeven.

Il governo israeliano ha adottato misure economiche per far fronte alla ricaduta della crescente crisi economica europea. Ma i problemi legati all’economia non sono gli unici a dover essere presi in considerazione.

Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni. Collabora con Informazione Corretta


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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