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Ugo Volli
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Dove non basta Eurabia, arriva il politically correct 08/08/2012

Dove non basta Eurabia, arriva il politically correct


Anne Lindboe difensore civico dei minori norvegese

Dopo Colonia, la Germania intera. Dopo la Germania, la Svizzera. Dopo la Svizzera, l'Austria. E ora, con la prudenza dei forti, arriva la Norvegia. Sto parlando delle circoncisioni, naturalmente. La potenza petrolifera scandinava, la riserva più pura della “pura razza nordica”, secondo gli “scienziati” di Hitler è scesa in campo anche lei per impedire la barbarica pratica della circoncisione. O meglio, per proibire che i minori, poveri innocenti, vi siano soggetti senza che si chieda prima il loro parere. Per questo l'ombudsman o difensore civico dei minori, la pediatra dottoressa Anne Lindboe, ha proposto a ebrei e musulmani di trasformare la circoncisione in “una cerimonia simbolica, non chirurgica”, o almeno di rinviarla a dopo i 15 anni - età per cui il suo  ufficio non ha più competenza. Le ragioni sono le solite: la circoncisione provocherebbe dolore inutile, non avrebbe vantaggi medici, insomma sarebbe un atto violento ai danni dei bambini.

Che, contrariamente alle opinioni della dott. Lidboe, la circoncisione sia  utile sul piano medico, lo dimostra il fatto che la grande maggioranza degli ospedali americani la pratica su neonati di tutte le religioni, e che essa è stata anche proposta come strumento di medicina preventiva per contrastare l'epidemia di Aids nell'Africa subsahariana ( la raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della sanità è qui: http://www.who.int/hiv/topics/malecircumcision/en/ una rassegna degli studi si trova qui: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1847541/). Che la circoncisione non procuri una significativa mortalità infantile, si può vedere dalle statistiche su israele; che non lasci particolari traumi o problemi psichici, lo si può vedere chessò, studiando la vita di Einsein o Chagall o di tutti gli ebrei che hanno arricchito la cultura del mondo. Fra essi, molti non lo sanno, vi è anche un certo Joshua o Gesù, nato a Nazaret, la cui circoncisione (Luca: 2, 21-25) è festeggiata oggi in tutto il mondo come capodanno cristiano (http://it.wikipedia.org/wiki/Circoncisione_di_Ges%C3%B9), senza che la maggior parte dei cristiani neppure lo sappia.

Ma il punto non è questo. Il fatto è che non si può essere ebrei, e forse neppure musulmani, senza essere circoncisi. La decisione è particolarmente grave per l'ebraismo, dove è tassativa (salvo ragioni mediche) la data dell'ottavo giorno per la cerimonia della “brit milà” (letteralmente il “patto del taglio”), mentre l'Islam spesso la effettua su bambini e adolescenti più grandi. Dunque, escludendo che la dott. Ldboe, insieme al giudice di Colonia che ha iniziato il caso, possano proporre una  revisione di leggi dell'ebraismo che sono già contenute nella Torah, la proposta di proibire la circoncisione infantile ha un solo significato: rendere impossibile la vita ebraica nel paese che adotta questa regola.

Non è una novità per la Norvegia, che sta espellendo a ritmo accelerato i suoi ebrei, non difendendoli contro l'antisemitismo arabo e dei suoi bravi filopalestinesi: sembra che ne siano rimasti solo 800: http://antisemitism.org.il/article/73813/leurope-est-%C3%A0-nouveau-lib%C3%A9r%C3%A9e-de-ses-juifs. Vale la pena di citare che in piena strage siriana, mentre anche l'Egitto si accorge che Gaza è una fabbrica di terrorismo a ciclo continuo, oggi da Oslo è partita una nuova flottiglia (in realtà è una sola imbarcazione da 60 metri, ma gli organizzatori sperano di essere imitati da molti altri e di formare una vera flotta: http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=280403). Naturalmente non per le coste siriane, ma per quelle di Gaza. Anche in questo caso l'iniziativa è un po' in ritardo, ma ha il vantaggio di essere almeno onesta: non ha l'ipocrisia di definirsi come un trasporto di medicinali o di giocattoli per bambini, si propone direttamente coma una sfida al blocco navale israeliano a Gaza, che serve a impedire che i terroristi si dotino di armi pesanti, dunque come un attacco diretto allo Stato ebraico.

Ma gli ebrei hanno imparato a vivere anche in condizioni di estrema difficoltà. Ce n'è tanti che per loro sfortuna credettero di poter sopravvivere pure nella Germania  nazista, figuriamoci se si lasciano impressionare dall'antisemitismo di flottiglisti e   laburisti terzomondisti. Ma il piano nazista non era di torturare sadicamente gli ebrei - questo accadde per così dire in maniera accessoria. I nazisti volevano toglierseli di torno, magari da tutto il mondo, ma certamente dal territorio che controllavano. Essendo un po' primitivi e portati alla violenza più elementare, o avendo comunque a che fare con grandi masse di popolazione, optarono per l'eliminazione fisica. Oggi un progetto europeo di soluzione finale del problema ebraico si può sviluppare in maniera  assai più morbida. Da un lato sia aiutano gli arabi a pensare loro al grosso della popolazione, dall'altro si criminalizzano le pratiche basilari della vita ebraica, la nutrizione kasher, che implica la macellazione rituale, la circoncisione ecc.  Dove non basta Eurabia, subentra il politically correct, la difesa dei bambini e quella dei popoli oppressi.

Ugo Volli

PS: Badate, non sono così pazzo da credere che il giudice di Colonia e l'ombudsman dei bambini perseguano consapevolmente un piano alla Eichmann. Credo che siano dei sinceri democratici, politicamente corretti, interessati al benessere dei bambini. Non voglio offenderli e non attribuisco loro nessun crimine. Solo che loro e il loro contesto, cioè in sostanza l'Europa, soprattutto quella del Nord, così civile e perbene, non sono in grado di accettare che nel paesaggio umano europeo sopravviva l'anomalia ebraica, e pensano di dover essere molto rigorosi con essa. Se poi questo significa eliminarla, be', tanto meglio. Come diceva un ebreo degli anni Venti, con tratti di odio di sé, ma senza dubbio geniale, di nome Karl Kraus, il fatto che tu mi faccia male senza volerlo, non facendolo apposta, non è una scusa, ma un'aggravante.


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