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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Faye Kellerman, Miele 06/08/2012

Miele                                                               Faye Kellerman
Traduzione di Piero Alessandro Corsini
Cooper                                                             Euro 20

Il terzo romanzo della scrittrice americana Faye Kellerman che la casa editrice Cooper pubblica con il titolo Miele è un nuovo mistery mozzafiato che mette in scena, come i precedenti, le vicende del detective Decker e della sua compagna Rina Lazarus.
Abbiamo conosciuto questa coppia formidabile nel primo episodio della serie, Il bagno rituale, e poi nel successivo Sacro e profano dove l’autrice imbastisce trame a forte suspense che catturano il lettore fino all’ultima imprevedibile pagina: sullo sfondo quel mondo ebraico delineato nelle mille sfaccettature che lo compongono e che offrono l’opportunità di approfondire una cultura millenaria, ancora poco conosciuta a molti.
La storia d’amore nata fra Peter Decker, detective della polizia di Los Angeles, e Rina Lazarus, giovane ebrea ortodossa, vedova e madre di due figli che la scrittrice racconta ne Il bagno rituale, sullo sfondo di uno stupro avvenuto nel quartiere ebraico di Los Angeles, prosegue fra alti e bassi anche in quest’ultimo thriller imperdibile.
La coesistenza fra due persone di cultura e ambiente così diversi non è semplice e anche se Decker ha scoperto di essere ebreo dalla nascita è consapevole che solo avvicinandosi alla religione ebraica con lo studio e la preghiera potrà sposare Rina che nel frattempo si è trasferita a New York con i figli.
Durante una delle tante notti insonni trascorse pensando a lei il sergente Decker vagabonda per le strade di Los Angeles e casualmente si imbatte in una bambina di circa due anni, sperduta fra i cespugli, con il pigiamino coperto di sangue.
Per alcuni giorni la piccola viene affidata ad una casa famiglia ma nessuna mamma, disperata per aver perso la figlioletta, si rivolge alla polizia.
Questo fatto insospettisce Peter Decker e benché il caso non sia di sua competenza decide di avviare le indagini coinvolgendo anche l’efficiente collega Marge.
L’ossessione di Decker per la verità li conduce ad una strana comunità di apicoltori i cui componenti si rivelano ostili e poco ospitali. Il sospetto che nascondano qualcosa diventa certezza quando i poliziotti scoprono i corpi brutalmente massacrati dei genitori della bimba abbandonata, della zia e di un altro uomo sconosciuto.
Senza svelare oltre la trama per non guastare il piacere di una lettura avvincente, l’ultimo thriller di Kellerman si arricchisce con il racconto dell’amicizia travagliata e sofferta che lega Peter Decker e Abel Atwater fin dai tempi della guerra in Vietnam. Un terribile segreto li unisce, un gesto irrimediabile compiuto in uno di quei momenti di follia cui spesso la guerra costringe l’uomo ha segnato per sempre le loro esistenze.
Accusato di aver stuprato una prostituta, Abel, che non è mai riuscito a seppellire i fantasmi della guerra, trova nell’amico un aiuto concreto per dimostrare la sua innocenza ed entrambi una possibilità di redimersi.
Faye Kellerman è magistrale nel creare una storia nella storia tenendo uniti i fili di una narrazione che assicura continui colpi di scena e svolte inattese. Il tutto calato in quel mondo dell’ebraismo ortodosso che è parte fondamentale e imprescindibile nella vita della stessa autrice.
Miele è uno di quei romanzi che non si vede l’ora di tornare a casa per continuare a leggere, non solo per vedere “come va a finire” ma per prolungare il piacere di un racconto avvincente perché tale è il ritmo della narrazione, il susseguirsi di situazioni imprevedibili, l’alternarsi dei molti personaggi, la suspense tenuta continuamente vicina alla possibile soluzione che le pagine volano via veloci e quando si arriva all’ultima, insieme alla soddisfazione di aver trascorso alcune ore di puro  intrattenimento, rimane il desiderio di leggere presto un nuovo caso del detective Decker e di Rina Lazarus.

Giorgia Greco


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