La foto sulla spiaggia Roberto Riccardi
Giuntina Euro 15
Si snoda tra Auschwitz, Bari e Polignano a mare, con incursioni a Roma e Firenze, il romanzo di Roberto Riccardi La Foto Sulla spiaggia (Giuntina ed., pp. 162, euro 15). Contrariamente a quanto fece con il suo primo libro (Sono stato un numero, stesso editore, raccoglieva l'inedita testimonianza di Alberto Sed, sopravvissuto al campo di concentramento), questa volta il barese Riccardi lascia sullo sfondo il territorio della «cronaca del genocidio» e si concentra sulla vita che avrebbe potuto essere, se non fosse stata strappata dalla follia nazista.
In un'alternanza «filmica» tra luce e ombra, lo scrittore e colonnello dei Carabinieri conduce fuori e dentro i viali di Auschwitz tessendo così l'intreccio che unisce due storie all'apparenza soltanto coeve. In primo piano, in Puglia, c’è la storia dei coniugi Manzari e della loro figlioletta, Alba. Ci si affeziona in un baleno a questa creaturina vivace e sensibile ed è radiosa la scrittura di Riccardi sia quando descrive gli egoismi e le ipocrisie della Bari borghese degli anni Quaranta e Cinquanta, sia quando dipinge le estati polignanesi di quella Puglia linda e laboriosa (anzi, si può ben affermare che, su chi conosce i luoghi, il romanzo eserciterà un appeal ancora maggiore).
Invece, ad Auschwitz, in un tempo che è quasi lo stesso ma sembra tutt’altro per quanto è diverso, Riccardi colloca la seconda dimensione del suo romanzo: l’esistenza dolente di Simone Viterbo, con tutto l’orrore che si può immaginare nella quotidianità di un ebreo arrivato al campo di concentramento con moglie e figlia e subito da esse allontanato.
Fiaccata ma non vinta dal rosario di privazioni e abusi, travolge la forza vitale che spinge quel marito e padre a sopravvivere, giorno dopo giorno, nella sola labilissima speranza di poterle riabbracciare, o almeno rivederle. Commuove profondamente il suo tormento per non aver benedetto la bimba prima che gli venisse strappata, per non averle appoggiato le mani sul capo per la «berakhà».
Intanto in Puglia, con Alba, bimba dolcissima, studentessa modello e, poi, promessa sposa, cresce anche il quotidiano scontro tra menzogna e verità. La forza dei sentimenti sembra fallire a ogni passo, trascinata nel gorgo di un inconfessabile passato e d’un limaccioso perbenismo. Per tutto il romanzo fino al colpo di scena conclusivo, l’esito resta sospeso e le storie di Alba e Simone paiono binari destinati a mai incontrarsi. Nulla più è consentito svelare della trama emozionante. L’approccio dell’autore è originale e la sua prova letteraria convincente. Lo stile chiaro e la prosa (artatamente) semplice potrebbero rendere agevole la lettura anche ad un pubblico giovane.
È esplicito, infine il tributo di Riccardi «ai milioni di morti senza sepoltura» ma una carezza speciale va a Sissel Vogelmann, la bimba bionda e paffuta che, secchiello della sabbia in mano, campeggia sulla copertina di “La foto sulla spiaggia”. Sissel è morta, ad Auschwitz, a soli otto anni. Il padre Schulim Vogelmann è stato l’unico ebreo catturato in Italia e salvato da Schindler. Il fratello Daniel, dirige la casa editrice fiorentina La Giuntina.
Marisa Ingrosso
La Gazzetta del Mezzogiorno