IC7 - Il commento di Deborah Fait Dal 29/07/2012 al 04/08/2012
Testata: Informazione Corretta Data: 06 agosto 2012 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Il commento di Deborah Fait»
Il commento di Deborah Fait
Deborah Fait
"Gerusalemme e' la Capitale di Israele". Con queste parole Mitt Romney, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, si e' guadagnato una certa simpatia degli israeliani che, essendo pero' anche molto scettici, memori delle precedenti promesse dei presidenti statunitensi succedutisi al governo degli USA, le hanno prese con un certo distacco. «Se sarò presidente deciderò assieme ai governanti di Israele quando spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme». Abbiamo sorriso, un sorriso tra la soddisfazione e l'incredulita' e una tenue speranza, parole gia' sentite, dette da Bill Clinton e Bush Junior. Il terreno c'e', e' stato acquistato molti anni fa quando il trasferimento sembrava imminente ma alla fine nessuno ha avuto il coraggio di mantenere le promesse, gli arabi fanno troppa paura e dopo l'11 settembre ancora di piu'. Le parole di Romney su Gerusalemme possono essere considerate un tentativo per guadagnarsi le simpatie dell'elettorato ebraico degli USA ma, se vogliamo parlare di quantita', l'elettorato arabo-islamico e' molto piu' numeroso e, con mia grande soddisfazione, alle parole ... verba volant....sono seguiti i fatti e Romney in modo politicamente scorrettissmo si e' rifiutato di parlare con Abu Mazen, il capo dei capi dei palestinesi, il successore di Arafat. Ha accettato di incontrare solo Salam Fayyad e lo ha fatto venire, come un signor Nessuno, a Gerusalemme, non si e' fatto vedere a Ramallah, non e' andato a rendere omaggio al mausoleo di Arafat. Nessuno finora aveva avuto il coraggio di farlo, chiunque venga in Israele in visita ufficiale non se va mai e poi mai senza visitare l'ANP, dire le solite sciocchezze sulla pace, e omaggiare la tomba del piu' grande terrorista del secolo passato. Che Romney non lo abbia fatto e si sia giocato i voti degli arabi statunitensi, mi da la speranza che non tutto sia stato propaganda elettorale. Se e' sincero allora e' un uomo coraggioso, il futuro ce lo dira'.
E' stato invece un po' comico e un po' patetico l'incontro tra Giorgio Napolitano e Abu Mazen a Roma. Sembrava di assistere a altri incontri patetici e purtroppo anche pericolosi, tra i governanti italiani e Arafat. Napolitano che pur considero amico di Israele, non e' stato capace di evitare il politically correct con un Mahmud Abbas ( Abu Mazen) venuto a batter cassa in Italia. Il presidente Napolitano lo ha salutato pomposamente dicendo che "i palestinesi arriveranno ad avere uno stato grazie alla pazienza e alla saggezza del loro capo (Abu Mazen)". Beh, io mi sono messa a ridere, riso amaro, amarissimo, mai parole piu' ipocrite e senza senso furono dette perche' dare del paziente e saggio a uno che vuole eliminare Israele, che nega la Shoa', che ha ideato la strage di Monaco, che dedica piazze, scuole e strade a ogni terrorista assassino, che rifiuta ogni incontro con Israele, mi sembra davvero esagerato. Parlando di coraggio politico credo che la palma della codardia possa essere data tranquillamente a Jacques Rogge, l'attuale presidente del CIO, che ha rifiutato il minuto di silenzio per la strage di Monaco del 1972. Mr Rogge, che nessuno conosceva prima per nome, si e' guadagnato la fama per un atto di vilta' e per totale assenza di sensibilita'. E bravo il Mister. Ho il piacere di presentarvelo, le foto che pubblico dicono molte cose, danno delle spiegazioni chiare e precise. Mister Rogge con al collo la sciarpetta simbolo dell'OLP ( e del terrorismo palestinese) e' tutto un programma. L'ANP ex OLP, chiamata impropriamente Palestina, avrebbe dovuto essere bandita dai giochi olimpici dal 1972, dal giorno della strage, invece un presidente del Comitato Olimpico va a omaggiare il presidente di un'inesistente stato palestinese mettendosi al collo proprio quello straccio con cui i terroristi di Monaco si erano avvolti il capo prima della strage. Molte notizie si sono accavallate durante la settimana appena trascorsa, in Egitto, dopo quella che i creduloni occidentali continuano a chiamare "primavera araba", si muore per una camicia bruciata in una pulitura a secco, si muore di fame perche' non c'e' da mangiare, si prende a pugni una giornalista che, per uno scherzo in una Candid Camera,dice di essere israeliana. Il Primo Ministro designato dal presidente Morsi, e' un Fratello Musulmano. Di bene in meglio. Credo che gli egiziani incominceranno presto a rimpiangere Mubarak. http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=45527
In Siria la strage continua, Kofi Anan, altro patetico codardo, mandato da Assad per trattare la resa, ha gettato la spugna. Torture ed esecuzioni a migliaia, gente che scompare, morti, rifugiati, campi palestinesi bombardati ma Abu Mazen non dice una parola, anzi ne dice due "crimine odioso" e poi tace. I difensori occidentali dei palestinesi invece non hanno proprio parlato, loro si fanno sentire soltanto se possono attaccare Israele.
Per tornare alle olimpiadi ( credo ormai si possa scrivere colla o minuscola), la BBC, nel suo sito sulle olimpiadi, ha dato a uno stato inesistente (Palestina) Gerusalemme est come capitale e a uno stato esistentissimo (Israele) nessuna capitale. Dopo le proteste si sono barcamenati alla meno peggio, come vilta' vuole.
Visto che il tema di quanto ho scritto e' la vigliaccheria, una palmetta e' giusto darla al nostro grande David Grossman che per combattere l'Iran propone una tenda a Tel Aviv, una tenda naturalmente di protesta contro il governo israeliano. Purtroppo gli scrittori israeliani, non dico per poter vendere in Occidente...anzi lo dico e lo dico forte e chiaro :per poter vendere in occidente sempre di piu' e guadagnarsi le simpatie del "pensiero unico filopalestinese" " questi intellettuali sono pronti a mettere in pericolo il proprio paese. Il Foglio definisce cosi' le parole di David Grossman:
"Le parole di Grossman sono minate da una “langue de bois” irresponsabile, indifferenti al criterio di responsabilità della politica e alla concreta questione della sicurezza esistenziale di uno stato sotto minaccia pre-nucleare. "
Leggendo l'articolo di Grossman ho pensato al Tisha' be Av appena trascorso che commemora la distruzione del Tempio di Gerusalemme e le piu' grandi sciagure del popolo ebraico avvenute il 9 del mese di Av. Grossman e altri suoi colleghi scrittori israeliani insediatisi nella torre d'avorio del solito disgraziatissimo politically correct e dell'indifferenza, dovrebbero rileggere la storia e capire che se Israele cadra', cadranno anche loro e ne avranno in un certo senso la responsabilita' .