Turchia: l'ennesima prova che non c'è islam moderato se ne accorgono a Rocca Cannuccia. Quanto durerà ?
Testata: Il Manifesto Data: 05 agosto 2012 Pagina: 5 Autore: Murat Cinar Titolo: «Donne e famiglia, parte la battaglia d’autunno»
Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 05/08/2012, a pag. 5, l'articolo di Murat Cinar dal titolo " Donne e famiglia, parte la battaglia d’autunno ".
Recep Erdogan
Gli effetti della primavera araba non hanno avuto, purtroppo, applicazione nei Paesi musulmani. Cominciano ad essercene, invece - forse, nella redazione del Manifesto, che scopre come la Turchia non sia affatto quel Paese islamico moderato come viene presentato su quasi tutti i nostri giornali, ma non è altro che la faccia 'presentabile' di come la legge islamica venga a poco a poco introdotta in un Paese che, grazie alla sua posizione internazionale, non può fare a meno di apparire quello che non è. Il vero Erdogan e la vera Turchia sono descritti in questo articolo. Naturalmente questo non sposterà la posizione del Manifesto nei confronti dell'islam, questi Chamberlain riconosceranno di aver sbagliato tutto solo dopo quando la realtà non potrà più essere negata. Ecco il pezzo:
Trapelano i primi dettagli sulla bozza di legge sul diritto all’aborto che il governo turco intende proporre al parlamento in autunno, e su cui si annuncia una battaglia molto dura. In gioco è la concezione della famiglia e dei diritti delle donne in Turchia, su cui il premier Tayyip Erdogan ha lanciato una vera e propria offensiva. Da anni infatti ripete il suo «auspicio» che ogni coppia sposata sforni almeno tre figli, ma di recente è andato oltre: ha definito l’aborto un «crimine», aggiungendo che nessuno può «arrogarsi il diritto» di abortire perché è come uccidere un bambino già nato. Il primo ministro ha lanciato il suo affondo inmaggio in un contesto decisamente favorevole, una Conferenza Internazionale sullo Sviluppo e sulla Demografia, a Istanbul: qui ha parlato di come la Turchia stia riuscendo a diminuire il tasso di mortalità infantile e dei progetti del suo governo a sostegno delle donne che perdono ilmarito. La notizia ha occupato per parecchi giorni i salotti televisivi e le pagine di giornali e riviste. Si consideri che l’aborto è stato legalizzato in Turchia nel 1983; secondo dati del 2008, nel paese il 10% delle gravidanze è interrotto volontariamente, molto meno della media europea del 30%. Numerosi partiti politici, parlamentari e non, insieme a sindacati dei lavoratori, associazioni e gruppi di donne, hanno protestato contro questo attacco a un diritto acquisito. Il 17 giugno una massiccia manifestazione a Istanbul ha raccolto centinaia di migliaia di persone giunte da tutta la Turchia. Sui media invece domina la linea di Erdogan, in particolare su canali come Samanyolu Tv e sui giornali Zaman e Milli Gazete, nettamente vicini al partito di governo, Akp. Gli argomenti sono che l’aborto serve in realtà a coprire rapporti extra- coniugali, o che l’aborto è contro l’Islam, e il popolo diventa tanto più favorevole all’aborto quanto più si allontana dalla propria religione. Interessante notare che a disquisire così sono chiamate quasi sempre persone di sesso maschile. Scoppiata la polemica, la ministra per le politiche sociali e la famiglia, signora Fatma Sahin, si è espressa in modo pacato per «calmare le acque», ma ha dichiarato comunque di voler tutelare il diritto alla vita del feto. Il ministro degli affari religiosi, Mehmet Gormez, ha specificato che la nuova legge soddisferà le esigenze di tutti i cittadini. Ma gli animi non si sono «calmati» affatto. Il sindaco di AnkaraMelih Gokcek, anche lui del partito Akp, in un agghiacciante tweet, è arrivato ad affermare: «Chi subisce uno stupro, invece di uccidere il bambino, farebbe meglio a suicidarsi». Pochi giorni dopo due donne ad Ankara hanno lanciato uova contro il sindaco in segno di protesta. Lo stesso Erdogan, durante il convegno cittadino dell’Akp a Diyarbakir, ha condannato quelle «femministe» (parola usata con tono volutamente sprezzante) che sostengono «il corpo è mio e decido io». Ora, mentre il governo cerca di tenere calda l’atmosfera all’ombra della guerra in Siria, il Consiglio dei ministri ha messo a punto la bozza della nuova legge sull’aborto. Secondo le anticipazioni di quotidiani nazionali come Evrensel o Hurriyet, e il sito web dei Giovani avvocati dell’Albo di Istanbul, questi sarebbero i dettagli: sarà introdotto il diritto all’obiezione di coscienza per il personale sanitario, e percorsi di assistenza personali e di coppia per i genitori, perdissuaderli dal ricorrere all’aborto. La possibilità di interrompere la gravidanza sarà comunque limitata alle prime 10 settimane, con sanzioni per chi supera il limite. Pare che sarà anche prevista la distribuzione gratuita delle pillole del giorno dopo. Sembra che la bozza preveda misure come il prolungamento del congedo di maternità fino ai 6mesi dopo il parto senza decurtazione dello stipendio, per incoraggiare la gravidanza. Nella stessa direzione andrà la dilatazione da una a 2 ore dei permessi per allattamento, e i sostegni economici per l’asilo nido. La bozza prevede inoltre la costituzione di un nuovo «Consiglio supremo per la salute riproduttiva» che si impegnerà a formulare nuove direttive politiche sulla riproduzione in Turchia. Ilministero della salute inoltre impartità corsi ai medici specializzati, che saranno gli unici autorizzati a praticare l’aborto. Queste sono per ora anticipazioni, non confermate né smentite da fonti ufficiali. Per il momento la bozza è stata consegnata in busta chiusa dal ministro della salute al Consiglio dei ministri, e il portavoce del governo si è limitato a dire che la sarà portata al parlamento in autunno.
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