Ho letto stamattina un articolo del Vs. corrispondente Astrit Sukni, e ho dovuto scrivere la mia opinione a Repubblica.it.
Gentile Direttore, Gentile sig.ra Marzia Papagna, Ho appena guardato il servizio realizzato dal fotografo israeliano Oded Balilty (che non conosco..) su link: http://www.repubblica.it/esteri/2012/06/22/foto/un_set_per_la_palestina_posano_i_lanciatori_di_pietre-37722720/1/ Non sono fotografie che colpiscono un granché, tecnicamente e a livello emotivo (sono uomini normali) ma fanno venire subito voglia di scrivervi. Signora Papagna è la visione di questi misteriosi uomini velati a petto nudo con in mano delle pietre, dovrebbe essere un qualcosa di poetico, sensuale o trascendentale? Lei uscirebbe mai a cena con un uomo che si presenta con delle pietre? (non so se vi hanno mai tirato addosso una pietra, forse non sapete che fa molto male e che le donne/bambine adultere vengono massacrate con la lapidazione. Donne sempre dimenticate?) Riporto il suo commento da Repubblica.it: 'Una serie di scatti per raccontare il coraggio (?) di cittadini, uomini e donne palestinesi che, sin da bambini (sì, questo sì) imparano a difendere (ci vorrebbe un altro verbo) il loro Paese dagli attacchi (quali?) degli israeliani contro gli abitanti dei campi. Lo fanno lanciando pietre (meglio però i razzi, fanno più male )' a cura di Marzia Papagna''. Io non trovo in questi uomini, cresciuti fin da quando indossano il pannolino, in un regime di odio e razzismo senza uguali al mondo, proprio niente di magnetico. Guardandoli in foto me li immagino già vicino a un razzo pronto da sparare su un asilo del Negev, oppure sanguinanti e sbudellati, dilaniati dagli esplosivi, in mezzo a civili al mercato, a loro volta dilaniati e scoppiati nel corpo dopo un attentato. Sì, me li immagino a pezzi e sparpagliati sui muri, con le loro mamme che festeggiano il 'martirio' e l'uccisione delle 'scimmie' che vorrebbero sterminare. Sono molto contenta di avere gusti diversi dai suoi: a mio parere sono molto più affascinanti, belli come il Sole e coraggiosi i soldati Israeliani, caleidoscopio di etnie con un ideale in comune, coperti da ingombranti divise sotto il sole ma con lo sguardo fiero, costretti a difendere ogni giorno il loro Paese dai terroristi -rischiando la pelle- circondati da missili e bombe costruite da un regime che rende brutti, aggressivi e cattivi i suoi figli. Possiamo dire al fotografo di cambiare soggetto, con tranquillità . Altro che pietre. Questo servizio fotografico ma, soprattutto, il suo commento, è pura propaganda. Cordialmente,