La sfida di Romney ad un Iran atomico passa per Gerusalemme capitale
di Piera Prister
Piera Prister,
a destra, Mitt Romney
Gli osservatori di parte islamica si sono imbestialiti nell’ascoltare Mitt Romney dichiarare che e’ ovvio che Gerusalemme e’ la capitale di Israele, un’affermazione questa suggellata poi dalla sua visita e preghiera al Muro del Pianto. Cosi’, in questo modo Romney s’e’ apertamente schierato dalla parte di Israele, in gran dispetto di tutti gli islamisti che covano delle mire occhiute e perverse su Gerusalemme, Vade Retro! Proprio a Gerusalemme, sullo sfondo delle mura della vecchia citta’, tra lo sventolio di decine e decine di bandiere con la stella di David e bandiere a stelle e strisce, Mitt Romney, il candidato repubblicano alla Casa Bianca, in un discorso storico ha dichiarato vocalmente che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere Israele, qualora decidesse di attaccare con un’azione militare preventiva i siti nucleari iraniani. Inoltre ha aggiunto che inequivocabilmente Gerusalemme e’ la capitale d’Israele e che dobbiamo tutti difendere lo stato ebraico e non rimanere silenti quando i suoi nemici lo minacciano di distruzione o lo diffamano.
E’ quello che le nostre orecchie volevano sentire ed e’ anche quello che i nemici di Israele non avrebbero voluto sentire, quei nemici che temono piu’ Romney che Obama perche’ sanno che Romney fa sul serio, e’ risoluto nell’azione e non scherza. Perche’ l’ambivalenza di Obama che promette e non mantiene, che sostiene l’embargo economico contro l’Iran e poi trova il sistema di aggirarlo, non e’ accettabile, e’ ora di svelare la sua doppiezza che ha fatto dire a Victoria Nuland portavoce del Dipartimento di Stato che gli Stati Uniti non si pronunciano su Gerusalemme capitale perche’ non vogliono compromettere i negoziati israelo-palestinesi.
Con malevolenza i nemici e i falsi amici di Israele gli negano la sua capitale Gerusalemme, perche’ la vogliono divisa in due capitali; gli negano il nome legittimo di Israele chiamandolo Terrasanta; gli negano la storicita’ della Shoah quando e’ ovunque documentata; di questo passo e’ chiaro che vogliono negargli il diritto all’esistena con l’annientamento! E’ li’ che vogliono arrivare.
La visita di Romney e’ tanto piu’ significativa perche’ e’ avvenuta in un giorno in cui gli ebrei commemorano la distruzione del Tempio da parte dei Romani, cosi’ com’e’ scolpito nel bassorilievo dell’Arco di Tito a Roma e in cui ricordano anche la loro espulsione dalla Spagna e dall’Italia meridionale. Un momento di riflessione questo, essendo correntemente incombenti sullo stato ebraico e sugli ebrei, la minaccia nucleare iraniana e il pericolo dell’ antisemitismo islamico che e’ in aumento con nuove stragi in Europa. Proprio questa settimana Ahmadinejad ha annunciato che le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio da maggio sono aumentate di mille unita’, sono passate da 10.000 a 11.000, e ha reso pubblico il suo piano di costruzione di sottomarini a propulsione nucleare.
L’Iran da parte sua sembra essere per nulla irretito dalle sanzioni che chiaramente non funzionano con un Obama che davanti le sostiene e dietro fa l’opposto, dal momento che i paesi che hanno rapporti commerciali con l’Iran continuano a comprare petrolio, di cui solo in minima percentuale ne hanno diminuito l’importazione. Lo sostiene il WSJ in un articolo intitolato “The Obama Loopholes” alludendo alle sue scappatoie per invalidare le sanzioni internazionali contro l’Iran invece di raffozzarle, indebolendo pubblicamente la sicurezza di Israele. Lo anche detto Romney nel suo discorso a Gerusalemme, in cui ha accusato “ the president of failing to enforce crippling sanctions against Iran and undermining Israel publicly”.
Un Iran atomico non e’ uno scherzo, lo sa bene Mitt Romney che seguiamo qui negli Stati Uniti fin da quando era governatore del Massachusetts e candidato alla Casa Bianca, quando scrisse nel 2007 a Ban Ki-moon Segretario Generale dell’ONU perche’ revocasse l’invito ad Ahmadinejad che doveva essere invece incriminato e arrestato a norma della GENOCIDE CONVENTION perche’ THE IRANIAN REGIME CALLS FOR THE DESTRUCTION OF ISRAEL http://wwwmittromney.com/mg/pdf/UN_Letter.pdf. Grande Romney! Abbiamo subito tifato per lui, ci era subito piaciuto per quella sua schiettezza che lo contraddistingue e per quel suo giudicare gli avversari politici dai risultati raggiunti, che e’ poi il metodo filosofico del pragmatismo americano, che ha reso grande questa nazione. Mitt Romney non e’ un ideologo, la sua mente non e’ guastata dalle ideologie deleterie e fallimentari ancora dominanti in Europa, non ama far polemiche. Quando parla ha uno stile asciutto essenziale efficace, senza orpelli e senza teleprompter. E’ un amministratore che quotidianamente ha a che fare con problemi concreti che devono essere risolti per far quadrare il bilancio tra entrate ed uscite; non strumentalizza una causa nobile come il sionismo a fini elettorali, non politicizza la visita all’Holocaust Museum di Washington per accaparrarsi il voto ebraico. Nel settembre del 2007 e’ stato tra i pochi ad opporsi agli attacchi antisemiti demenziali di Ahmadinejad contro Israele quando quest’ultimo veniva ricevuto indecentemente negli show televisivi tra ovazioni e persino all’universita’ della Columbia. Romney ha da sempre difeso la causa di Israele anche prima di visitarla in questi giorni. Quotidianamente facciamo dei sondaggi con il telecomando per misurare il numero e la durata delle apparizioni dei due candidati presidenziali alla TV per poi constatare che qui non esiste una “Par Condicio”, non ce n’e’ nemmeno l’ombra dal momento che Mitt Romney e’ quasi del tutto oscurato dai network televisivi che danno copertura e visibilita’ solo al presidente in carica. E se anche finalmente appare e’ solo per criticarlo e togliergli subito le parole di bocca.