Da che parte stare ?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
e la Siria? Che cosa pensano i bravi eurarabi della Siria? Lasciamolo dire a uno che ha fatto di Eurabia una vocazione, di più, un mestiere, il giornalista, o piuttosto l'agit-prop britannico Robert Fisk, uno dei più brillanti, determinati e costanti nemici di Israele:
"E infine ci siamo noi, cittadini democratici e progressisti che, giustamente, scendiamo in piazza per protestare contro la politica di Israele nei territori occupati, ma che al cospetto della carneficina in corso in Siria non organizziamo nemmeno una timida dimostrazione, eccezion fatta per qualche corteo di sparuti gruppi di esuli siriani. Eppure il numero delle vittime non ha uguali in Medio Oriente. Giusto o sbagliato che sia, il messaggio è semplice e chiaro: chiediamo giustizia per gli arabi e protestiamo solo se a massacrarli sono gli occidentali e gli israeliani. Se invece li massacrano altri arabi, allora non facciamo una piega." ("Il Fatto" di oggi).
A parte l'amarezza dell'idealista disposto a tutto e di nulla capace, una cosa emerge qui: che forse bisognerebbe strillare contro il regime di Assad almeno quanto lo si fa contro l'"occupazione" israeliana, che nell'intera sua storia sessantennale (guerre regolari a parte) ha fatto certamente meno vittime arabe, giuste o sbagliate che fossero) del regime siriano negli ultimi sei mesi. E allora, suggerisce Fisk, i bravi "democratici e progressisti" dovrebbero scendere in piazza e protestare contro Assad.
Sicuro? Non tutti sono d'accordo. Vi invito a dare un'occhiata a un paio di video, molto istruttivi. In uno si vedono due inossidabili nemici di Israele. Uno è Fulvio Grimaldi; ve lo ricordate, l'inviato dal TG3 con bassotto al seguito, comunista inossidabile: "Nel marzo 1999, in polemica per la guerra alla Jugoslavia, ha lasciato la tv di Stato ed è passato a Liberazione, il quotidiano di Rifondazione Comunista. Qui ha gestito una rubrica chiamata "Mondocane" (parola che in seguito sarà il titolo di un suo libro) fino a quando non è stato allontanato dal quotidiano, nel maggio 2003, subendo un licenziamento a causa di contrasti politici, essendosi trovato in dissidenza con la linea di partito relativamente ad alcune questioni internazionali (Iraq, Palestina, Cuba e Jugoslavia)" (http://it.wikipedia.org/wiki/Fulvio_Grimaldi). Insomma, un inossidabile "antimperialista" ben più di d'Alema o Ferrero. L'altro è Joe Fallisi, di mestiere tenore che trasse molta pubblicità dalla sua partecipazione alla flottiglia antisraeliana per Gaza (se volete procurarvi un po' di buonumore, leggete qua: http://www.iononstoconoriana.com/khodja-nassreddin-il-diario/36-khodja-nassreddin-il-diario/265-joe-fallisi-a-gaza.html). Be', guardate qua (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=dAC1rsQ-tnc) i due eroi della guerra di liberazione contro Israele: manifestano in favore di Assad e fanno discorsi commoventi in suo sostegno. Qui (http://www.youtube.com/watch?v=sL-6cfwY6fc&feature=related) invece il bravissimo Grimaldi è accanto a un'altra cima del complottismo e del terzomondismo, il grande Giulietto Chiesa. E il tono è lo stesso. Qui invece (
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0-AwCODK_vg ) trovate Stefano Moracchi, un altro grande leader del movimento operaio veramente rivoluzionario (ahimé, senza operai e senza rivoluzione), accompagnato, se non mi sbaglio da quello splendido esempio di religioso che è monsignor Capucci, quello che facendo di mestiere il vescovo ausiliario di Gerusalemme fu preso con le mani nel sacco, cioè con i fucili nel baule della Mercedesi di serviuzio, a contrabbandare armi dal Libano per i palestinesi (http://it.wikipedia.org/wiki/Hilarion_Capucci). Fu uno scandalo che costrinse il Vaticano a ritirare il prelato e a promettere che non si sarebbe più impicciato nel Medio Oriente in cambio della sua liberazione. Ma in realtà Capucci non cessò mai di fare il suo dovere di nemico di Israele, si imbarcò su una flottiglia, fece manifestazioni e altre attività affatto consone al suo stato ecclesiastico. Ed eccolo qui a manifestare in appoggio di Assad. Se volete saperne di più, la sua intervista è qui: http://syrianfreepress.wordpress.com/2012/03/12/roma-11-marzo-manifestazione-pro-siria-e-pro-bashar-intervista-a-monsignor-capucci-video-ita/.
Dove stanno schierati contro Israele (e incidentalmente per Assad) gli ultarossi e gli ultrabianchi (nel senso di estremisti cattolici un tantino risentiti contro il popolo ebraico), non possono mancare i neri, più o meno ultrà. E infatti leggete qui l'intervento pubblicato su un blog del movimento "Resistenza nazionale", titolo che dice tutto: http://xn--identit-fwa.com/blog/2012/07/30/la-siria-e-la-lobby-saudita-a-washington/: "l’appoggio occidentale ai “ribelli”, si presenta quasi come una “anti-crociata”, una crociata all’incontrario, con la quale si vuole ripristinare il dominio sunnita sulla Siria.... Oggi, la cosiddetta “primavera siriana”, è il tentativo di “restituire” la Siria ai suoi padroni, i Sunniti."
Insomma, cari amici, non si capisce più niente. Un onesto eurarabo, consapevole del suo dovere verso la storia e il progresso, che cosa deve fare? Segue Grimaldi e Chiesa per Assad, o Fisk contro di lui? Arma i ribelli con Obama o li combatte con Putin? Ecco, io ho le idee confuse. Per fortuna che la bussola comune a tutte queste posizioni è sempre l'appoggio ai palestinesi contro Israele. Che per favore nessuno mi dica che lo stato ebraico, con la sua cautela e il suo rifiuto di entrare nella rissa chiamata primavera araba, è il solo fattore di stabilità, oltre che di democrazia, perfino di pace nella sanguinosa bolgia mediorientale. Poterei scoppiare a piangere.
Ugo Volli