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Ugo Volli
Cartoline
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Settant'anni dopo 30/07/2012

Settant'anni dopo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli



Cari amici,
che la Germania domini l'Europa, è un fatto abbastanza ovvio oggi sul piano delle politiche economiche. E' un dominio ben determinato, con un progetto preciso, che ha la sua logica, che non discuterò qui. Ma ci sono anche altri campi di dominio, e anche modi meno determinati, magari anche politicamente involontari e però più pericolosi.
Mi spiego, sapete tutti la vicenda del divieto della circoncisione. Ne ha parlato fra l'altro molto bene Manfred Gerstenfeld su questo sito (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=360&id=45419

Un ragazzino musulmano a Colonia, qualche tempo fa,  sottoposto alla circoncisione da un medico, ebbe a soffrire di un'emorragia post-operatoria, fu curato e guarì, senza altre conseguenze. Ma il caso fu segnalato dall'ospedale al giudice competente, che scagionò pienamente il medico che aveva praticato la circoncisione, perché aveva operato bene e incidenti de genere sono rari ma non impossibili, ma nella sentenza aggiunse, così incidentalmente, che la circoncisione eseguita per motivi rituali è un reato, perché modifica irreversibilmente il corpo del bambino. Due frasi in una sentenza di un giudice che non ha nel sistema tedesco affatto l'autorità di fare precedente, e di colpo ebraismo e islam finiscono fuori legge. Cioè, finisce fuori legge, secondo il magistrato, la pratica che introduce necessariamente a queste religioni.
Notate che non c'era nessun bisogno di scrivere queste frasi, che non sono pertinenti al risultato legale. Il medico si doveva assolvere, sia che la circoncisione fosse un diritto, sia che dovesse essere impedita, dato che comunque la sua buona fede e professionalità non sono discusse.
E il giudice di Colonia non è la Corte Suprema, cui forse spetta di stabilire principi giuridici pertinenti. Il suo compito in questo caso era semplicemente di decidere se il medico doveva essere punito o meno.
E' l'ideologia del magistrato che salta fuori, col pretesto del problema concreto: una sorta, se posso dire così, di interesse privato in sentenza. Come se un vigile, multandomi per divieto di sosta, dovesse dire la sua sulla forma della mia automobile.

C'è un meccanismo interessante che qui si applica, un eccesso di potere, che tradisce una formazione ideologica, un gesto politico.. E un altro poi sulla diffusione di questa sentenza. Giuridicamente, lo ripeto, la sentenza poteva benissimo restare lettera morta. E, di solito, nessuno viene neanche a sapere le motivazioni di una sentenza, al di fuori degli interessati.
In certi casi clamorosi conosciamo il dispositivo della sentenza (chi è stato assolto, chi condannato e a che pena), ma niente di più. In questo caso qualcuno ha diffuso questo specifico inciso alla stampa, provocando un effetto a valanga.
Da due mesi in Germania non si fanno più circoncisioni negli ospedali, anche se il Parlamento, che nei paesi democratici è la fonte della legislazione, ha approvato quasi all'unanimità (con la significativa eccezione di estrema destra e estrema sinistra) una mozione per sancire la legalità della circoncisione. Non è una legge, non è vincolante, per ora, dato che per approvarne una ci vuole del tempo, ma certo è più autorevole dell'inciso di una sentenza di un giudice di basso grado. Eppure...

Eppure non solo in Germania si sono bloccate le circoncisioni, ma anche in Svizzera dove due ospedali hanno bloccato la stessa pratica (http://www.timesofisrael.com/two-swiss-hospitals-follow-german-circumcision-ruling/  ;  http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/158150#.UBOS2vXFniz) e anche in Austria, dove addirittura un "governatore", cioè il presidente di una regione, si è mosso per proibire la pratica nella sua regione (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/158221#.UBYwwfXFniw). Naturalmente l'uno e l'altro senza alcuna base legale nelle legislazioni di quei paesi. La questione si è estesa addirittura agli Stati Uniti, dove il sindaco di New York, Bloomberg, ha deciso di proibire se non la pratica in sé, la tecnica tradizionale in cui essa è compiuta nelle comunità ultraortodosse, con un operatore (moel) non medico (http://www.cityandstateny.com/bloomberg-circumcision-laws-we-obligation-people-alive/).

Non ripeterò qui gli argomenti di Gerstenfeld e quelli che ho già sviluppato in uno scritto pubblicato una decina di giorni fa da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=45281). E però vorrei chiedervi una cosa: perché questa fulminea diffusione europea di clausola secondaria di una sentenza che lo ripeto, non ha valore vincolante neanche in Germania?
Perché non solo l'Austria, che ancora ricorda l'Anschluss e   gli acquarelli Kitsch di Hitler, ma anche la fiera Svizzera si sentono legate al parere del giudice di Colonia?
I casi sono due: o il potere della Germania è molto più grande anche di quel che si possa credere semplicemente guardano allo spread, e senza saperlo al posto dell'Unione Europea siamo arrivati all'Impero di Germania; oppure la sentenza tedesca è solo un pretesto per esprimere un'intolleranza che stava già lì, pronta per aggredire, e aveva solo bisogno di una maschera, di uno spunto, di un aggancio di cronaca.
Non si sa che cosa sia più preoccupante. Forse sono vere entrambe. E questo è ancora più preoccupante. Forse sia l'Impero Tedesco, che l'intolleranza nei confronti dei - diciamo così - non ariani, sono espressione di una vecchia faccenda, di un odio antico che sembrava finito settant'anni fa e che oggi rinasce in Germania ammantata dai diritti umani, tutela dei neonati e degli animali (la macellazione rituale...) e naturalmente antimperialismo e terzomondismo... Già, perché Impero Tedesco nella sua lingua si dice Deutsche Reich....



Ugo Volli


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