mercoledi` 27 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Deborah Fait
Commenti & TG news watch
<< torna all'indice della rubrica
Avevo una speranza 28/07/2012

Avevo una speranza
di Deborah Fait

Il duo del terrore                           Bravo a Antonio Caprarica

Ieri sera ho avuto una segreta speranza. Segreta quanto stupida. Mentre sfilavano le squadre degli atleti, pensavo: quando arrivera' il turno di Israele, il pubblico si alzera' in piedi e fara' il minuto di silenzio negato dal CIO. La squadra di Israele e' arrivata, numero 92, gli atleti avevano una divisa azzurra e nel taschino della giacca ciascuno aveva un fazzoletto nero. Il lutto in memoria della strage di Monaco.
"Forza, pensavo ad alta voce, alzatevi in piedi, alzatevi in piedi, dateci la speranza che il mondo sia migliore di quanto sembra. Vi prego, alzatevi!" Naturalmente non e' accaduto, assurdo da parte mia sperare che un pubblico che forse nemmeno era a conoscenza di quello che accadde nel 1972 a Monaco, assumesse una tale enorme, coraggiosa presa di posizione contro l'infamia del CIO.
Devo ammettere, amaramente, che sono rimasta delusa, fortunamente compensata dalle parole coraggiose di Antonio Caprarica, inviato della RAI a Londra, che senza porsi troppi problemi ha avuto le palle di criticare apertamente il CIO, nella persona del presidente Rogge, definendo "grande errore" l'aver rifiutato di commemorare ufficialmente , dopo 40 anni di silenzio, le vittime israeliane del terrorismo palestinese.
La vigliaccheria conclamata di Rogge e del Comitato di fronte al coraggio isolato, isolatissimo, di un giornalista senza peli sulla lingua e che questo giornalista fosse italiano mi ha inorgoglita non poco.
Sono cose che fanno star bene, coraggio contro abietta paura.
Grazie signor Caprarica! Grazie a lei la mia rabbia per la vilta' di chi stava tronfio e arrogante col petto in fuori, accanto alla regina, si e' leggermente attenuata. Non guardero' i Giochi, per me, dopo questa conferma di servilismo al mondo arabo, di codardia, di infame indifferenza da parte di chi spende solo parole inutili, retoriche e bugiarde su "fratellanza e lealtà'" , i giochi sono incominciati e gia' finiti.

La lettera dell'ideatore della strage, quel Abu Mazen degno erede del terrorista Arafat, e' un esempio di come possa scendere in basso il genere umano. Questo palestinese, capo dei palestinesi, boss del terrorismo, affossatore di ogni dialogo con Israele, questo essere abominevole ha scritto, come gia' saprete
http://www.informazionecorretta.com/main.phpmediaId=115&sez=120&id=45426 congratulandosi con Rogge per aver negato il minuto di silenzio per la strage da lui stesso ideata e decisa. Abu Mazen ha proseguito , vi giuro che non potevo credere ai miei occhi, neanche un palestinese puo' arrivare a tanto, pensavo, scrivendo che "...lo sport deve servire per la pace, non per il razzismo".
Avete parole? Io no , io posso solo pensare che un assassino di atleti innocenti, ammazzati solo perche' israeliani, che osa parlare di pace nello sport abbia la faccia di bronzo e il cuore di una iena. Lo stesso assassino definisce razzista Israele per aver chiesto di commemorare ufficialmente, davanti al mondo intero, l'assassinio dei suoi atleti.
Non si puo' neanche dire "vergogna su Abu Mazen" , uno cosi' non conosce vergogna perche' privo di umanita' e di coscienza. Uno cosi' conosce solo l'odio e la ferocia. Uno cosi' vive nutrendosi delle sofferenze delle sue vittime.
Avevo sperato, amici, avevo sperato che quegli ottantamila spettatori all'inaugurazione del giochi olimpici, ci rendessero giustizia, lo avevo sperato per le vedove e per i figli di quegli undici israeliani ammazzati, lo avevo sperato per Israele, per me, per il mondo.

Non e' accaduto e quel minuto di silenzio che avrebbe fatto riposare in pace finalmente, dopo tanti anni di assordante e pusillanime silenzio, i nostri undici ebrei assassinati proprio in Germania, 30 anni dopo la Shoa', non arrivera' mai.




Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT