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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.07.2012 Incontro Abu Mazen-Napolitano copia conforme dell’incontro Arafat-Pertini
Commento di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Incontro Abu Mazen-Napolitano copia conforme dell’incontro Arafat-Pertini»

Incontro Abu Mazen-Napolitano copia conforme dell’incontro Arafat-Pertini
Commento di Piera Prister



 L’incontro di Abu Mazen, presidente dell’Autorita’ Palestinese e negazionista della Shoà, con Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana avvenuto a Roma nella sede del Quirinale il 17 luglio 2012 e’ chiaramente una copia conforme dell’incontro avvenuto il 15 settembre 1982 tra Yasser Arafat e Sandro Pertini.
Le sciagure che ne seguirono subito dopo, le conosciamo ormai tutti, ma pochi tra i politici sembrano ricordare: una bara vuota minacciosa deposta di fronte alla Sinagoga di Roma da una folla inferocita guidata dalla Cgl; il ritiro delle camionette della polizia dal Ghetto, a seguito di un un ordine che venne dal Viminale e dalle supreme autorita’ dello stato, per agevolare le canaglie palestinesi che indisturbate lanciarono bombe e spararono contro i fedeli che uscivano dal Tempio Maggiore.
Seminarono scompiglio e terrore, morte e ferimenti, in una sanguinosa tregenda infernale che tronco’ la vita di un piccolo innocente, Stefano Tache’. E’ una pagina nera, una pagina vergognosa della storia italiana che dimostra come gli ebrei italiani siano stati abbandonati da uno Stato che li ha per ben due volte nella storia del ‘900, scippati della loro nazionalita’ italiana, come se fossero apolidi e quindi senza diritto alla difesa.
Di fatto furono venduti per ben due volte a potenze straniere, alla Germania nazista il 16 ottobre del 1943 e ai terroristi palestinesi finanziati dai signori del petrolio, il 9 ottobre 1982.
La scena e’ la stessa: come tutti allora erano invaghiti di Arafat, cosi’ ora sembrano tutti ugualmente invaghiti di Abu Mazen. Che e’ arrivato con la sua delegazione in Italia piu’ spavaldo e piu' sicuro di raccogliere consensi dopo le dimissioni del governo Berlusconi e il cambiamento del quadro politico italiano, nel tardo pomeriggio di lunedi’ 16 luglio 2012 all’aeroporto di Fiumicino per la sua visita di due giorni.
E’ venuto A CHIEDERE SOLDI -l’Italia e’ uno dei maggiori donatori europei- (soldi che escono dalle tasche dei cittadini italiani che pagano le tasse) cosi’ come leggiamo nel lancio d’agenzia ANSA del 16 luglio- e A CHIEDERE IL VOTO DELL’ITALIA ALL’ONU in settembre, quando quest’abile propagandista chiedera’ il riconoscimento internazionale della Palestina come stato, con GERUSALEMME DIVISA IN DUE CAPITALI, un oltraggio che respingiamo fermamente, essendo GERUSALEMME UNA ED INDIVISIBILE CAPITALE DI ISRAELE per decisione sovrana della Knesset che rappresenta il popolo israeliano.
La verita’ e’ che questo stato che Abu Mazen rappresenta e’ un regime antidemocratico e antisemita, un regime che premia i terroristi suicidi e ha come obiettivo la distruzione di Israele, come e’ scritto nella carta costituzionale palestinese.
E’ quello tra Abu Mazen e Napolitano un incontro che ci fa ripiombare indietro con la mente agli anni bui della Prima Repubblica, quando l’Italia era terra di nessuno in cui scorribandavano i terroristi dell’Autorita’ Palestinese di George Habbash, luogotenente di Arafat, insieme ai brigatisti rossi e terroristi tedeschi della Rote Armee Fraktion che in Italia hanno colpito al cuore il potere politico con l’assassinio di Aldo Moro, e il potere religioso con l’attentato al papa Giovanni Paolo II in Vaticano e l’attacco terroristico alla Sinagoga di Roma. Erano quelle efferate canaglie a cui gli uomini politici al potere, avevano dato licenza di uccidere e di fare stragi impunemente e a loro arbitrio, nei cieli e nei mari, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.
Abu Mazen per chi non se ne fosse accorto e’ l’erede in giacca e cravatta di Arafat, la sua copia sputata, la cui lingua biforcuta come quella di un serpente velenoso, non e’ uno strumento di pace, ma di guerra. Tanto piu’ che sgoverna il suo popolo che non riceve un briciolo di liberta’ in cambio di quel mare di soldi che la comunita’ internazionale gli devolve. Opprime tutti, uomini donne bambini, ma alle donne riserva con un ghigno beffardo un trattamento speciale a parte, donne che sono indottrinate, sessualmente violentate e ricattate sul loro onore e sulla loro famiglia, trasformate in orribili arpie indemoniate ed assassine, a cui poi per contentino lo stesso Abu Mazen intitola piazze, colonie estive ed erige una statua a Ramallah in presenza di scolaresche, come e’ avvenuto per Dalai Mughrabi e Wafa Idris.
Donne illuse in cerca di gloria e di riscatto e altrettanti illusi ragazzi all’Arrigoni che ignari abbracciano la mala causa palestinese, credendo alla vulgata dei loro cattivi maestri.
Ora l’incontro accattivante tra i due presidenti –speriamo  sia avvenuto senza concessioni da parte italiana a quell’antisemita viscerale di Abu Mazen- accade proprio quando la jihad anti-occidentale si sta riattivando paurosa soprattutto in funzione antisemita e antisionista, di nuovo in un’ Europa senza memoria, seminando il terrore a Tolosa in Francia con l’assassinio di tre soldati francesi; l’assassinio di tre bimbi ebrei e un rabbino di fronte alla scuola ebraica; e l’assassinio di cinque turisti israeliani per mano di un terrorista suicida all’eroporto di Burgas, sul Mar Nero in Bulgaria.
Ma Giorgio Napolitano come presidente di tutti gli Italiani e “arbiter super partes” per mandato costituzionale e’ al corrente che nel territorio amministrato da Abu Mazen i libri piu’ raccomandati dal regime sono il Mein Kampft di Hitler e i Protocolli di zarista memoria?!
Quanto sangue hanno fatto scorrere questi due libri, signor Presidente?
Martin Luther King che e’ stato l’apostolo della non violenza ne era al corrente, ma Lei perche’ ha ricevuto Abu Mazen quando proprio in nome dei principi della democrazia e del pluralismo religioso, e anche in nome del diritto alla liberta’ dalla tirannide e dalla paura, a cui la Sua alta carica si ispira, avrebbe dovuto sbattergli la porta in faccia? L’Italia ci rifa’, gioca la carta della smemoratezza, riceve al Quirinale e a palazzo Chigi quell’antisemita di Abu Mazen come ieri riceveva tra abbrracci e baci quell’altrettanto antisemita e anti-italiano di Arafat. Ma quella “buon’anima” di Arafat, per chi l’avesse dimenticato, ci porto’ bombe morte e distruzione, insomma centinaia e centinaia di morti italiani che attendono ancora giustizia, senza che il Presidente della Repubblica Italiana che e’ anche Presidente della Corte Costituzionale, come “Primus inter Pares” si faccia promotore, dall’alto della sua influente carica, della riapertura e revisione di quei processi-farsa sulle stragi che sono stati politicamente manovrati per darne l’assoluzione sia agli esecutori e sia ai mandanti che impunemente hanno spalancato le porte al terrorismo islamico.
Signor presidente, anche quelle stragi furono “un male necessario”, come i carri armati sovietici a Budapest?

 Piera Prister Bracaglia Morante

PS. Il Presidente della Repubblica e’ il capo dello Stato e Presidente del CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura che e’ l’organo di autogoverno della Magistratura ordinaria civile e penale. Garantisce l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario dei giudici da quello esecutivo dei politici.


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