Ammazzateci pure, noi vivremo
di Deborah Fait
L'attentatore Deborah Fait
Si chiamava Mohamed Ghezali, musulmano di origine algerina con passaporto svedese. Era un terrorista assassino, fanatico di odio contro gli ebrei, addestrato ad ammazzarli. La cosa strana e' che la maggior parte dei media italiani censura tutta la parte islamica dell'identita' dell'assassino e ci racconta che era "svedese". Questi sono stati i primi titoli: " e' di nazionalita' svedese il presunto terrorista di Burgas" per non parlare dei forum spazzatura, quelli di sinistra e di destra, quelli dove si mette in dubbio, come al solito, che l'attentato sia stato opera del Mossad. I servizi bulgari negano si tratti di Mohamed Ghezali, detto Medi per nascondere quel Mohamed troppo scomodo, ma credo questo sia irrilevante, sono stati ammazzati ancora una volta degli ebrei perche' ebrei, sono stati ammazzati dall'odio islamico in un paese europeo esattamente come a Monaco nel 1972, esattamente come tutti gli attentati organizzati da Arafat negli anni 70/80 in tutta europa contro obiettivi ebraici, esattamente come a Roma nel 1986 quando fu ammazzato il piccolo Stefano Tache' davanti alla sinagoga. Uno dei primi laidi commenti letti: " E' da mesi che Netanyahu vuole menare le mani per attaccare l'Iran, nonostante gli inviti di Obama alla prudenza. All'improvviso, un attentato misterioso contro un gruppo di turisti ebrei diventa il pretesto per accusare l'Iran di essere il mandante, senza alcuna prova e in un momento in cui l'unico paese al mondo che non ha bisogno di una guerra con Israele č proprio l'Iran. Come l'incidente del Golfo del Tonchino servė agli Stati Uniti per costruire l'attacco al Vietnam, in modo analogo questo attentato, quasi certamente, č stato orchestrato dal MOSSAD." Altri scrivono che "ma che cosa strana questo attentato, sembra fatto apposta per incolpare l'Iran......" E cosi' via, la musica e' sempre quella, odio apertamente antisemita in un paese, l'Italia, dove l'antisemitismo sta crescendo verticalmente come era accaduto negli anni settanta quando aveva raggiunto livelli spaventosi. Pensate che in quegli anni chi si imbarcava su aerei ElAl per recarsi all'estero veniva messo in guardia: "Non stare mai in gruppo, levare dai bagagli ogni riferimento a Israele, non parlare ebraico in pubblico, e considerare ogni vicino di posto un possibile attentatore, ogni bagaglio "strano" una possibile bomba" Chi osservava negli aeroporti il settore della ELAL poteva vedere alcune camionette intorno agli aerei che poi accompagnavano ogni volo in partenza e in arrivo, i mitra puntati fuori dai finestrini. Ogni ambasciata israeliana, ogni scuola ebraica, ogni sinagoga sembravano Fort Knox quanto erano protette da soldati in armi. Israele ha speso miliardi per la sicurezza in patria e all'estero, miliardi per difendere innocenti turisti, cittadini qualunque, dall'odio antisemita degli arabi o dell'Armata Rossa tedesca, dai feddaiyn al soldo di Arafat, persino dai giapponesi che all'aeroporto Ben Gurion commisero uno degli attentati piu' efferati con 35 morti rimasti sul selciato. In quegli anni l'obiettivo di Israele era di tagliare la testa del serpente ma il serpente era talmente enorme e ricreava se stesso ad ogni azione di difesa israeliana che oggi siamo tornati al terrore internazionale piu' efferato contro Israele. In 18 mesi sono stati sventati 20 attentati in giro per il mondo contro obiettivi israeliani. Oggi i funerali delle 5 vittime israeliane ( la sesta vittima e' l'autista bulgaro e la settima e' la spazzatura), I loro nomi sono: Itzik Kolangi Maor Harush Elior Price Amir Menashe tutti ventenni e Kochava Shriki che aspettava un bambino. La terra sia loro lieve e il nostro ricordo li accompagni sempre come per tutte le vittime della bestia antisemita. E' stato grandioso vedere come ha reagito Israele a questa ennesima violenza contro i propri cittadini. Neanche un'ora dopo l'attentato Zaka era gia' all'aeroporto di Tel Aviv pronti a partire, L'esercito aveva gia' svuotato due Hercules per poterli poi riempire colle barelle dei feriti, Il Maghen David Adom era la' con tutte le sue apparecchiature piu' moderne. Una donna ferita ha sussurrato" quando ho visto i nostri soldati correrci incontro e abbracciarci e accarezzarci ho pianto perche' era casa nostra che veniva ad aiutarci" Eli Bin, direttore del Maghen David Adom, ha detto "ogni israeliano deve sapere che ovunque egli sia, nel posto piu' remoto del mondo, Israele, il suo esercito, il suo governo lo porteranno sempre a casa!" Ammazzateci pure, noi vivremo sempre perche' siamo un Popolo, siamo Il Popolo. Ammazzateci pure, quanto avete tentato di farci scomparire, per quanti secoli avete tentato, con quanti e quali mezzi avete provato ma noi siamo qui, la paura non ci indebolisce, siamo qui a guardarvi negli occhi , siamo israeliani, siamo ebrei, nel nostro DNA abbiamo il coraggio di sopravvivere ad ogni mostruosita' da voi pensata, per poter vivere con dignita', liberta' a casa nostra, in Israele.