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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.07.2012 Sciogliere e Incriminare, antisemitismo e rifondazione neofascista
Analisi di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «Sciogliere e Incriminare, antisemitismo e rifondazione neofascista»

Sciogliere e Incriminare
 antisemitismo e rifondazione neofascista
Analisi di Vitaliano Bacchi

Vitaliano Bacchi    Hotel Michelangelo,Milano, luogo del raduno

La sede scelta per il congresso di rifondazione neofascista è stato l'hotel Michelangelo a Milano, dove si sono riuniti qualche settimana fa i leaders europei della rifondazione neofascista e ariana dei nuovi movimenti dell'internazionale nera. Milano e non Berlino o Madrid perchè la coscienza collettiva fascista riconosce all'Italia il primato nella genesi dell'ideologia fascista e nel mito di Roma il prototipo del razzismo littorio e ariano che il fascismo codificò nelle sue leggi razziali e nel concorso attivo con l'alleato tedesco nella politica antisemita dello sterminio. Milano perchè è riconosciuta erede storica della fase finale del fascismo vinto dalle democrazie, la fase quindi apertamente nazionalsocialista e del "fascismo di sinistra" che rivendicò espressamente l'antisemitismo con l'adozione statutaria della "Carta di Verona", manifesto ideologico della RSI, recante al punto 7) la definizione giuridica dell'ebreo come nemico del popolo italiano. Il summit di Milano li ha riuniti tutti, dai movimenti neonazisti tedeschi (NSU) e ungheresi (Jobbik) e degli altri paesi europei (Hammerskin e altro repertorio ariano); pare mancasse il movimento italiano di Forza Nuova, che rivendica un ruolo di elite nell'ambito ideologico neofascista vuoi per i capitali immensi di cui dispone, vuoi anche per la centralità romana mediterranea e littoria della sua organizzazione e della sua prassi. Una aristocrazia elitaria condivisa dai greci di Alba Dorata, parimenti assenti. Leggeremo su "Libero" nei prossimi giorni la cronaca del convegno, perchè anche oggi riserva una rubrica a "Casa Pound" con la quale il movimento ha modo di far propaganda delle sue idee sociali e di protesta "proletaria". Inequivoche le fonti e i miti che propalano: nei siti web di queste organizzazioni campeggia l'icona di Giovanni Preziosi, il Rosenberg italiano, ispettore fascista della razza e uomo di fiducia di Himmler in Italia, quindi pochi dubbi circa l'identità politica e gli scopi perseguiti, nei quali si iscrive l'ideologia apertamente negazionista di Luca Romagnoli, uno dei leaders. Il leit-motiv di questa offensiva ideologica ed organizzativa è tuttavia astutamente ricavato da un motivo di sdegno popolare che in Grecia ha determinato il successo e la crescita abnorme del movimento neonazista che ha saputo coniugare i temi classici del separatismo nazionalista con la invariabile xenofobia fascista e, soprattutto, con la denuncia del disastro finanziario dell'eurozona. "L'urgenza di uscirne e il programma di lotta alla globalizzazione finanziaria affamatrice del proletariato con le bolle speculative che periodicamente deve provocare per poter riprodurre l'odiato meccanismo capitalistico della speculazione finanziaria che pochi grandi speculatori internazionali decidono con andamento ciclico funzionale a riprodurre sistematicamente le condizioni per colossali attacchi alle monete deboli", sono questi i temi vincenti della loro propaganda. La nuova destra neofascista è quindi sociale nei programmi e i suoi teorici rivendicano in questa socialità proletaria romana caricaturale e littoria il segno dell'origine popolare sansepolcrista e squadrista del fascismo e la conferma della evoluzione nazionalsocialista della esperienza di Salò, congrua più al prototipo nazista delle origini dei fratelli Strasser e delle S.A. che alle performances da operetta di Mussolini nella fase cerimoniale del suo idillio con la borghesia italiana che lo avrebbe poi svenduto e sacrificato alle "plutocrazie" vincitrici della guerra. Questi i loro temi, pericolosi, suggestivi e con grande forza sociale di consenso stante la crisi delle economie comunitarie e la formazione progressiva di nuclei di dissenso aperti a tutte le suggestioni. L'elemento storicamente ricorrente della rifondazione fascista è il terrorismo; dall'incendio del Reichstag al delitto Matteotti, sempre e comunque il fascismo prepara la sua offensiva con strategia terroristica e quindi il terrorismo, già palese con l'attentato al treno dell'alta velocità di due giorni fa e con le recenti gambizzazioni ha già fatto la sua ricomparsa. L'esercizio della funzione giudiziaria da parte di alcuni magistrati come Saviotti, Tescaroli, Ceccanti, Priore, con rigorosa applicazione della normativa costituzionale e penale antifascista, dimostra quanto preparata e rassicurante sia diventata l'avanguardia intellettuale della magistratura italiana colta e fedele al testo costituzionale sul fronte dell'antifascismo e della lotta al terrorismo. Sono tuttavia misure giudiziarie insufficienti: non basta il processo. Il modello repressivo e preventivo è un altro. Nel 1973 lo sdegno che provocò l'assassinio del magistrato Vittorio Occorsio da parte di uno del leader di Ordine Nuovo determinò il maxiprocesso di Roma (Addis + 146) ai vertici dell'organizzazione neofascista responsabile di tutte le stragi ed in particolare lo scioglimento ex lege con decreto ministeriale del relativo movimento, il famoso e paradigmatico decreto del ministero degli interni retto da Paolo Emilio Taviani. Sul piano giuridico un capolavoro di tecnica normativa antiterroristica. La strada è questa. Bisogna ripetere questa intelligente misura legislativa perchè quella giudiziaria non è sufficiente ed è lunga e macchinosa. Organizzazioni che presentino caratteri ideologici simbolici e organizzativi oggettivamente iscrivibili nelle categorie storiche del fascismo devono esser sciolte ex lege e determinare l'incriminazione dei suoi organizzatori secondo la normativa costituzionale e penale contro il fascismo di cui l'ordinamento italiano è munito senza bisogno di nuove leggi. Non possiamo meravigliarci della ricomparsa terroristica se non ne eliminiamo la condizione di rinascita e cioè la vocazione latina e mediterranea, e quindi greca, spagnola, ungherese e italiana, alla violenza per la soluzione militare franchista e fascista dei conflitti sociali.


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