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La Stampa Rassegna Stampa
17.07.2012 Siria: Assad sopravvive solo grazie alle armi iraniane
Murizio Molinari intervista Matthew Levitt

Testata: La Stampa
Data: 17 luglio 2012
Pagina: 15
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il regime è spacciato senza le armi iraniane»

Sulla STAMPA di oggi, 17/07/2012, a pag.15, con il titolo "Il regime è spacciato senza le armi iraniane", Maurizio Molinari intervista Matthew Levitt, analista mediorientale al Washington Institute.
Ecco il testo:

Matthew Levitt             Maurizio Molinari

Senza le forniture di armi dell’Iran il regime di Bashar Assad sarebbe obbligato a contare perfino i proiettili sparati dai suoi soldati: a descrivere il network dei traffici di armi fra Siria e Iran è Matthew Levitt, ex titolare dell’intelligence al ministero del Tesoro americano, dove è stato il regista di molte sanzioni contro gli Stati complici di organizzazioni terroristiche, ed oggi direttore del programma di Controterrorismo al Washington Institute.

Quanto contano i rifornimenti di armi iraniane per la Siria?

«Sono indispensabili».

Ma anche Mosca invia armi a Damasco, quale è la differenza?

«C’è n’è una di fondo. Le spedizioni di armi russe sono qualitativamente importanti ma occasionali mentre Teheran è un arsenale illimitato e a fornitura continua per il regime di Assad. Gli iraniani spediscono di tutto, in continuazione. Ogni tipo di arma, strumentazione di intelligence o munizione che l’esercito di Assad chiede, viene consegnata in tempi stretti. Si tratta di una retrovia indispensabile per il regime senza la quale Assad avrebbe problemi anche con il numero di pallottole s p a rat e dai suoi soldati contro le forze ribelli».

Un dossier dell’intelligence saudita indica negli aerei dell’Iran Air il vettore che viene più spesso adoperato per trasferire le armi. Cosa ne pensa?

«L’Iran da tempo ricorre all’aviazione civile per coprire il traffico di armi. Ricordo che anni fa, all’indomani di un violento terremoto nel Sud dell’Iran, gli aerei civili giunti dalla Siria con gli aiuti umanitari ripartirono con le stive piene di armi. É una strategia consolidata, che coinvolge anche altre linee aeree e le compagnie di trasporto marittimo, le cui navi vengono usate come gli aerei Iran Air, al fine di evitare controlli e ispezioni».

Perché le attuali sanzioni internazionali contro Iran e Siria non riescono a bloccare questo tipo di traffici?

«Dovrebbero riuscire a ostacolare i movimenti di aerei e navi commerciali, iraniane e siriane. C’è sempre qualcosa in più che può essere fatto per rendere più efficace un regime di sanzioni, va tuttavia detto che quelle già esistenti stanno avendo effetto nel rendere assai più difficili i movimenti di materiali proibiti tanto per Teheran che per Damasco».

Fra le accuse nei confronti dell’Iran c’è quella di usare scali tedeschi per triangolazioni aeree tese a far arrivare le armi alla Siria. Cosa ne pensa?

«Il ricorso all’aviazione commerciale per effettuare traffici illeciti è da molto tempo una scelta strategica dell’Iran. Molte nazioni ne sono al corrente. L’interrogativo riguarda i rimedi che possono essere adottati».

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