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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.07.2012 Come possiamo combattere la delegittimazione di Israele
analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Come possiamo combattere la delegittimazione di Israele»

Come possiamo combattere la delegittimazione di Israele
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione dall'inglese di Yehudit Weisz)


Manfred Gerstenfeld

E’ possibile far qualche cosa contro la delegittimazione di Israele?  Un ufficiale israeliano di alto livello con esperienza di intelligence mi ha detto che non si può far niente.  E’una soluzione facile:  se non si può far nulla, perché provarci?
Ma la campagna di delegittimazione è  un problema serio per Israele.  Calunniare è facile,  smascherare la calunnia è cosa difficile, lunga e a volte costosa.  Un esempio:  la poetessa tedesca Irena Wachendorf, attivista anti-Israele e pro-Hamas, ha sempre detto di essere ebrea, appartenente a una comunità ebraica liberale, e di aver servito nell’esercito israeliano. Ha anche detto che suo padre, ebreo, si rifugiò in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale, mentre la madre sopravvisse ad Auschwitz.  Dopo due anni di ricerche condotte dalla giornalista tedesca Jennifer Pyka  la Wachendorf ha dovuto ammettere che è tutto falso.  Non è mai stata nell’esercito israeliano, suo padre durante la seconda guerra mondiale era un soldato tedesco, e non ci sono prove delle altre sue asserzioni.

I giornalisti stranieri di solito seguono un altro modello.  Scrivono un articolo anti-israeliano che omette sia alcune informazioni essenziali sia il punto di vista  di una fonte israeliana affidabile. Lo scrivono in pochissimo tempo,  ma per i gruppi filo-israeliani che controllano l’informazione, come Camera o Honest Reporting,  occorre molto tempo per dimostrarne la falsità e le frodi.

In passato mi fu chiesta una consulenza professionale su come una  grande multinazionale europea potesse affrontare in modo coerente i problemi ambientali e i frequenti attacchi degli ambientalisti.  I dirigenti dell’azienda erano convinti che  questi attacchi fossero una specie di ‘forza  naturale’ contro cui si poteva ben poco.  Un giorno io ed il membro del  consiglio d’amministrazione incaricato dell’indagine presentammo le proposte.  Al termine il  presidente della società disse:  ‘Oggi ho capito che i problemi ambientali sono come tutti gli altri.’  Cambiò l’approccio  della persona al vertice. Con il suo aiuto  riuscimmo gradualmente far capire anche ai responsabili dei livelli inferiori come affrontare i problemi ambientali e gli attacchi dei verdi.

E’ la stessa cosa per la delegittimazione.  Per decenni  i governi israeliani non hanno affrontato coerentemente il problema.  I palestinesi sono riusciti a far penetrare sistematicamente la loro narrativa nell’opinione pubblica occidentale, che ora considera  la società palestinese - che non è riuscita  ad ottenere risultati con decenni di stragi e col terrorismo contro Israele -   come vittima dei ‘brutali Israeliani’.  Ci sono riusciti  con l’aiuto dell’estrema sinistra  e dei razzisti umanitari, fra cui si contano anche alcuni israeliani.

Che fare? Il primo passo è  che il governo israeliano riconosca che la delegittimazione è una forma di guerra,  che deve essere combattuta con metodo.  Il secondo è  che incarichi un ente statale di diventare il centro  di comando per questo tipo di guerra, proprio come avviene per la guerra militare e  per quella cibernetica.  Il candidato più ovvio  sarebbe il Mossad,  che dovrebbe creare un dipartimento speciale al suo interno. I ministeri con le loro ingombranti burocrazie non sono efficienti in questo tipo di guerra.
 
L’approccio concettuale è piuttosto semplice. Prima occorre identificare chi già combatte questa guerra in favore di Israele, e che settore copre.  Poi occorre analizzare come operano i nemici, e chi li finanzia.  Questo è più difficile, perché delegittimatori e anti-semiti hanno varie provenienze:  paesi islamici, organizzazioni islamiche nei paesi occidentali, militanti della sinistra, neonazisti, socialdemocratici, cristiani liberali, accademici, ONG, giornalisti e così via.  Molti nemici appartengono a più categorie.
 
Il passo successivo è analizzare i principali tipi di falsità e frodi usate frequentemente contro Israele.  Le falsità sono relativamente facili da classificare.  Le frodi sono più  complesse da  catalogare, perchè occorre un’attenzione dettagliata a molti aspetti:  l’uso di due pesi e due misure,  il porre sullo stesso piano vittime ed assassini, l’uso di appelli buonisti in favore di criminali, l’inversione fra causa ed effetto e molti altri trucchi.
Quindi occorre un’analisi sistematica di come vengono diffuse falsità e frodi.  Sono coinvolti i mezzi di comunicazione, l’ONU, internet ed altri.
Occorre anche valutare quanto danno è già stato fatto dalla campagna di delegittimazione sia ad Israele sia alle comunità della diaspora

Infine occorre sviluppare una strategia salda e coerente per combattere questa guerra.  Come fare a mettere in posizione di difesa anziché di attacco i Palestinesi e gli altri nemici di Israele?  Come  riuscire a farli venire allo scoperto in poco tempo e obbligarli a dedicare molto più tempo e denaro a difendersi? 
Si tratta di un progetto strutturato,  come ogni altro progetto.  Richiederà tempo e anche denaro, che per la maggior parte dovrà venire dal governo israeliano.  Ma il denaro è soltanto l’inizio.

Manfred Gerstenfeld fa parte del gruppo direttivo del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni.
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