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La Stampa Rassegna Stampa
13.07.2012 Una base militare galleggiante nel Golfo Persico per arginare le minacce iraniane
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 13 luglio 2012
Pagina: 15
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Usa, una base galleggiante contro le minacce di Teheran»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/07/2012, a pag. 15, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Usa, una base galleggiante contro le minacce di Teheran".


Maurizio Molinari

La mossa militare di Barack Obama per proteggere lo Stretto di Hormuz dalle minacce iraniane è una base galleggiante nelle acque del Golfo Persico. La «Uss Ponce», uscita dai cantieri della Us Navy nel 1966, è stata progettata e costruita per essere una nave appoggio di operazioni in grande stile e fino a pochi mesi fa il Pentagono pensava di liberarsene in tempi stretti, considerandola oramai superata. Ma a ridarle una missione contro le minacce nel XXI secolo sono state le dichiarazioni dei comandanti militari delle forze iraniane che, in aprile e maggio, hanno ipotizzato di chiudere lo Stretto di Hormuz per ritorsione contro le sanzioni petrolifere occidentali ai danni di Teheran, entrate in vigore a inizio luglio. Davanti allo scenario di barchini kamikaze lanciamissili a cavallo di Hormuz, Leon Panetta e David Petraeus, rispettivamente alla guida di Pentagono e Cia, hanno incaricato una task force congiunta di pianificare la contromossa. La scelta è caduta sulla Uss Ponce perché è un’unità di media grandezza con un eliporto e ciò ha consentito di ristrutturarla in fretta, trasformandola in base per operazioni di elicotteri, unità sottomarine, rifornimento di altre navi militari - a cominciare dai cacciamine - e soprattutto alloggi per un numero imprecisato di soldati delle unità speciali, a cui Petraeus e Panetta immaginano di affidare blitz anti-iraniani se Teheran dovesse decidere di bloccare la navigazione attraverso lo Stretto del 40 per cento del petrolio quotidianamente venduto sui mercati. Obama ha approvato la mossa strategica e la Uss Ponce è stata così inquadrata nella Quinta Flotta Usa, di base in Bahrein, e schierata nelle acque internazionali davanti all’Emirato per consentire, in caso di necessità, al Pentagono di operare in fretta senza dover chiedere autorizzazioni ad altre nazioni, seppur alleate. La Uss Ponce è già operativa, sollevando le proteste di Teheran che ha parlato di «minacciosa militarizzazione del Golfo» da parte di Washington. Sarà proprio la Uss Ponce il perno delle manovre navali che a inizio settembre si svolgeranno fra 19 Paesi alleati, partner Nato e arabi, per simulare proprio lo sblocco di Hormuz. Più in generale, la ristrutturazione della Uss Ponce suggerisce in che direzione si sta muovendo il Pentagono in vista del maggiore impegno nei mari dell’Asia, illustrato da Panetta durante il recente viaggio a Singapore: le basi galleggianti nelle acque internazionali consentono alle truppe speciali di intervenire ovunque, rapidamente. Risparmiando sui costi, rispetto a basi terrestri e ponti aerei, e aumentando la capacità di sorprendere il nemico. Ecco perché Allison Stiller, viceministro della Us Navy, anticipa al «New York Times» che saranno «almeno due» le «basi galleggianti» di cui la Marina disporrà a breve termine «al fine di aumentare la nostra efficacia di azione». Il primo esempio di «base galleggiante» risale all’attacco all’Afghanistan nell’ottobre 2001, quando la portaerei «Kitty Hawk» venne posizionata nell’Oceano Indiano, svuotata e adattata ad ospitare le truppe speciali incaricate di affiancare l’Alleanza del Nord nell’offensiva contro i taleban.

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