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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.07.2012 Yasser Arafat e la sua morte: nessun mistero
il terrorista è morto di AIDS. Ma Davide Frattini sembra incuriosito dalle tesi sul Polonio

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 luglio 2012
Pagina: 44
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Arafat avvelenato con il Polonio? Quei documenti che restano nascosti»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/07/2012, a pag. 44, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Arafat avvelenato con il Polonio? Quei documenti che restano nascosti ".


Davide Frattini, Yasser Arafat

Nasser al Kidwa ha reso pubblica la cartella clinica redatta dai medici francesi dell'ospedale militare Percy, dove lo zio Yasser Arafat è morto. Gli ci sono voluti quasi otto anni. I documenti erano stati ottenuti dal quotidiano israeliano Haaretz e dall'americano New York Times nel 2005, ma i familiari — al Kidwa e la moglie del leader palestinese — si sono sempre rifiutati di divulgarli. Adesso invocano la trasparenza, dopo che l'emittente araba Al Jazeera ha ricevuto dalla vedova Suha gli effetti personali di Arafat e li ha fatti analizzare ai ricercatori dell'ospedale universitario di Losanna.
I resti biologici sullo spazzolino, il pettine, le mutande hanno rivelato la presenza di Polonio 210, lo stesso isotopo radioattivo trovato nel sangue di Alexander Litvinenko, l'ex colonnello dei servizi segreti russi che aveva denunciato le trame cecene ed era morto avvelenato a Londra nel 2006. Nasser al Kidwa accusa gli israeliani di aver ucciso lo zio (e loro smentiscono), eppure i nuovi capi palestinesi non sembrano aver fretta di riesumare il cadavere e cercare quelle prove che trasformerebbero ancor più Abu Ammar, il suo appellativo di battaglia, in un mito da celebrare. Ieri hanno annunciato che la decisione non è stata presa, di voler prima analizzare il dossier stilato dagli scienziati svizzeri.
La comparsa in scena del Polonio — con quel nome scespiriano — trasforma la fine di Arafat anche in un complotto di palazzo. Il presidente della commissione palestinese che ha indagato sulla morte sostiene di poter dimostrare l'avvelenamento e ripete: è avvenuto con l'aiuto di qualcuno vicino al leader. Sembra che dentro alla Muqata e attorno al mausoleo dove giace Arafat si stia giocando una partita di potere che ritorna all'11 novembre 2004. Se è possibile trovare dei riscontri, è il momento di lasciar tentare i medici di Losanna. Se ci sono documenti ancora segreti, è il momento di tirarli fuori. Altrimenti i dubbi invecchieranno e moriranno di morte naturale.

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