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Il Giornale Rassegna Stampa
09.07.2012 Viaggio a Trieste: il cimitero ebraico
l'intervento di Giorgio Pressburger al festival 'LaMilanesiana'

Testata: Il Giornale
Data: 09 luglio 2012
Pagina: 23
Autore: Giorgio Pressburger
Titolo: «Viaggio a Trieste. Al cimitero ebraico»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 09/07/2012, a pag. 23, l'articolo di Giorgio Pressburger dal titolo "Viaggio a Trieste. Al cimitero ebraico".


Cimitero ebraico di Trieste, Giorgio Pressburger

Pubblichiamo l’intervento che lo scrittore Gior­gio Pressburger leggerà oggi in Sala Buzzati, a Mi­lano (via Balzan 3, ore 12) per gli incontri del «Viaggio in Italia: Trieste» nell’ambito del festi­val «LaMilanesiana», ideata e diretta da Elisabet­ta Sgarbi. Introdotti dalla una lettura di Sabrina Colle (da Scipio Slataper), oltre a Pressburger in­terverranno Gillo Dorfles, Miran Košuta, Mauro Covacich e Mauro Giacca.

Il cimitero ebraico di Trieste è in qualche modo lo specchio della storia di questa città dell’Adriati­co, oggi sempre più amata e sempre più spesso no­minata da italiani e stranieri. L’entrata di quel luogo si trova in via dei Pellegrini, accanto a quella del cimite­ro greco-ortodosso e a quella del cimitero riformista. Lo scalpellino del cimitero ebraico era, una volta, il cu­stode di quello greco. Aveva impresso su centinaia di lapidi la famosa parola di cinque lettere, semplice e profonda: SHALOM, pace. Non conosceva altre paro­le ebraiche. Sua moglie a quell’epoca era una giovane donna sempre sorridente che vestiva gonne corte di pelle ed era cordiale con i clienti ebrei di suo marito. Anche lui era calmo, tranquillizzante, rispettoso. Il ci­mitero ebraico così come si vede oggi, fu aperto verso la seconda metà dell’800. Molte tombe antiche furo­no traslate in quegli anni da via del Monte, dove si tro­vava il vecchio cimitero, in via dei Pellegrini dove si tro­va quello più nuovo. La parte più vicina all’entrata è oc­cupata da tombe antiche traslocate. Su via del Monte Umberto Saba ha scritto alcuni versi che sono scolpiti su una lastra, all’angolo della via. A Trieste, dove son tri­stezze molte/ E bellezza di cielo e di contrada/C’è un’er­ta che si chiama Via del Monte .
Nella parte centrale si trovano le tombe più recenti, dall’800 ai giorni nostri. Sulle lapidi sono scolpiti no­mi tedeschi, ungheresi, polacchi, greci, armeni, ce­chi, insomma, di mezza Europa. Da quei Paesi erano venuti a Trieste molti ebrei in cerca di fortuna, faceva­no i mestieri più diversi, a volte arricchendosi con commerci e piccole imprese. Gli abitanti di Trieste co­noscono bene quei nomi. Molti si trovarono all’epoca della Prima guerra mondiale tra gli «irredentisti» più ferventi,soffrirono prigioni,pene severe e costose.Al­l’epoca della Seconda guerra mondiale subirono inve­ce le leggi razziali, la deportazione, lo sterminio. A leg­gere i documenti relativi a quelle vite, spesso ci accor­giamo che si poteva trattare di patrioti sinceri dell’Ita­lia che si stava costruendo.
Italo Svevo e Umberto Saba sono seppelliti nel cimi­tero più grande, cattolico,chiamato il Cimitero di San­t’Anna. Le loro vicende religiose erano particolari e la loro fama anche.Nel cimitero di Sant’Anna ci sono pa­recchi nomi di ebrei: si tratta di convertiti per conve­nienza e per timore delle persecuzioni. Non sempre queste conversioni garantirono la salvezza.
Un’altra particolarità del cimitero ebraico di via dei Pellegrini è lo stile dei monumenti funebri e la forma di essi. Statue di un realismo ottocentesco si mescola­no a bassorilievi liberty, a monumenti dell’Art Nouve­au, fino all’astrattismo. Moltissime tombe della parte interna sono abbandonate. Piante di ogni tipo le co­prono, certe volte senza più possibilità di restauro. So­no tombe di famiglie estinte, sterminate nelle camere a gas oppure appartenenti a gruppi umani che non hanno più discendenti in Italia.
C’è una parte elevatain questo cimitero.Lìsi trova­no le tombe più grandi, erette da famiglie molto dana­rose. Marmi preziosi, blocchi di pietra portati chissà da quale cava, recano iscrizioni solenni, a grandi carat­teri di metallo. L’asciutta opulenza di quei monumen­ti incute rispetto e senso di sobrietà. Anche qui i nomi vengono da mezza Europa.
Mio fratello gemello e mia madre sono seppelliti in quel cimitero. Secondo la consuetudine di certe fami­glie ebraiche, anch’io ho comprato per me un posto. Con mio fratello eravamo particolarmente uniti in vi­ta. Abbiamo scritto due libri insieme. Così tre membri del nostro vasto parentado, tutti e tre nati in Ungheria, saranno seppelliti a Trieste. Mio padre ha la tomba a Budapest,mia sorella è chiusa in un’urna cineraria in casa del suo vedovo, canadese québécois , che vive a Ot­tawa, i nonni paterni sono stati uccisi a Bergen Belsen, dei loro corpi non c’è nessuna traccia.I nonni materni sono seppelliti in tombe anch’esse invase dalle piante nel grande cimitero ebraico a Budapest.
È questo quello che posso dire ora del cimitero ebraico di Trieste. Chi vorrà visitarlo farà in realtà una visita a parte della cultura ebraica dell’Europa centra­le, di quella greca e di quella balcanica. Uscirà da quel cimitero, dopo essersi lavate le mani a un vecchio la­vandino,
certamente un po’ cambiato: in meglio.

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