Siria: Hillary Clinton contro Russia e Cina per il loro appoggio ad Assad il segretario di Stato americano promette sanzioni e isolamento internazionale
Testata: La Repubblica Data: 07 luglio 2012 Pagina: 19 Autore: Redazione di Repubblica Titolo: «Siria, l’America sfida Mosca e Pechino»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 07/07/2012, a pag. 19, l'articolo dal titolo "Siria, l’America sfida Mosca e Pechino".
Hillary Clinton, Bashar al Assad
Hillary Clinton all’attacco di Mosca e Pechino. L’ex first lady, oggi a capo della diplomazia americana, ha innalzato i toni della polemica contro la Russia e la Cina per il loro sostegno al regime siriano, auspicando che «paghino il prezzo » di questa loro scelta. «Vi dico molto francamente — ha tuonato alla Conferenza degli “Amici della Siria” — che l’unico modo per cambiare la situazione è se ogni nazione rappresentata in questa sede chiarirà direttamente e urgentemente che Russia e Cina pagheranno un prezzo perché stanno bloccando qualsiasi progresso, e questo non è più tollerabile». Un discorso fuori dai denti. Alla platea più ricettiva: il club “Amici della Siria” che raccoglie esponenti di governo, personalità pubbliche e oppositori accomunati dalla convinzione che non può esserci soluzione alla crisi siriana se il presidente Assad resta al potere. Anzi, prima se ne va, meglio è. Una sorta di contro-conferenza di Ginevra, dove i cinque grandi della Terra, i paesi membri del Consiglio di sicurezza, più alcuni comprimari di rilievo, sulla base del piano presentato dal mediatore Kofi Annan hanno concordato una road-map verso la transizione alla democrazia che non prevede l’immediata uscita di scena del rais. Che dietro l’apparente unanimità del voto covassero i contrasti di sempre, è parso subito chiaro quando la Francia ha deciso di convocare gli “Amici della Siria”, mentre la Russia, assieme alla Cina, ha di- sertato la riunione di Parigi, scegliendo di invitare a Mosca per il fine settimana altri esponenti dell’opposizione. Fra gli “Amici della Siria” la fuga in Turchia, destinazione Parigi, del generale Manaf Tlass, ex amico e sodale di Bashar al Assad, nonché comandante di una brigata della Guardia repubblicana, è stata accolta con grande compiacimento: «Un duro colpo per il regime», un «segno di sgretolamento del potere», è stato detto. Sulla scia di questa novità, il segretario di Stato americano ha invitato i soldati siriani ad «abbandonare il dittatore e a passare dalla parte giusta della storia», lanciando un monito a quelli che non lo fanno: «Il popolo siriano si ricorderà delle loro scelte ». Poi l’attacco a Russia e Cina, il cui atteggiamento in difesa di Assad, manifestatosi nei veti opposti durante le discussioni e di fronte alle decisioni del Consiglio di sicurezza, deriva, secondo Clinton dalla convinzione che «non stanno pagando nessuno prezzo per levarsi a sostegno del regime». Quindi l’unica maniera per cambiare la situazione è fare capire chiaramente a Mosca e a Pechino che, invece, «pagheranno un prezzo». Clinton non ha spiegato cosa intendeva: sanzioni, isolamento internazionale, boicottaggi? La risposta di Mosca non si è fatta aspettare. Il viceministro Gennady Katylov ha definito quello del segretario di Stato americano un discorso «scorretto, fuori luogo».
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