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L'Opinione Rassegna Stampa
07.07.2012 Europarlamento a favore dei confini del '67
E la sicurezza di Israele ? Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 07 luglio 2012
Pagina: 7
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «L’Europarlamento boicotta Israele»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 07/07/2012, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "L’Europarlamento boicotta Israele".


Dimitri Buffa

«Togliere il blocco di Gaza, proteggere le comunità beduine in Cisgiordania e Negev, rispettare le leggi umanitarie internazionali» verso i palestinesi ed accettare il principio dei “due Stati” con Gerusalemme capitale di entrambi. L’ennesima cattiva notizia per lo stato di Israele viene da una risoluzione del Parlamento Europeo, passata, su input del centro–sinistra, con una maggioranza risicata e preparata per mesi a tavolino: 291 sì, 274 no, 39 astenuti. Un testo preparato dal centro–sinistra (Socialisti–democratici, Liberal–democratici, Verdi e Sinistra Unita) che ribadisce la posizione dell’Unione Europea a favore delle frontiere pre–1967 e sollecita persino la messa in atto dei controlli europei sul bando all’importazione di prodotti israeliani provenienti dagli insediamenti nei Territori. Insomma, un vero e proprio assist al boicottaggio dei prodotti israeliani, anche se ipocritamente si parte da quelli dei Territori contesi. In pratica la piattaforma politica anti–israeliana scelta dal Parlamento Europeo di Strasburgo non differisce molto da quella dei partecipanti alla cosiddetta Freedom Flottilla. A un simile livello di odio, che favorirà ancora di più l’anti–semitismo nel Vecchio Continente, non si credeva possibile giungere, neanche in Europa e neppure per la sinistra. Ad attenuare appena un po’ la gravità di questo voto, il contentino di una generica dichiarazione di intenti, passata dopo grandi trattative grazie a un emendamento del Ppe: nel testo si condannano anche gli attacchi provenienti dalla striscia di Gaza e si chiede ad Hamas di riconoscere lo stato di Israele e «porre fine alla violenza». Si può solo immaginare con che travaglio, a Strasburgo deve essere stato accettato questo compromesso. In compenso la breccia aperta sul possibile blocco dei beni commerciali israeliani, prodotti nei Territori contesi con i palestinesi, è un vero e proprio viatico alla propaganda di chi fa del boicottaggio a Israele il proprio cavallo di battaglia, sulla falsariga di quello che a suo tempo venne promosso contro il Sud Africa di De Klerk. A tale proposito, come non ricordare il carro del gay pride di Roma, sponsorizzato da ambienti di Sinistra e Libertà, che invitava a boicottare il turismo in Israele. E dove potrebbero andare i gay? In Iran? Giusto qualche giorno fa, anche il Marocco, che viene ritenuto un paese moderato, aveva respinto una nave da crociera impedendole di approdare a uno dei propri porti a causa della «notoria presenza di omosessuali a bordo».

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