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Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.07.2012 Marocco: la fragile libertà conquistata da Mohammed VI
analisi di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Marocco: la fragile libertà conquistata da Mohammed VI»

Marocco: la fragile libertà conquistata da Mohammad VI
analisi di Angelo Pezzana


Abdelilah Benkirane, premier dei Fratelli Musulmani, Mohamed VI

Fra i paesi protagonisti di quella che è stata definita, entusiasticamente, da tutti i nostri media 'primavera araba', uno era assente, il Marocco.
Eppure, nel mondo arabo-musulmano era stato il primo a darsi una Costituzione dai contenuti moderni, approvata con un referendum giusto un anno fa, il 1° luglio 2011. Una Costituzione voluta dal re Mohammed VI, i cui consiglieri avevano accortamente già valutato quale tipo di primavera si stava annunciando per i paesi dell'area magrebina. Occorreva dare il via a quella che è stata definita una 'democrazia partecipativa', basata su una riforma globale, per venire incontro alle richieste non piu' eludibili di gran parte dell'opposizione. Per salvare la monarchia, simbolo dell'unità territoriale e nazionale, occorreva allargare la partecipazione popolare, garantire la pluralità delle identità nazionali, consolidare lo stato di diritto con maggiori libertà, quali l'indipendenza del potere giudiziario, piu' poteri al Parlamento, con un governo eletto dal popolo e con un premier espresso dal partito che avesse ottenuto la maggioranza dei voti.
Piu' spazio, quindi, al ruolo dei partiti e all'opposizione, lotta alla corruzione, tutela dei diritti umani e delle libertà individuali. Come dire, l'instaurazione di tutto quanto era mancato sotto il regno di Hassan II, padre dell'attuale re Mohammed VI.
E' a quest'ultimo che si deve il passo indubbiamente innovativo che, da un lato, ha salvato la Corona,dall'altro ha tenuto lontano il contagio delle 'primavere arabe' tunisina, egiziana, libica ecc.
Contro questa interpretazione, in linea con le analisi più vicine al sovrano, c'è chi attribuisce al sostanziale fallimento delle varie speranze che avevano animato le prime proteste di piazza dei giovani che reclamavano libertà e giustizia, parole finite imbalsamate nel vocabolario dei partiti che hanno portato invece al potere le forze islamiste, si chiamino Fratelli Musulmani o Salafiti, il programma differisce solo nei tempi per realizzarlo.
I Fratelli Musulmani, dopo circa 80 anni di attesa, hanno applicato il valore della dissimulazione per non spaventare più di tanto l'Occidente, presentandosi come una forza 'moderata', con l'incredibile risultato di essere creduti. Poco importano i compromessi realizzati per arrivare al potere, cio' che conta è che, adesso, è nelle loro mani.
Il programma prevede l'introduzione della Sharia (legge islamica) quale forma di governo, imposta pero' senza brutalità immediata. Ma che il futuro sia quello lo si vede a occhio nudo in Egitto, dove il regime di Mubarak non è stato capace di rendersi conto di quanto il potere gli fosse ormai sfuggito di mano. Stessa situazione in Tunisia, dove pero' l'accorto Presidente Ben Ali ha fatto le valigie pochi istanti prima di fare la fine del faraone egiziano. Uguale il destino per Gheddafi in Libia.
Molti si chiedono come la classe dirigente marocchina, alleata della famiglia reale nella gestione delle risorse economiche del paese, abbia potuto rimanere fuori dalle turbolenze che hanno investito i paesi vicini. L'opinione pubblica più vicina alle correnti laiche e aperte all'Occidente non è affatto tranquilla, anche perchè in Marocco il partito che ha vinto le ultime elezioni - democratiche - è quello dei Fratelli Musulmani, il cui slogan 'Contro la Corruzione' non poteva non avere presa sugli elettori. Il suo leader e Capô del Governo, Abdelilah Benkirane, pur nel rispetto formale dei ruoli previsti dalla Costituzione, si muove con fin troppa autonomia rispetto alle prerogative del sovrano. Gli auguri a Morsi per la vittoria in Egitto, sono arrivati prima da lui che dal re. Il tono del messaggio era un inno alla 'fierezza musulmana', parole di facile interpretazione. Intanto la politica interna comincia a colorarsi di verde, il colore della Sharia. Il Ministro del Commercio e dell'Industria, Abdelkader Aamara, sarebbe stato visto, durante una visita ufficiale in Burkina Faso, a bere champagne, uno scandalo per i nuovi tutori della moralità pubblica. Cosi' come si sta diffondendo l'uso del foulard e del velo tra le donne marocchine, finora un esempio di modernità occidentale per quanto riguarda vestiario e comportamenti. E' poi di pochi giorni fa la notizia che ad una nave da crociera è stato proibito di entrare nel porto di Casablanca, perchè i turisti erano omosessuali. Per inciso, nel loro programma turistico, c'era la visita della Grande Moschea di Casablanca, abituale meta di molti turisti.
Sarebbe da ingenui provare stupore, visto che il nuovo Presidente dell'Organizzazione marocchina dei Diritti dell'Uomo (OMDH) Mohamed Nechnach ha dichiarato in una recente intervista che 'la libertà sessuale non viene considerata oggi una priorità', cosi' come non verranno depenalizzate le relazioni sessuali tra persone adulte al di fuori del matrimonio.
Insomma, l'estate non si preannuncia buona, nemmeno per l'economia. I turisti scarseggiano nelle località piu' famose, come peraltro anche il turismo interno, che teme l'arrivo dall'Europa di una crisi tale da coinvolgere i paesi del Magreb. Crescono in compenso le facce barbute, in un paese che si era abituato a vederle solo più in uomini anziani vestiti con la tradizionale palandrana.
Ma dato che i Fratelli Musulmani non hanno fretta, per ora - è questo il commento più comune - tutto continua a sembrare uguale a prima.
Lo scrivono i giornali liberal o vicini al trono. Ma le monarchie, diversamente dalle dittature -laiche o religiose- cadono in genere al primo tentativo di colpo di stato, come insegna la storia.
Mohammed VI sta cercando di rendere moderno il Marocco, peccato che il primo risultato sia stato l'arrivo di un governo guidato dai Fratelli Musulmani.
E Israele, si chiederà qualcuno, e gli ebrei, le poche migliaia che ancora vivono in Marocco ? Su Israele, per ora, molta cautela, considerati anche i rapporti eccellenti con l'America (quella di sempre), mentre per gli ebrei il rapporto con loro è stato anticipato dal Movimento Salafita - che non dissimula, a differenza dei Fratelli Musulmani- in un documento di 47 pagine, che contiene il loro programma ideologico. ' gli ebrei e i cristiani che risiedono nel nostro paese sono dei cittadini protetti, i loro beni e il loro sangue devono essere garantiti ecc;ecc.'; Per chi non avesse inteso subito il significato di quel 'protetti', si rimanda alla parola 'dhimmi', cioè sudditi di seconda classe, con tutto quello che comporta.

Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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