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Informazione Corretta Rassegna Stampa
05.07.2012 Denuncia: secondo i cattolici la tomba di Rachele è una moschea
analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 05 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Denuncia: secondo i cattolici la tomba di Rachele è una moschea»

Denuncia: secondo i cattolici la tomba di Rachele è una moschea
di Giulio Meotti
(Traduzione di Yehudit Weisz)


Giulio Meotti, la Tomba di Rachele

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/11853#.T-4F1GDLvLY

Non basta che i musulmani accampino pretese sulla Tomba dei Patriarchi come presunto sito religioso islamico, ora rivendicano anche la Tomba di Rachele, che però è vissuta migliaia di anni prima di Maometto, quindi non può essere pretesa dagli islamici. Ma i Cristiani li sostengono.

L’Autorità Palestinese sta facendo un tentativo storico all’UNESCO per far riconoscere la Chiesa della Natività come primo sito palestinese “patrimonio dell’umanità”.
L’Olp conosce le conseguenze di un’eventuale dichiarazione della città di re Davide e Gesù come appartenente al “paese della Palestina”: l'obiettivo finale è la de-ebraicizzazione della terra di Israele. Oras Hamdan Taha, il ministro palestinese che si occupa di antichità e che ottiene fondi dall’Unesco, ha precisato, “si sta scrivendo o riscrivendo la storia della Palestina”.
Il prossimo della lista sarà la Tomba di Rachele, il terzo luogo più sacro del giudaismo, o come dicono gli ebrei in ebraico, “Imenu Rahel”, e in yiddish, “Mame Rochel”- nostra Madre Rachel.
Nel libro della Genesi (35, 19-20), sta scritto: “Così Rachele morì, e fu sepolta sulla via di Efrata, (cioè di Betlemme). E Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. È la stele sulla tomba di Rachele che esiste ancora oggi”. Per millenni, la tomba di Rachele, lungo la strada tra Gerusalemme e Betlemme, è stata un luogo di nostalgia, di pellegrinaggio e di preghiera per il popolo ebraico, anche se c’è qualche controversia circa la posizione esatta della tomba.
Solo nel 1996, i palestinesi hanno cominciato a riferirsi al sito come “Moschea Bilal ibn Rabah”, come vergognosamente l’Unesco l’ha catalogato nel 2010.
L’OLP arruolò la tomba come un’arma nella Seconda Intifada, reclamando il sito e sparando ogni giorno sui fedeli ebrei. Durante lo Yom Kippur del 2000 (il Giorno dell’Espiazione), sei giorni dopo che l’esercito israeliano si era ritirato dalla Tomba di Giuseppe a Nablus, dove proteggeva il sito e i pellegrini, il giornale dell’OLP Al-Hayat al-Jadida aveva pubblicato un articolo in cui spiegava che la Tomba di Rachele sarà il prossimo obiettivo palestinese. Prima della propaganda dell’OLP, gli arabi si riferivano al sito come “Kubat Rahil”, la cupola di Rachel.
Quel che non si sa è che le istituzioni cristiane in Giudea e Samaria stanno collaborando con i musulmani per distruggere e negare il carattere ebraico del sacro sito. E questa strategia ha già dimostrato un grande successo.
Lo scorso febbraio, l’Unesco, che aveva già riconosciuto l’Autorità Palestinese come uno stato, ha sostenuto che la tomba di Rachele e la Tomba dei Patriarchi non sono esclusivamente siti ebraici, ma “appartengono anche a cristiani e musulmani”. In un articolo sul Palestine Chronicle, il cristiano Fadi Kattan ha negato “l’ebraicità” e “l’esclusività di accesso ebraico alla tomba di Rachele”.
In un incontro con i leaders cristiani nel marzo del 2010, il giudice supremo delle corti islamiche, Tayseer Tamimi, aveva invitato musulmani e cristiani a contrastare i tentativi di Israele di “ebraicizzare” Gerusalemme e “la moschea Bilal ibn Rabah”.
Pax Christi, una delle maggiori organizzazioni cattoliche internazionali, si riferisce più volte, negli articoli pubblicati nel proprio sito web, al sito ebraico come una “moschea”.
Poi c’è l’Università di Betlemme in Terra Santa, l’unica istituzione scolastica nella zona gestita dal Vaticano e la cui fondazione risale alla visita di Papa Paolo VI in Terra Santa nel 1964. L’Università Cattolica ha recentemente avviato un progetto sulla Tomba di Rachele. Il documento lo definisce “un sito storico religioso per i seguaci del cristianesimo e dell’Islam, un luogo sacro anche per gli ebrei, che oggi controllano tutti gli accessi a esso, nonostante la sua posizione sulle terre dei palestinesi”.
L’istituzione vaticana sembra ignorare che la Tomba di Rachele appartiene all’Area C, che gli Accordi di Oslo hanno affidato alla giurisdizione israeliana.
Il titolo stesso del progetto cattolico, “Rachele: una straniera nella sua città natale”, suggerisce che la tomba sia un luogo rubato dagli israeliani. “La tomba, secondo il documento vaticano, è conosciuta anche dai musulmani come la Moschea Bilal Ibn Rabah”. Secondo l’Università del Vaticano, gli ebrei hanno rubato il passato, i santuari ebraici sono tesori arabi rubati dai sionisti, e gli ebrei sono usurpatori colonizzatori.
L’ultima volta che ho visitato la tomba di Rachele, due anni fa, l’imprenditore israeliano che ha lavorato per la barriera di sicurezza mi ha mostrato le case arabe da cui i cecchini palestinesi sparavano contro gli ebrei in visita al sito. In basso, c’è la romantica, medievale immagine della tomba a cupola, un tempo modesta, tranquilla, calma, serena e solitaria.
L’opera di Joseph Goebbels nel XX secolo ha insegnato a tutti noi che una bugia all’inizio è piccola, ma se non viene corretta, si diffonde come un’infezione e, come un cancro, distrugge la verità, la giustizia e, infine, la gente. Una lezione che i cattolici avrebbero dovuto imparare molto meglio.
Ora la Tomba di Rachele è come un bunker, ben protetta da muri, filo spinato, soldati, macchine fotografiche, corridoi. Qualcuno dovrebbe anche proteggerla da orribili menzogne. 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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