Il Khmer Rosso Palestinese
di Giulio Meotti
(traduzione dall'inglese di Yehudit Weisz)
http://frontpagemag.com/2012/giulio-meotti/the-palestinian-khmer-rouge/
Giulio Meotti La famiglia Fogel, massacrata a Itamar
“Avevo suggerito io ad Amjad l’idea di raggiungere la barriera di sicurezza di Itamar. Gli dissi: ‘Facciamo qualcosa di speciale, in modo che un domani potremo raccontarlo ai nostri figli’”. Questa è la trascrizione, appena pubblicata in Israele, degli interrogatori di Amjad e Hakim Awad, gli assassini palestinesi della famiglia Fogel, macellati l’anno scorso a Itamar.
Ruth Fogel era in bagno quando Awad tagliò la gola, mentre erano a letto, a suo marito Udi e a Hadas, la loro figlioletta di soli tre mesi. Awad macellò la madre mentre usciva dal bagno. Poi, in un’altra camera da letto, tagliò la gola ai figli di Ruth e Udi, Yoav (11 anni) e Elad (4 anni) mentre stavano dormendo. Awad descrive la strage con queste parole: “Ho preso il primo ragazzo in camera da letto e l’ho ucciso con due colpi al collo. L’ho macellato”. Poi uccise la piccola Hadas : “La bambina dormiva tra il padre e la madre e urlava ad alta voce. L’ho pugnalata al cuore”.
In tribunale, Awad sorrideva alla telecamera, ha detto: “Non ho rimorsi” e ostentava con la mano il segno “V” di vittoria, mentre stava lasciando il palazzo di giustizia. “Sono una persona come voi, non ho nessun condizionamento mentale”, Awad ha detto ai giudici. Il suo sorriso era sincero, ricordava i sorrisi degli assassini cambogiani, i Khmer Rossi.
Kaing Guek Eav, l’ex comandante della prigione S-21 di Phnom Penh, dove sono stati uccisi ben 16 mila cambogiani, ha rivelato che i Khmer Rossi comunisti uccidevano i figli delle vittime del regime sbattendoli contro gli alberi.
Come gli assassini palestinesi dei Fogel e dei Palmer (un padre e un figlio ebrei colpiti a morte da pietre l’autunno scorso), i Khmer Rossi non sprecavano pallottole, ma tagliavano la gola delle loro vittime. Vicino ad ogni fossa comune Cambogiana, dove donne e bambini erano stati sepolti insieme, c’era un albero di banane, contro il cui tronco i bambini erano stati fracassati a morte.
Come i Khmer Rossi, gli islamisti palestinesi hanno distrutto la coesistenza. Come i Khmer Rossi, i palestinesi stanno cercando di costruire un’utopia basata sulla pulizia etnica degli ebrei, dove gli apostati e i “traditori” vengono lapidati a morte, in cui la legge islamica è l’unico sistema giuridico e le bombe umane sono commemorate nelle pubbliche piazze. Come nei giorni di Pol Pot, decine di dissidenti e oppositori sono stati eliminati nei territori palestinesi. Come i terroristi palestinesi, i Khmer Rossi avevano iniziato con un piccolo e misterioso gruppo di contadini rivoluzionari istruiti dai francesi. Come il “regno del terrore”della Kampuchea di Pol Pot, il regno palestinese del terrore non sta cercando di costruire una “Autorità Palestinese”, ma uno Stato di Palestina, dal Mediterraneo al fiume Giordano, composto da sei milioni di abitanti palestinesi, sulle rovine del vecchio stato ebraico.
A differenza del progetto criminale palestinese, il genocidio cambogiano non è stato perpetrato su base etnica, ma per motivi ideologici. Pol Pot aveva voluto creare un nuovo tipo di uomo, ideologicamente puro. La Cambogia era diventata un enorme laboratorio di vita agricola. I Khmer Rossi avevano trasformato in un arcipelago di gulag quella che un tempo era una terra sorridente. Si stima che 1,7 milioni di persone siano morte sotto il regime di Pol Pot tra il 1975 e il 1979. La spaventosa mostruosità che i Khmer Rossi avevano in programma era già evidente dopo la presa di Phnom Penh. Gli uomini di Pol Pot avevano fatto evacuare le persone che vivevano in città trasferendole nelle campagne. Uccidevano le persone solo perché portavano gli occhiali. Le loro vittime furono monaci, studenti, contadini, venditori, insegnanti, bambini e persone ritardate. La gente moriva anche solo per aver fumato “sigarette imperialiste”.
Come il popolo dei Khmer Rossi era stato educato a odiare e a macellare “feudatari”, “bugiardi”, “capitalisti” e “traditori”, così generazioni di bambini palestinesi, come gli assassini di Itamar, sono state educate all’odio verso i “mostri”, “sadici” e “diavoli” israeliani.
La trascrizione del processo mostra chiaramente che sulle colline di Samaria, quella notte, i due palestinesi non hanno ucciso un essere umano, ma tre piccoli demoni ebrei.
Se i Polpottisti avevano come missione rivoluzionaria la pulizia etnica del Paese, gli assassini di Itamar vedono se stessi come messaggeri di Allah inviati ad annientare ebrei nati e non ancora nati.
Come con i Khmer Rossi ieri, nessuna argomentazione razionale può essere usata oggi contro un’ideologia, quella palestinese, maniacalmente dedita alla distruzione ebraica, che non perde occasione per rimarcare i propri fini.
Come i Khmer Rossi fecero con il passato feudale buddista, così il regime autoritario dell’ANP vuole sradicare il passato storico e la vita ebraica ovunque, a Itamar come a Tel Aviv.
Il male esiste. I bambini innocenti cambogiani lo incontrarono quando i Khmer Rossi entrarono a Phnom Penh. I piccoli Fogel l’hanno incontrato quando i terroristi sono entrati nella loro comunità l’anno scorso. Ma gli israeliani lo stanno combattendo ogni giorno. Per tutti noi.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.