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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.07.2012 Muore a 96 anni Yitzhak Shamir
Bibi Netanyahu lo ricorda così : parte di quella meravigliosa generazione che ha lottato per il popolo ebraico

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 luglio 2012
Pagina: 21
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Morto Shamir guerriero, premier e falco d'Israele»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/07/2012, a pag. 21, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo "Morto Shamir guerriero, premier e falco d'Israele".


Yitzhak Shamir

Dal pezzo traspare l'antipatia di Battistini per Yitzhak Shamir, ritenuto, evidentemente, colpevole di essere troppo sionista.
Noi preferiamo ricordare Shamir con le parole di Bibi Netanyahu : "
Faceva parte di quella meravigliosa generazione che ha lottato per il popolo ebraico" e Shimon Peres : "guerriero coraggioso".
Ecco il pezzo di Battistini

GERUSALEMME — Il politico Yitzhak Shamir, settimo premier d'Israele, per sette anni sulla poltrona che più conta, era già morto due decenni fa: dopo la Conferenza di pace a Madrid, che aveva subìto; dopo la sconfitta elettorale che aveva spianato la strada a Rabin e agli accordi di Oslo. L'uomo Yitzhak Jazernicki, l'immigrato polacco dalla Bielorussia che aveva perso madre e sorelle nei lager, il sionista venuto nella Palestina britannica degli anni 40 a combattere con la Banda Stern, prendendosi il nome di Shamir, è morto ieri a 96 anni: gli ultimi sedici li ha passati in clinica, perso nella solitudine dei malati d'Alzheimer. «Shamir ci ha lasciato», ha comunicato il primo ministro Netanyahu: «Faceva parte di quella meravigliosa generazione che ha lottato per il popolo ebraico». Il «guerriero coraggioso», come lo ricorda anche il presidente Peres, che pure ne detestava la politica, lottò davvero tanto. Con la bomba irredentista all'hotel King David di Gerusalemme, dove alloggiava il comando britannico. E poi con l'attentato all'ambasciata inglese a Roma, con l'uccisione del mediatore Onu, il conte Bernadotte... Killer implacabile, uomo senza compromessi, Shamir servì a lungo nel Mossad. E fu solo con la crisi depressiva e le dimissioni di Begin che il suo ruolo, nella destra Likud, diventò determinante: prima da ministro degli Esteri, quindi coi due mandati da premier, 1983-84 e 1986-92. Falco del processo di pace, fautore delle colonie nei Territori palestinesi, Shamir si trovò a gestire fasi delicate come l'intifada delle pietre o il ponte aereo che salvò migliaia d'ebrei etiopi intrappolati nel regime di Menghistu, o come la prima Guerra del Golfo che fece piovere su Israele 40 missili Scud di Saddam. Un recente sondaggio l'ha messo al 29° posto fra gl'israeliani più importanti della storia. Sognava Eretz Israel, un solo Stato dal mare al Giordano, convinto che fosse l'unica via per non essere spazzati dai vicini. Perché «gli arabi sono sempre gli stessi arabi», diceva. E se servirà, «i palestinesi saranno schiacciati come cavallette».

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