domenica 20 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.06.2012 Vladimir Putin in visita in Israele
tante belle parole politically correct. Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 giugno 2012
Pagina: 19
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Putin cerca la sponda israeliana»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/06/2012, a pag. 19, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo "Putin cerca la sponda israeliana".


Vladimir Putin con Bibi Netanyahu

Vignetta d'un giornale di Tel Aviv: Putin che scende dall'aereo, vede due dei suoi che scaricano un missile e sbotta, «idioti, siamo atterrati in Israele, non in Siria!». Il breve giro mediorientale del presidente russo, che oggi prosegue nei Territori palestinesi e in Giordania, è cominciato dalla casella più difficile. Non perché le sue relazioni con la classe dirigente israeliana siano cattive, anzi: dai tempi dell'Urss, non c'è stato un leader più filoisraeliano di Vladimir Vladimirovic. Che fu il primo uomo del Cremlino a rompere il tabù, nel 2005, con lo storico abbraccio all'ex nemico sionista. E che alla compagnia di molti leader arabi, notoriamente, preferisce quella del ministro russofono degli Esteri, Lieberman. E che sfiorando la gaffe, una volta, mostrò pubblico apprezzamento per le performance dell'ex presidente israeliano Katsav, oggi in carcere per violenza sessuale. E che in Israele, con oltre un sesto della popolazione immigrata dalla Russia, con un partito di governo espressione di questa potente minoranza, è atterrato a inaugurare un monumento ai caduti dell'Armata Rossa.
No, stavolta la ragione di questa visita è di stretta «geopolitica»: riequilibrare la posizione di Mosca, spinta a un pericoloso isolamento regionale dal suo appoggio a Siria e Iran, la prima foraggiata d'armi e di favorevoli veti in sede Onu, il secondo con tecnologie nucleari e risoluti no alle sanzioni internazionali. Gl'israeliani si sono ben guardati dall'irritare l'ospite, ben sapendo che serve altro a fargli cambiare idea. Ma ne hanno capito il bisogno di mostrarsi più spregiudicato e, in cambio di qualche contratto energetico, si sono prestati a far da sponda. S'è parlato così dei massacri di Assad e della Bomba di Ahmadinejad, certo.
Si sono «condivise le preoccupazioni», chiaro. S'è sollecitato un «processo democratico indipendente» in Egitto, ovvio. Ma più che altro s'è dato un segnale tutt'intorno: «I russi sono il perno d'ogni cambiamento sia a Teheran che a Damasco — spiega un diplomatico israeliano — temono sia l'islamismo, che può contagiare le repubbliche caucasiche, sia le rivolte "stile Kosovo o Ucraina", dietro cui può nascondersi la mano americana. Hanno paura della Turchia e sospettano d'Israele. È il momento migliore per vedere che carte vogliono giocare».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT