Gentilissima Redazione,
ho letto il Vostro commento odierno sulla risposta di Sergio Romano al quesito sui cristiani in Siria ed Egitto. Concordo pienamente sul fatto che la menzione di Gerusalemme è, nel contesto, non so se infelice o maliziosa, ma di certo fuorviante.
Confesso, però, che una curiosità mi è sorta: se, cioè, la popolazione cristiana della città di Gerusalemme dal 1967 a oggi sia aumentata, diminuita o stabile (sia in cifra assoluta che rispetto alla popolazione complessiva) e se, in caso di aumento, il suo aumento sia in linea con il tasso di fertilità o minore per effetto di emigrazione (interna, verso altre località israeliane, o verso l'estero) o, viceversa, accresciuto da un'immigrazione verso Gerusalemme.
Ho cercato questi dati sul sito in inglese dell'Ufficio Centrale di Statistica israeliano, ma sono riuscita solo a scoprire che nel 2011 i cristiani a Gerusalemme erano 14.000 su 801.000 abitanti complessivi. Avete per caso qualche informazione al riguardo, che venga da fonti ufficiali?
Per quanto, poi, riguarda la frase finale di Romano e la sua "impressione che da queste terre i francescani non se ne andranno mai", non posso ovviamente sapere che cosa gli abbia detto padre Pizzaballa.
Ma so che la Custodia di Terrasanta esiste dal XIV secolo ed è sopravvissuta (pagando anche un tributo di sangue e Dio solo sa quanti sacrifici e umiliazioni patiti dai frati nel corso dei secoli) ai Mamelucchi e agli Ottomani, pazientemente ricostruendo santuari distrutti e difendendo al meglio delle possibilità, secondo i tempi, la presenza cattolica in tutta la Terra Santa (che comprende un'area più vasta dello Stato di Israele e anche dei Territori occupati o contesi).
Perciò, immagino che i francescani siano intenzionati a continuare ad assolvere, nella buona e nella cattiva sorte, la missione loro affidata dalla Santa Sede sette secoli fa, qualunque cosa possa accadere nel prossimo e nel remoto futuro.
Con i più cordiali saluti,
A. Ferramosca
Leggiamo con piacere che lei condivide la critiche a Sergio Romano, che vanno però suddivise con quelle a padre Pizzaballa. Invece di riconoscere che gli ebrei, anche diventati poi di nuovo israeliani, hanno sempre rispettato le diverse fedi, assume spesso posizioni molto critiche nei confronti di Israele. Farebbe bene ad occuparsi con serietà di quella parte della Terra Santa che non è sotto giurisdizione israeliana. Come stanno i cristiani in Siria, Giordania, Libano, territori palestinesi, Egitto ?
Megli occuparsi di Israele, così Pizzaballa non rischia la pelle.
I dati statistici sui cristiani in Israele sono più che sufficienti per dimostrare quanto da noi affermato.
un saluto cordiale,
IC redazione