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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.06.2012 La strage di Monaco non si ripeterà
commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 giugno 2012
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «La strage di Monaco non si ripeterà»

"Monaco non si ripeterà"
di Vitaliano Bacchi


Vitaliano Bacchi

Commovente l'articolo di Ugo Volli del 18 giugno sulle complicità di gruppi neonazisti nel massacro del 1972 a Monaco in cui terroristi palestinesi assassinarono gli atleti israeliani; un episodio vergognoso della storia della deludente democrazia tedesca, della sua polizia e del solito impero del male sovietico, che aderì al tripudio islamico per la tragedia e rifiutò la mezz'asta nella bandiera, invece osservata pietosamente da tutti gli altri paesi partecipanti ai giochi.

Gli esperti di terrorismo sapevano da anni che la ignavia della polizia tedesca e la complicità degli efficientissimi gruppi neonazisti con i terroristi islamici che compirono l'attentato erano stati decisivi nell'esito del vile gesto; senza la collusione neonazista preliminare all'assalto e la scrupolosa copertura di appoggio nelle operazioni di accesso e sorpresa a quei poveri ragazzi, il massacro non sarebbe riuscito.

La notte del 1 agosto 1980, il giorno prima della strage della stazione di Bologna, uno dei più temibili terroristi neonazisti tedeschi, grande esperto di esplosivi al plastico e socio di Carlos, il principe del terrorismo su commissione, dormì all'albergo Centrale a Bologna; coincidenza?
Il testo della sentenza della Corte d'assise di Bologna sulla strage, con una logica giudiziaria implacabile scrisse con certezza la matrice neonazista di Ordine Nuovo della strage: la telefonata di Massimiliano Fachini di Ordine Nuovo di Padova a Gianna Cogolli, prima della strage, “poteva farla solo chi sapeva che sarebbe stata posata la bomba nella stazione”.

'Carlos' il terrorista
La matrice neonazista della strage di Bologna non è mai stata messa in discussione e la partecipazione diretta o indiretta di agenti del fronte di George Habbash in Italia è ancora oggi al centro di dispute e ipotesi giudiziarie e d'inchiesta parlamentare e chi le sostiene vanta un argomento cardine: l'esperienza del terrorismo islamico è tale da costituire punto di riferimento per principianti e matricole di questo fronte del terrore.

Non è solo l'esperienza tecnica del fronte islamico, tuttavia, a determinare la connessione fra il terrorismo mediorientale e i gruppi neonazisti operanti clandestinamente (si fa per dire) nei contesti nazionali europei; ci sono ragioni economiche iscritte nella immensa finanza a disposizione del terrorismo islamico e le fortune patrimoniali di noti esponenti della destra neonazista italiana sono state oggetto di inchiesta per verificarne la provenienza da questa fonte.

Importanti leaders della destra neonazista italiana risultano proprietari di migliaia di immobili e la capitalizzazione fondiaria delle loro risorse è incompatibile col livello reddituale pregresso e cioè con le entrate patrimoniali note all'erario; che il neonazismo costituisca anzitutto un affare per i suoi leaders è risaputo.

Il sospetto che tali risorse siano state conseguite con la collaborazione ad ambienti terroristici islamici è sempre stato arieggiato dagli esperti di intelligence e il massacro di Monaco di settembre nero, con la collaborazione fra neonazisti e islamici, parve confermare la tesi, ma è solo un episodio tedesco ed è solo una ipotesi.

'Ordine Nuovo'

La solidarietà spontanea fra neofascisti italiani e terrorismo islamico, fondata sul comune odio antisemita, costituisce una ipotesi che informava l'economia di indagine giudiziaria di magistrati come Saviotti e Amato, il primo morto qualche settimana fa con grande tripudio dei neofascisti romani ed il secondo assassinato da un fascista di Ordine Nuovo proprio per la sua insistenza istruttoria su una “cupola nera” internazionale portatrice di risorse finanziarie sulla scena del terrorismo neofascista italiano.

E' stato tuttavia il giudice Carlo Palermo il teorico rigoroso di questa commistione finanziaria fra neonazisti e Islam con le sue monografie successive alle dimissioni dalla magistratura, conseguenti alla miracolosa sopravvivenza ad attentati e la sua teoria del fondo libico per il terrorismo internazionale ha trovato non solo conferme ma confessioni esplicite anche dei suoi leaders principali prima del crollo, come Gheddafi.

Quindi, una nuova offensiva terroristica neofascista in Italia, resa verosimile dalla crescita preoccupante della destra neonazista greca e mediterranea, ispirata all'oltranzismo antifinanziario e antiebraico, oltre che avere ad oggetto obiettivi ebraici potrebbe avvalersi di questa lugubre commistione, ma c'è una novità, una evoluzione intelligente che rende questi rottami neonazisti pensierosi e più cauti.

Nel periodo fra il 1969 ed il 1980, gli anni della offensiva terroristica neofascista, si è  registrata una impressionante integrazione di informazioni giudiziarie che ha consentito la implementazione di sistemi esperti di classamento dei dati che li spaventa e li inibisce perchè ne conoscono la micidiale efficacia informativa e la conseguente convergenza utile di informazioni incrementali sulla identità dei loro membri.

Uno di questi sistemi è il lavoro del giornalista del Tg 2 Nicola Rao che ne ha dato una allegazione saggistica di ampia consultazione giudiziaria, ma ci sono sistemi informativi implementati sulle stesse basi incomparabilmente più potenti in quanto iscritti in processi per i quali è ancora corso attività istruttoria e nei quali operano, per la prima volta nella storia giudiziaria italiana, giuristi esperti di teoria dell'informazione.

Una condizione che è opportuno conoscano i candidati neonazisti a nuove ostilità antisemite in Italia perchè, su basi identiche, il sistema di risposta ha già funzionato  dopo il massacro di Monaco: si chiamava “Vengeance” e ha chiuso i conti.
Chi ha in mente, quindi, quella che il giudice Carlo Palermo ha descritto come la indomita offensiva neonazista contro il mondo ebraico in Italia deve calcolare fin da adesso che potrebbe conseguirne, oltre che il rito abbreviato, l'oblazione o il patteggiamento della pena, anche una risposta “ Vengeance due”

Azionata in proprio da sistemi computazionali privati, non da Golda Meir come accadde nel primo Vengeance. Un computer è più devastante di un tank, se risponde ad un sistema intelligente che lo ha addestrato alla risposta y per un evento x perchè non discute le istruzioni e la sua risposta implementa un programma, non un'opinione.
Una possibilità che i loro leaders più accorti hanno già messo in conto, sapendo che Monaco non repetitur, ed è giusto che sia così: la previdenza allunga la vita.
Ai neonazisti prudenti ed ai computers spenti.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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