Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 20/06/2012, a pag. 17, l'articolo di Kiran Nazish dal titolo "Pakistan, i taleban uccidono la cantante 'scomunicata' ".
Ghazala Javed
Si chiamava Ghazala Javed ed era la più famosa cantante pashtun del Pakistan. L’hanno uccisa ieri a Peshawar, con sei colpi di pistola, da un commando di quattro uomini in moto. La rivendicazione non c’è ancora, ma la pista più probabile è quella dei taleban. Che l’avevano minacciata più volte. Per il semplice motivo che cantava, contro i precetti del Corano e della sharia. Ghazala era fuggita dal suo villaggio nella Swat Valley, ora sotto il controllo dei militanti, per poter proseguire la sua carriera. Ma non è bastato. L’hanno raggiunta nella grande città dove aver raggiunto il successo e freddata.
La polizia conferma «che è stata raggiunta da sei colpi appena uscita da un salone di bellezza». Le prime indagini si sono però orientate sulla pista famigliare, con l’ex marito come primo sospettato. Ma un cugino della ragazza, Wajid Omer, che suona l’armonica a Peshawar, conferma che «è stata uccisa da sconosciuti. Era in quattro su due moto. Hanno sparato anche sul padre, che era con lei. Penso che siano stati i religiosi fanatici». La sorella, anche lei sul posto, è invece ricoverata all’ospedale, in stato di choc. «Non può sopportare il dolore - dice sconsolato Wajid - di aver due funerali in casa allo stesso momento. È un colpo troppo forte».
Ghazala, originaria del villaggio di Banrr, nella valle dello Swat, era la cantante più famosa nella regione del Khyber, e conosciuta in tutto il Pakistan, non solo fra ragazzi e ragazze, ma anche presso un pubblico più adulto. Era rispettata dai suoi fan, anche per il coraggio mostrato dopo le minacce dei taleban. La sua esecuzione avrà un impatto tremendo sui giovani, e soprattutto sulle altre cantanti, terrorizzate dagli islamisti.
Anila, una sua discepola, dice che potrebbe non avere più il coraggio di esibirsi in pubblico: «Sono scioccata. Ho pianto. Ma sono anche spaventata e mi chiedo se potrò continuare la mia carriera». Poi, dopo un’interruzione: «Ghazala avrebbe di certo continuato, però, era così bella e coraggiosa». La maggior parte delle cantanti nella regione non ha espresso apertamente i propri sentimenti. Ma di sicuro sentono la minaccia che incombe su di loro. Una, che vuole rimanere anonima, ammette, «potrebbero colpirci semplicemente perché abbiamo commentato la notizia della sua morte. Ma dobbiamo onorarla. E stata un grande esempio per le giovani cantanti e una grande compagna per me».
L’industria musicale nella regione del Khyber non è molto amichevole con gli artisti, musicisti e poeti in genere. Oltre alle pressioni di tipo religioso, ce ne sono altre di ordine famigliare o sociale. E così il potenziale talento della musica pashtun rimane inespresso. Uno dei più importanti producer già rimpiange Ghazala: «Aveva un talento eccezionale. Appena ha cominciato ha ottenuto subito un suo seguito nel pubblico. Forse all’inizio gli ascoltatori erano attratti dalla sua bellezza, ma il numero dei fan nella regione ha continuato a crescere a ritmi incredibili, per il suono angelico della sua voce, per il suo senso della musica, del ritmo». Ghazala era ammirata anche per il suo coraggio di esibirsi in pubblico nonostante le continue minacce, «ora la sua morte è un choc, molto violento», conclude.
Ghazala Javaid era davvero una meravigliosa ragazza pashtun e la sua scomparsa è un colpo durissimo per i suoi fan in tutto il Pakistan, ma il dolore va anche oltre la cerchia dei suoi ammiratori, perché il terrore islamista ha superato un’altra soglia che sembrava invalicabile.
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