Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/06/2012, a pag. 19, l'articolo di Alessandra Farkas dal titolo "Non voglio il mio libro in Israele".


Alessandra Farkas, Alice Walker
NEW YORK — Nel giugno 2011 era a bordo di una delle imbarcazioni della flottiglia che mirava a rompere l'embargo navale imposto da Israele su Gaza. E in un'intervista alla rivista Foreign Policy, nello stesso anno, ha definito Israele e Usa come «organizzazioni terroristiche». Ma adesso Alice Walker si è spinta ben oltre, vietando, addirittura, allo Stato Ebraico, il diritto di ripubblicare «Il colore viola», la sua opera più famosa, vincitrice del premio Pulitzer nel 1983.
«Caro Editore», inizia la lettera inviata alla casa editrice israeliana Yediot Books dall'autrice che negli ultimi anni si è distinta più per l'attivismo politico che per le opere letterarie, «la ringrazio molto per la sua richiesta di pubblicare Il colore viola ma in questo momento non mi è possibile concederle il permesso». Il motivo? «Lo scorso autunno in Sud Africa, il Tribunale Russell sulla Palestina ha stabilito che Israele è colpevole di apartheid e della persecuzione del popolo palestinese, sia all'interno di Israele che nei Territori occupati».
La lettera ripropone le vecchie accuse mosse dalla Walker in passato. «Sono cresciuta sotto l'apartheid americano ma quello israeliano è di gran lunga peggiore», prosegue la missiva, «molti sudafricani, tra cui Desmond Tutu, considerano la versione israeliana di questi crimini peggiore persino di quella da loro subita sotto i regimi di supremazia bianca che hanno dominato il Sud Africa per così tanto tempo».
La 68enne Walker, che dal 1967 al 1976 è stata sposata all'avvocato ebreo e attivista per i diritti civili Mel Leventhal, tira in ballo il regista Steven Spielberg, un altro celebre ebreo, per giustificare la sua posizione. Quando nel 1985 furono terminate le riprese del film tratto dall'omonimo romanzo (e poi nominato a ben 11 Oscar) Spielberg avrebbe deciso di non distribuirlo nel Sud Africa devastato dall'apartheid, proprio dietro consiglio della Walker. Una decisione di cui la scrittrice va ancora fiera.
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