Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/06/2012, a pag. 19, l'articolo di Sergio Romano dal titolo "Wiesel restituisce la medaglia ungherese".



Elie Wiesel, Jňzsef Nyiro, Lŕszlo Kovér, speaker dell'assemblea nazionale ungherese


Gabor Vona, Jobbik, Alessandra Farkas
NEW YORK — Elie Wiesel contro la deriva nazionalista, antisemita e xenofoba dell'Ungheria dell'era Orbán. Il Nobel per la Pace di origine rumeno-ungherese ha rispedito al governo di Budapest la Grande Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica, massima onorificenza ungherese, in segno di protesta per la partecipazione dello speaker dell'assemblea nazionale Lŕszlo Kovér a una cerimonia per commemorare un eroe magiaro nazista.
«E' con profondo sgomento e indignazione», recita la missiva inviata a Kovér dallo scrittore, «che ho appreso della sua partecipazione, insieme al Segretario di Stato per la cultura Géza Szňcs, e al presidente del partito di estrema destra Jobbik, Gabor Vona, a una cerimonia in Romania per commemorare Jňzsef Nyiro, membro del partito nazista ungherese».
«E' oltraggioso che il presidente del parlamento possa partecipare a un evento in onore di un ideologo fascista dell'era Horthy e Szŕlasi», prosegue il piů illustre sopravvissuto ad Auschwitz, considerato il leader morale degli ebrei della diaspora. «Questa inquietante notizia segue la riesumazione della pratica di dedicare gli spazi pubblici alla memoria di Horthy», continua, «e di riabilitare Albert Wass e altri personaggi che collaborano intensamente con il regime fascista ungherese».
Il suo «j'accuse» non si limita a strade e piazze. «Sono anche venuto a conoscenza che gli scritti di intellettuali di estrema destra sono sistematicamente introdotti nei curriculum scolastici ungheresi», puntualizza. Non č la prima volta che Wiesel leva il suo grido di dolore contro la recrudescenza antisemita dell'Ungheria, secondo gli storici uno dei paesi esteuropei che non ha mai fatto i conti col proprio passato.
Durante una visita ufficiale nella capitale magiara, nel dicembre 2009, Wiesel lanciň l'allarme in un discorso di fronte al Parlamento. «Da allora č sempre piů evidente che le autoritŕ ungheresi promuovono l'occultamento di eventi tragici e criminali del loro passato».
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante