Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 19/06/2012, a pag. 16, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Vertice Obama-Putin. Più vicini sulla Siria".
Maurizio Molinari, Vladimir Putin, Barack Obama
È la Siria a tenere banco nel primo incontro fra Barack Obama e il rieletto presidente russo Vladimir Putin, che si conclude con un compromesso riassunto nel testo di un comunicato congiunto. Obama ottiene da Putin il sostegno ad una «transizione verso un sistema politico democratico, pluralista, realizzato dai siriani nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale siriana» mentre Putin incassa un appello alla «cessazione immediata di tutte le violenze» a cui Mosca tiene per equiparare le responsabilità del regime di Assad a quelle delle forze ribelli. Nel complesso, il punto di equilibrio fra le due potenze è riassunto nell’espressione del «pieno sostegno al piano di Kofi Annan» che aveva già portato in maggio Mosca a dare luce verde all’invio di osservatori dell’Onu. Sebbene le dieci righe del comunicato congiunto dedicate alla Siria siano state redatte con il bilancino, ciò che conta per la Casa Bianca è che Putin ha accettato di sottoscrivere un documento nel quale si auspica che «il popolo siriano abbia l’opportunità di scegliere indipendentemente e democraticamente il proprio futuro» compiendo un passo di allontanamento da Assad.
Per Washington si tratta di un primo progresso verso il recupero della Russia sulla crisi siriana. Ben Rhodes, consigliere strategico di Obama, spiega che «ciò che conta è la decisione di Putin di condividere la necessità di un processo politico per risolvere la crisi» e si è giunti a tale risultato attraverso una «conversazione schietta» che ha visto i due leader esporre posizioni contrapposte. Al fine di ammorbidire le resistenze di Putin, la Casa Bianca ha giocato molte carte nelle due ore di colloquio. Anzitutto è avvenuto all’hotel Esperanza di Los Cabos, dove Putin alloggia durante il G20, in segno di attenzione per il presidente rieletto. Inoltre Obama ha cercato aiuto nel linguaggio del corpo, battendo amichevolmente più colpi sulle spalle di Putin. Poi, il paragrafo siriano è stato incluso in un lungo testo che rilancia la partnership riaffermando le numerose aree di cooperazione: opposizione al nucleare iraniano e missili della Nord Corea, disarmo nucleare, processo di pace in Medio Oriente, incremento dei rapporti economici, lotta al terrorismo e stabilizzazione dell’Afghanistan. Ma soprattutto, secondo fonti Usa, Obama ha giocato la carta del «riconoscimento dei rapporti fra Russia e Siria» ovvero non si oppone al fatto che continueranno nel dopo-Assad. Sebbene non esplicitato, ciò significa che Mosca seguiterà ad avere la base navale di Tartus in futuro e questo è ciò a cui il Cremlino tiene di più, trattandosi dell’ultimo porto amico rimasto alla flotta del Mediterraneo. Resta da vedere se il compromesso sul piano Annan resisterà alla volontà di Putin di mantenere un profilo alto in Medio Oriente, avvalorata dalle due navi da guerra cariche di soldati in arrivo a Tartus e dall’imminente partenza per Israele, Giordania e Territori palestinesi. Senza contare che il comunicato non accenna alla difesa antimissile, che resta il maggior contenzioso.
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