Germania segreta Ernst Kantorowicz
A cura di Gialuca Solla
Marietti Euro 22
Ebreo e nazionalista tedesco. Anticomunista militante e oppositore del maccartismo. Aristocratico di modi e divulgatore popolare. La vicenda di Ernst Kantorowicz è tutta sotto il segno di forze contrastanti. Nato nel 1895, in un’agiata famiglia assimilata di Posen, oggi in Polonia e allora parte dell’impero tedesco, Ernst si arruolò volontario nel 1914. Combattè a Verdun e poi entrò a far parte dei corpi paramilitari di estrema destra. Nel 1919 prese parte alla repressione sanguinosa dei moti spartachisti.
Un curriculum guerresco, che non gli impedì di farsi un nome con una monumentale biografia di Federico II, e di ottenere la cattedra di storia medievale. Nella primavera 1933, benché ebreo, potè dapprima conservare il posto all’Università, in quanto reduce. In segno di protesta, si autosospese però per un semestre. Tornò a insegnare nell’autunno 1934, e in quell’occasione pronunciò un memorabile discorso sulla “Germania segreta”, ora ripubblicato a cura di Gianluca Solla. E’ il documento tormentato di una sconfitta. La Germania invisibile che Kantorowicz invoca, come antidoto al nazismo, è una sorta di comunità misterica, che custodisce le forze “per lo più dormienti, nelle quali si trova preformata l’esistenza futura e più elevata della nazione”. Di questa élite fanno parte personaggi di ogni tempo, dagli imperatori medievali a Goethe. Holderlin, Nietzsche e Stefan George, che di Kantorowicz era amico e ispiratore.
Nel testo è evidente che l’illusione di un germanesimo dello spirito si sta ormai sfaldando. A Kantorowicz non resterà che la via dell’esilio. Diventerà professore a Berkeley, in tempo per rifiutare, in nome della propria libertà, il giuramento anticomunista introdotto nel 1949. Perse il posto, ma per chi era già straniero in patria, un esilio in più non faceva molta differenza.
Giulio Busi
Il Sole 24 ore