Sul FOGLIO di oggi, 16/06/2012, a pag.2, con il titolo "Perchè l'Iran è preoccupato per gli hacker entrati nel pc dei servizi siriani", l'analisi di fonte americana dei rapporti Siria-Iran dopo l'attacco ai pc siriani da parte degli hacker.
Ecco il pezzo:
Nei giorni scorsi l’intelligence siriana si è accorta di essere stata colpita dagli hacker. I computer della Syrian Military Intelligence, responsabile della repressione, della General Intelligence Directory, della Political Security Direction e dell’Air Force Intelligence sono stati infiltrati. Non è la prima volta che capita. Ma sinora gli hacker avevano colpito solo le e-mail del rais, Bashar el Assad, e della sua consorte. Ora l’affaire è molto più complicato ed allarmante. Nei sistemi della Syrian Military Intelligence passano tutte le decisioni dell’antiguerriglia e le informazioni sui ribelli. Di recente questi computer erano stati revisionati dai tecnici iraniani che operano a Damasco Ma gli hacker, forse sauditi forse del Qatar, hanno avuto la meglio. Gli iraniani sono preoccupati per le informazioni militari sul loro coinvolgimento nella guerra interna della Siria. L’Iran è il principale sostenitore di Assad: sono presenti sul campo almeno tremila esperti appartenenti ai pasdaran e alla Quds Force, corpo di commando molto addestrati nella guerriglia, nell’intelligence e nella guerra elettronica. Sono proprio gli iraniani a essere a capo delle attività di intelligence elettronico della Siria. L’intesa fra i due governi fu firmata in gennaio, durante la visita a Damasco di Qassem Suleimani, capo supremo della Quds Force. Via Suleimani, Teheran ha fornito alla Siria tecnici e apparecchiature molto avanzate capaci di intercettare le comunicazioni telefoniche non soltanto in Siria ma anche in Turchia, un paese che ospita i ribelli ed è considerato nemico di Damasco. La sorveglianza riguarda soprattutto i telefoni satellitari Thoraia, usati sia dalle forze turche sulla frontiera sia dagli oppositori del regime dentro i confini della Siria e ai bordi del paese. Due navi iraniane cariche di strumenti adatti a queste attività, la Kharg e la Naghdi, partite dal porto di Bushehr sono approdate a fine febbraio a Latakia sotto gli occhi dei satelliti occidentali. Le informazioni raccolte sono servite a perfezionare la repressione, alimentata anche da specialisti iraniani che giungono nelle basi siriane con aerei militari. I pasdaran e i commando della Quds sono inseriti in ogni branca dei servizi a Damasco e sul campo, dove coordinano e perfezionano la controguerriglia. Un altro compito importante degli iraniani è lo spionaggio interno alle forze siriane, per individuare i “traditori”, sempre attraverso il Sigint, lo spionaggio sulle comunicazioni e sull’ambiente. La recente fuga di notizie ha permesso ai servizi nemici di conoscere uomini e fatti. Come lasciano intendere a Washington, la strategia delle forze anti regime dovrà cambiare e soprattutto dovranno essere mutati i sistemi di comunicazione. Ma gli alleati che lavorano nell’ombra per aumentare la potenza di fuoco della guerriglia ci metteranno poco a modificare tutto e a oscurare gli strumenti di ascolto arrivati dall’Iran.
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