Intanto diciamo che la situazione è pessima. Non parliamo della Siria, dove si ammazzano al ritmo di qualche decina al giorno e sembra che non ci sia nulla da fare per sospendere questo sport e di solito non si capisce chi sia il responsabile. Ormai è chiaro che la partita è fra gli islamisti e i fascisti di Assad: la padella e la brace. Se fossi un siriano cercherei solo di scappare, se fossi un suo vicino come Israele mi preoccuperei moltissimo, offrirei assistenza umanitaria e me ne starei attento a ogni provocazione - come Israele fa. In Egitto il primo candidato, quello della Fratellanza Musulmana, ha per esempio detto che se vince lui i cristiani locali, non gli ebrei che non ci sono più, ma l'antichissima comunità copta preesistente all'Islam, dovranno tutti convertirsi, o emigrare, o pagare una speciale tassa personale perché sia consentito loro di sopravvivere (http://www.gatestoneinstitute.org/3083/egypt-christians-convert-pay-tribute-leave) e puntualmente un tribunale egiziano ha condannato a tre anni di prigione un sedicenne copto per "diffamazione dell'Islam" per via di un post ironico su Facebook (http://www.egyptindependent.com/news/appeals-court-upholds-three-year-sentence-coptic-student-defaming-islam). Una manifestazione di donne contro gli stupri che si succedono in piazza Tahir e dintorni è stata attaccata da una folla di teppisti, ben decisi a dare una lezione alle donne che si ribellano al loro destino di schiavitù, esattamente col mezzo contro cui le donne protestavano, e naturalmente né polizia né esercito sono intervenuti (http://www.ajc.com/news/nation-world/mob-attacks-women-at-1454635.html). In generale l'atteggiamento degli islamisti nei confronti di tutti gli altri (tutti: russi e americani, indiani ed ebrei) è di aperto disprezzo e intolleranza, come vedete in questa predica di un imam egiziano: http://www.youtube.com/watch?v=C3IeQu05P54&feature=youtu.be. Sono parole normali per loro, anche se da noi porterbbero a giuste accuse di xenofobia e di sciovinismo.
E allora, che fare? Per chi fare il tifo? Chi sostenere? Francamente non lo so, anche se sono sicuro che l'America di Obama ha aperto il classico vaso di Pandora appoggiando le rivolte con l'illusione che ne sarebbe uscita la democrazia, esitando a intervenire pesantemente contro gli islamisti per dare appoggio ai pochi amici che c'erano, insomma destabilizzando la situazione senza avere vin mano soluzioni. Nell'articolo di Quirico che ho citato prima si leggono le dichiarazioni di un fanatico islamista, che va a combattere contro Assad e quando l'intervistatore gli dice che non hanno armi e addestramento, risponde che ci pensa Allah, accecando l'America, sicché gliele fornisce lei - ai suoi peggiori nemici. Immagino la risata sarcastica. Ed è chiaro che ci capisce più quel teppista tunisino che Obama e Clinton e tutti i think thank “progressisti” di Washington. Speriamo solo che alle elezioni siano rimandati a casa.
Certamente ogni stabilizzazione comporterà prima o poi una certa dose di realismo, la rinuncia a parte almeno dell'ideologia. Ma non è detto che questo accada presto. Che fare? Ormai non lo sa nessuno, il vaso di Pandora è stato scoperchiato e i guai sono tutti liberi. Io credo che noi non dobbiamo stancarci di denunciare le stragi, di protestare contro gli abusi, di rendere pubbliche le violenze, da qualunque parte provengano. E dobbiamo soprattutto cercare di far sì che l'Occidente appoggi Israele, un'isola di democrazia e di calma, di legge ed ordine e di rispetto dei diritti umani, il solo luogo pacifico e il solo alleato che c'è da quelle parti - tutto il contrario di quel che dicono odiatori e pacifinti.