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Ugo Volli
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I confini di Auschwitz 11/06/2012

I confini di Auschwitz



Scusate se insisto, cari amici, ma voi siete favorevoli a cedere l'Alto Adige all'Austria? Perché, mi domandate, chi lo chiede? Come chi? Gli altoatesini, o meglio sudtirolesi. Hanno un partito di raccolta etnico, qualche frammento più estremista, in passato ci sono state fiammate di terrorismo. A suo tempo, quando Mussolini e Hitler ne hanno offerto loro la possibilità,  hanno massicciamente optato per il Reich tedesco, anche a costo di emigrare per andare a prendere il posto dei contadini russi e polacchi (loro malgrado, va detto) nei campi delle pianure della Vistola e dell'Oder, così meno belle delle Dolomiti. Si sono rivolti all'Austria, all'Onu... Certo, c'è stato il famoso accodo De Gasperi - Gruber e le mosse diplomatiche di Andreotti, ma il sogno di molti montanari di quelle valli, credeteci, è sempre quello di unificare il Tirolo del Sud con quello del Nord.

E poi, pensateci: una terra da sempre di lingua tedesca, colonizzata da italiani solo nelle città, una terra conquistata in una guerra che non solo l'Italia ha dichiarato all'ex alleato austriaco senza provocazioni o pretesti, ma che ufficialmente mirava a "Trento e Trieste" e che invece è arrivata a Bolzano e al Brennero. E allora, che aspettiamo? Sono territori austriaci (o tirolesi, o tedeschi, non importa) occupati, non credete? Perché non li restituiamo?

Sto scherzando, ma mica tanto. Se esiste un obbligo giuridico o morale per Israele di cedere i "territori palestinesi occupati", molto di più questo stesso obbligo incombe all'Italia per il Sudtirolo, alla gran Bretagna per Irlanda e Scozia, alla Spagna per i Paesi baschi, per non parlare di quel ginepraio che è l'Europa dell'Est. Taciamo della Cecenia, del Tibet, del Sahara spagnolo occupato dal Marocco, della Cabilia, di Cipro e del Kurdistan oppresse dalla Turchia... Guardate che il diritto di Israele su Giudea e Samaria è molto migliore di quello italiano. Si tratta delle zone centrali nella storia ebraica (come Ile-de-France per la Francia o diciamo Roma per l'Italia); sono (insieme all'attuale territorio israeliano a ovest della linea verde... e tutta la Giordania) parte di un mandato che la Società delle Nazioni (l'Onu di allora) diede alla gran Bretagna per fondare uno stato ebraico (Jewish national Home)  con l'obbligo esplicito di favorire l'immigrazione e l'insediamento ("settlement", la parola che oggi i nemici di Israele traducono in "colonizzazione) ebraico; sono state conquistate in guerre di difesa e non di aggressione, sono sempre state popolate da ebrei e quel tanto di agricoltura che c'è è stato dissodato dagli ebrei.

Già, mi dite voi, ma se le cose stanno così, perché tutto il mondo se la prende con Israele e nessuno con la Cina o con la Russia, con la Turchia e con la Gran Bretagna per non parlare della nostra piccola Italia? Bella domanda, vi consiglio di tenervela stretta e di ripeterla spesso: perché? Io una risposta ce l'ho e voglio esprimerla citando la bella intervista di Alan Elkann ad Aharon Appelfeld, pubblicata ieri sulla Stampa e ripresa da Informazione Corretta (se ve la siete persa è qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=44843):

"Essere anti-israeliani secondo lei è come essere antisemiti? «Sì, certamente. Pensi che gli ebrei prima della guerra in Europa erano 12 milioni, oggi in Europa sono meno di un milione».
Quindi oggi odiare gli ebrei è un anacronismo?
«Come si può odiare qualcuno che non esiste? In Francia ci sono 500 mila ebrei su molte decine di milioni di francesi, in Italia 30 mila su svariati milioni di italiani, in Polonia seimila ebrei. Non mi può impressionare l’antisemitismo Europeo, ma mi rattrista perchè la gente ha una mentalità molto ristretta. Al limite posso capire che uno odi i vicini, ma se non ce ne sono più come fa a odiarli?».
E allora perchè odiano Israele? «Gli israeliani sono ciò che rimane degli ebrei»."

"Gli israeliani sono ciò che rimane degli ebrei". La ragione è questa. Qualcuno deve terminare il lavoro incompiuto di zio Adolf. E se possono farlo solo gli arabi restando "politically correct" dopo la Shoà, ben vengano gli arabi. Magari aiutati da politici e media che si inventano uno stato palestinese che non è mai esistito e un confine che non è mai stato tale e che scelgono come data di riferimento, come momento ideale, la conclusione della pulizia etnica antisemita in Medio Oriente. Solo chi vuole Gerusalemme come Varsavia del '45 (o se è per quello come Baghdad e il Cairo oggi) capitali millenarie del mondo ebraico da dove gli ebrei sono stati espulsi e sterminati, può volere per davvero "i confini del '67". Quelli che giustamente Shmuel Trigano ha chiamato "I confini di Aushwitz".

Ugo Volli


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