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Ugo Volli
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Due piccoli esempi di pace 06/06/2012

Due piccoli esempi di pace


Negoziati di pace Israele-Giordania, Hussein I stringe la mano a Yitzhak Rabin(1994)


Negoziati di pace Israele - Egitto, Anwar Sadat stringe la mano a Menachem Begin (1979)

Cari amici,

ecco per voi qualche piccolo esempio per mostrarvi che in Medio Oriente quel che conta sono i trattati di pace e come una bella trattativa risolva tutto. Prendete per esempio la Giordania, che ha concluso con Israele un bel trattato di pace quasi vent'anni fa, il 26 ottobre 1994, ( il luogo era Wadi Araba , i firmatari  re Hussein di Giordania e Yitzhak Rabin). Non ci sono più rivendicazioni territoriali né speciali interessi contrastanti, tant'è vero che la pace finora ha tenuto. Prendete ora la città di Al-Karak, detta anche Karak o Kerak (arabo: الكرك‎), che “sorge a sud di Amman, sull'antica Via Regia. La città è dominata dall'imponente fortezza dei crociati, situata al sommo di una collina a circa 950 metri sopra il livello del mare e circondata su tre lati da una valle. Da queste alture è possibile ammirare una splendida vista sul Mar Morto.” (http://it.wikipedia.org/wiki/Al-Karak). Un posto turistico, visitato anche da qualche israeliano in cerca di distrazioni culturali. Be', l'altro giorno è accaduto di nuovo, è successo che i turisti indossassero “strani cappelli” e... gli al karakiani si sono stufati e hanno accolto i turisti come racconta Al Jazeera: “Salem Jeradat - che possiede un negozio di alimentari nella città - domenica pomeriggio fu sorpreso dalla presenza di un gruppo di donne e uomini ebrei che indossavano gli abiti degli ebrei religiosi, il che lo portò a lanciare le sue scarpe contro di loro. 'Allora la gente della città ha circondato il gruppo, ha gettato contro di loro scarpe e pietre, e li hanno buttati fuori dalla città immediatamente'. Jeradat continua: 'Il popolo della Giordania non accetta gli ebrei che entrano nel loro patria.' ” Attenzione, il popolo giordano non accetta gli ebrei, non gli israeliani - una semplice questione di religione, o come direbbe zio Adolf, di razza. La pace non c'entra - e quanto agli accordi internazionali “il trattato di Wadi Araba tra la Giordania e l'entità sionista non ci rappresenta". (http://elderofziyon.blogspot.it/2012/06/people-of-jordan-do-not-accept-jews.html)

Voi direte, già, è la provincia, figuratevi quanto un buco come Al-Karak può rappresentare il mondo arabo. E allora, guardate quel che succede in Egitto, che del mondo arabo è il centro pulsante. Non parlo di elezioni o di poitica, figuriamoci, solo di un piccolo film. Niente di militare, anche qui siamo nell'ambito della vita quotidiana e del tempo libero. E' successo questo: il censore cinematografico (eh già, nella capitale della primavera araba c'è un censore ufficiale, pensate che civiltà e democrazia), ha proibito un film: intitolato Regheef Aish.  Atti osceni in luogo pubblico? Ombelico ondeggiante? Capelli scoperti? No, niente di così innocente. Dovete sapere che il film, raccontando la storia di un'amicizia fra un'israeliana, un egiziano e un palestinese, non faceva niente di meno che “promuovere la normalizzazione” con l'entità sionista. (http://english.ahram.org.eg/NewsContent/5/32/43880/Arts--Culture/Film/Egypt-censor-bans-film-promoting-Israel-normalisat.aspx) E il povero sceneggiatore Mohamed Kenawy ha un bel difendersi dicendo che voleva promuovere in generale l'amicizia fra i popoli... non ci è caduto proprio nessuno.

Capite, Israele e l'Egitto hanno un trattato di pace firmato nel 1979 da Sadat e Begin a Washinghton: trentatrè anni fa. La pace sì, più o meno. Ma la normalizzazione no. Qualunque gesto che significhi “normalizzazione” è proibito, per esempio un'intervista, o l'invito a uno scienziato per un congresso. Voi direte che è la rivolta, i tempi difficili... No, le cose stavano così fin dai tempi di Mubarak. Vi ricordate quel ministro della cultura egizioano candidato alla direzione generale dell'Unesco il quale dichiarò che, se avesse trovato un libro ebraico in una biblioteca egiziana l'avrebbe bruciato con le sue mani? Be' non passò, ma poi le cose all'Unesco non sono granché cambiate senza di lui, anzi... Infatti, come 'il popolo della Giordania non accetta gli ebrei che entrano nel loro patria', così gli egiziani non sopportano la “normalizzazione” con Israele. E sono i due soli trattati di pace firmati da Israele nella regione, anche a caro prezzo. Voi pensate che se Israele cedesse il Golan alla Siria, Giudea e Samaria e Gerusalemme alla “Palestina”, ecc., le cose andrebbero in maniera diversa?

Ugo Volli


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