Israele è la nuova sudetenland. E Obama ?
di Giulio Meotti
(Traduzione dall'inglese di Yehudit Weisz)
Giulio Meotti
http://frontpagemag.com/2012/06/04/israel-is-the-new-sudetenland-and-obama/
Il Presidente Barack Obama non soltanto non attaccherà mai l’Iran né appoggerà un attacco israeliano, ma la sua politica di acquiescenza sta offrendo agli ayatollah iraniani esattamente ciò che stanno cercando: il tempo per completare un processo nucleare e costruire un dispositivo atomico.
Mentre il Gruppo “5 +1” (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU più la Germania) è stato a Baghdad per parlare con gli iraniani, gli ispettori delle Nazioni Unite hanno annunciato che Teheran ha già installato 350 nuove centrifughe nei sotterranei dell’impianto di Fordow e che hanno trovato sul sito uranio arricchito al 27 % (quantità prossima alla realizzazione della bomba).
Forse Israele sta perdendo il treno, perché gli impianti nucleari iraniani hanno già superato il famoso “punto di non ritorno”. In più la Casa Bianca si sta avvicinando a una chiusura nei confronti di Israele sbarrando le porte a tutte le opportunità; se verrà rieletto per un secondo mandato, Obama non attaccherà l’Iran, anche se fosse l’ultima risorsa possibile. Non avendo bisogno del voto ebraico della Florida e fedele alla sua ideologia di pacificazione dell’Occidente, Obama rafforzerà la sua “politica di contenimento”, con il risultato di un’egemonia dell’Iran nucleare.
La tragedia che ha colpito i cechi merita di essere ricordata, non solo perché fu una pietra miliare del XX ° secolo, ma perché è la più attuale per due aspetti: la corsa nucleare iraniana e le richieste di ritiro dalle alture strategicamente importanti ( i monti Sudeti nel caso della Cecoslovacchia e gli altopiani di Samaria e Giudea nel caso di Israele).
Il 29 settembre 1938, lo Stato cecoslovacco fu assalito e privato di confini difendibili con il “patto di Monaco”. Sei mesi più tardi, abbandonata dai suoi alleati, Inghilterra e Francia, e attaccata da Adolf Hitler, la Cecoslovacchia cessò di esistere come Stato. Come Israele oggi, i cechi erano stati accusati di “intransigenza” e di essere “contrari alla pace”. Erano così aggrediti da ogni parte, che alla fine scelsero non di combattere, ma di arrendersi . “Pace” significò capitolazione.
La situazione della Cecoslovacchia nel 1938 è infatti simile a quella di Israele nel 2012. Come l’IDF di Israele, i cechi avevano uno degli eserciti più forti d’Europa. Come Israele, la Cecoslovacchia era uno stato molto giovane e pieno di vitalità. Come Israele, la Cecoslovacchia era l’unica democrazia liberale dell’Europa orientale. E come l’amministrazione Obama insiste affinché Israele ceda i suoi insediamenti agli arabi, i nazisti chiedevano l’annessione dei Sudeti, in cui si erano stabiliti tre milioni di tedeschi. E i monti Sudeti, come i “territori occupati” d’Israele, erano l’unica posizione da cui fosse possibile difendere la pianura boema e la capitale Praga.
Come la richiesta di Hitler “terra in cambio di pace”, in nome della “pace”, così Obama sta facendo pressione su Israele affinché rinunci a Giudea e Samaria, la linea difensiva di confine di fronte alla pianura costiera, contro uno stato ostile fedele all’Iran, situato sulle colline a soli 12 chilometri da Tel Aviv e a soli tre chilometri dall’unico aeroporto internazionale d’Israele. Ecco perché Abba Eban, il leggendario ambasciatore d’Israele, aveva chiamato i confini stabiliti dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, “i confini di Auschwitz”. E qualcuno si ricorda quando Lord Trenchard si alzò nel parlamento britannico dopo il Patto di Monaco e dichiarò che i cechi non avevano bisogno dei territori dei Sudeti per la sicurezza? “Il confine più sicuro”, disse Trenchard, “è la pace”. Suona familiare?
Come i vigliacchi diplomatici britannici che erano volati a Monaco per firmare la cessione dei Sudeti a Hitler, i pacificatori occidentali, la settimana scorsa, si sono recati a Baghdad (e il mese prossimo in Russia) per ipotecare la sopravvivenza di Israele. E come Chamberlain svendette la coraggiosa democrazia ceca a “Herr Hitler”, come lo chiamava Winston Churchill, Obama si è inchinato alla Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei. Come Hitler, gli iraniani hanno imparato a sfruttare l’ingenuità occidentale per estendere la propria egemonia su tutto il Medio Oriente. Se il bastone di Hitler era la minaccia della guerra, le armi degli iraniani sono le centrifughe a Fordow, Natanz, Isfahan e Parchin.
Proprio come Hitler ha cercato di “liberare” l’umanità gasando gli ebrei, il culto escatologico iraniano proclama di “liberare” l'umanità eliminando “i sionisti”. Come i nazisti riuscirono a distruggere ogni traccia di ebraismo dai Pirenei a Stalingrado, gli iraniani sono andati a Buenos Aires per uccidere gli ebrei. Ma se per distruggere il popolo ebraico Hitler ha dovuto bruciare il mondo, tutto ciò di cui l’Iran ha bisogno oggi è bruciare un territorio più piccolo del Vermont.
Se nel 1939 Hitler entrò a Praga senza sparare un colpo e la Cecoslovacchia fu cancellata dalla carta geografica, nel 2013 gli iraniani potrebbero avere bisogno di un colpo “solo”: un missile nucleare su Tel Aviv.
E purtroppo, come nel 1939, troppi ebrei si rifiutano di accorgersi del pericolo fino a quando non saranno alle porte di una nuova Auschwitz.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.