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Libero Rassegna Stampa
06.06.2012 Tunisia, giovane decapitato perchè convertito al cristianesimo. Un altro degli effetti della 'primavera' araba
commenti di Maria Giovanna Maglie, Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 06 giugno 2012
Pagina: 1
Autore: Maria Giovanna Maglie - Maurizio Stefanini
Titolo: «I tagliagole sono arrivati alle porte di casa nostra - Nell’ex oasi laica si prepara la jihad»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 06/06/2012, a pag. 1-19, l'articolo di Maria Giovanna Maglie dal titolo "  I tagliagole sono arrivati alle porte di casa nostra", a pag. 19, l'articolo di Maurizio Stefanini dal titolo " Nell’ex oasi laica si prepara la jihad" .
Ecco i pezzi:

Maria Giovanna Maglie - "  I tagliagole sono arrivati alle porte di casa nostra"


Maria Giovanna Maglie, un fotogramma del video con la decapitazione del ragazzo convertito al cristianesimo

Sgozzano davanti a una telecamera un cristiano in nome di Allah, gli chiedono un’ultima volta di rinunciare all’apo - stasia, lui dice di no, eroe rassegnato e sereno. Non sono un’esperta, ma se non è questa la santità del martirio.... Ammiratori entusiasti della primavera araba accomodarsi alla visione dell’istrutti - vo filmato, prego. C’è spazio a destra perché a sinistra potranno sedere gli entusiasti del politically correct più multiculturalism, i costruttori di moschee in Italia, i difensori del relativismo, quelli come Giuliano Pisapia, quelli come il ministro Andrea Riccardi. Non spingete per assistere allo sgozzamento di un giovane cristiano convertito, colpevole di essersi convertito, che non abiura e non rinnega il suo Dio nemmenodi fronte alla morte violenta per mano di un fanatico che rappresenta a meraviglia il nuovo corso, le mani insanguinate dei salafiti, la doppia morale dei Fratelli musulmani.
GELSOMINI APPASSITI
È successo in Tunisia, la laica francofona, italiofona Tunisia, dove la borghesia laica, i giovani che usano la Rete, avevano creduto nella rivoluzione dei jasmin, dei gelsomini, e si ritrovanoi barbuti, anzi ce li ritroviamo, siamo a un’ora scarsa dall’Italia; il video è stato presentato in Egitto, dove tra dieci giorni potrebbe diventare presidente Mohamed Mursi, un capo pericoloso dell’estremismo islamico, l’Egitto fondamentalista dell’esa - me di verginità alle studentesse, e giù botte, l’Egitto estremista che tortura un vecchio gravemente malato, Hosni Mubarak, che di quel Paese certo è stato padroneper decenni, ma che gli estremisti li teneva in carcere o in esilio. Forniremmo volentieri notizie sulla primavera araba made in Libia, quella che le gloriose truppe della Nato e dell’Unione Europea hanno liberato dallo stesso tiranno, Muhammar Ghedafi, che fino a qualche mese prima invitavano ai vertici internazionali, ma le notizie da Tripoli scarseggiano, diciamo che si spara, si tirano bombe, che bande di ribelli taglieggiano e si combattono per le strade. È la primavera araba, bellezza, e tu non puoi farci più niente. Torniamo al filmato del cristiano sgozzato perché cristiano. Non è per stomaci delicati, ma è la realtà. È stato reso noto in Egitto, dove un conduttore televisivo liberale, uno che rischia grosso, Tawfiq Okasha lo ha mostrato nel suo show, “Egypt Today”. Coltello puntato alla gola, un uomo giovane appare rassegnato al suo destino. Il narratore canta preghiere e maledizioni musulmane, condanne della Trinità cristiana che sarebbe prova di politeismo. Il boia islamico al grido di Allah è grande comincia a staccare la testa del ragazzo, chemuore mormorando la sua preghiera. L’operazione dura un paio di minuti, sono tanti da guardare. La testa staccata viene sollevata e mostrata tra grida in gloria di Allah e slogan di vittoria. Il conduttore della trasmissione chiede, sconvolto, «È questo l’Islam? Questo chiede l’Islam?» e conclude in un chiaro e coraggioso riferimento ai Salafiti e alla Fratellanza Musulmana «Come possono persone così governarci?» Due considerazioni rapide. Non è una esecuzione sommaria, è una lezione e una incitazione, la stessa richiesta qualche giorno fa dal numero due egiziano salafita, che ha spiegato che in tutto il mondo islamico nessun musulmano ha il diritto di convertirsi ad altra religione, se lo fa deve essere ucciso. Come dice la preghiera del pellegrinaggio alla Mecca, «siano le vite di cristiani ed ebrei ostaggio della miseria, siano avvolte da disperazione senza fine, dolore senza sollievo; siano le loro vite piene di sofferenza e rimpianto, finiscano in umiliazione ed oppressione». In Tunisia ha vinto un Islam moderato, Ennahda, almeno ufficialmente, ma subito dopo il ministro degli Interni ha dato stato legale al «Comitato per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio», una polizia religiosa istituita dopo la rivoluzione. La polizia ha assalito per strada donne senza il velo, ha occupato moschee, ha picchiato professori e giornalisti liberali. Inoltre Ennahda, che teme i salafiti, gli ha dato la possibilità di occupare e controllare piccole città, come Sejnane, nel nordovest del Paese. Secondo i media tunisini, circa 250 individui hanno occupato la città imponendo la sharia con innumerevoli episodi di intolleranza e violenza, proibendo il vino , il tabacco, la vendita di dolci per capodanno perché è una festa cristiana, l’abbigliamento femminile non tradizionale.
PERICOLO EGIZIANO
In Egitto, se MohammedMursi dovesse andare alla presidenza dopo il ballottaggio del 16 e 17 giugno, l’Egitto finirà come la striscia di Gaza, mai più elezioni libere. La Fratellanza musulmana ha due obiettivi principali: il califfato, scomparso nel 1922 con la fine dell’Impero Ottomano; il sistema giuridico fondato sulla sharia. Se passassero in Egitto fortissimo sarebbe il rischio di emulazione in tutto il mondo arabo musulmano, il rischio tremendo per Israele. Chissà se vedendo le immagini del cristiano simbolicamente sacrificato il presidente Giorgio Napolitano direbbe di nuovo, lo ha fatto in recentissima visita, che la Tunisia è un esempio incoraggiante per la primavera araba.

Maurizio Stefanini - "  Nell’ex oasi laica si prepara la jihad"


Piero Gnudi, ministro del Turismo

Nel Paese da dove la Primavera Araba è iniziata si è votato il 23 ottobre per un’Assemblea Costituente. E questa il 12 dicembre ha eletto nuovo presidente il centrista Moncef Marzouki, nell’ambito di un accordo di unità nazionale in cui presidente dell’Assemblea stessa è diventato il socialdemocratico Mustapha Ben Jafaar mentre primo ministro è stato designato il segretario del partito islamista Ennahda, Hamad Jebali. Insomma, una situazione in teoria equilibrata: anche se i 16 ministri su 30 che gli islamisti si sono presi sono in proporzione più dei loro 89 deputati su 217. Comunque, il ministro del Turismo Piero Gnudi appena andato in Tunisia a firmare un’intesa col collega Elyes Fakhfakh, a indicare il complessivo grado di fiducia dell’Occidente nell’evoluzione in corso. Ma sotto la superficie non è che tutto vada liscio. In un Paese in passato talmente laico da aver introdotto l’aborto nel 1965 con 13 anni di anticipo sull’Italia, giusto lunedì il Ministero degli Affari Religiosi ha fatto partire un’inchiesta penale contro Jalel Brick:un noto blogger accusato di blasfemia. Brick sta in Francia, ma rischia una condanna in contumacia e la privazione della cittadinanza. Senza contare che già lo scorso aprile mentre era seduto in un bar degli ChampsÉlysées si prese una pugnalata alle spalle da un gruppo di giovanotti dall’inequivocabile barba salafita. D’altra parte, la morte dell’expremier Essesbsi è stata chiesta apertamente da un predicatore anche dipendente del Ministero degli Affari Religiosi: poi però, una volta denunciato, ha cercato di difendersi dicendo che intendeva una morte «solo politica ». Per capire l’aria che tira si può pure ricordare che lunedì è stato il giorno in cui in nome della Sharia il presidente di Ennahdha, Rachid Gannouchi si è detto contrario all’abolizione della pena di morte. Mapiù inquietante di tutto è lacomparsa di una specie di «polizia salafita», composta da ronde di barbuti che vanno in giro a minacciare baristi e donne senza velo. Il 24 maggio l’attore Rajab Magri, accusato di essere un miscredente, è finito addirittura in ospedale per le botte subite, e anche una giornalista è stata picchiata da sette energumeni per avere «le braccia scoperte». La stampa dice che ci sarebbero campi di addestramento militare nel Sud riforniti di armi dall’Algeria e con finanziamenti sauditi e qatarini, anche se la Guardia nazionale smentisce. I sindacati, a loro volta mobilitati contro un’inflazione galoppante per combattere la quale il premier islamista Jebali ha dato il consiglio stile brioches di Maria Antonietta di «non comprate i prodotti troppo cari», assicurano che l’Ennadha starebbe appunto addestrando miliziani per reprimere eventuali proteste contro il governo a guida islamista. Dunque hanno iniziato a fortificare le proprie sedi mentre anche altri cittadini iniziano a organizzare milizie di difesa anti-salafite. Insomma, cronaca di una guerra civile annunciata.

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