Usa/Israele, perchè Romney sarebbe un presidente migliore di Obama il candidato repubblicano legato da profonda amicizia con Bibi Netanyahu
Testata: Il Foglio Data: 06 giugno 2012 Pagina: 1 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «Bibi e Mitt contro Obama»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/06/2012, in prima pagina, l'articolo dal titolo " Bibi e Mitt contro Obama ".
a destra, Mitt Romney, Bibi Netanyahu
Barack Obama
Irving Morkowitz, Sheldon Adelson
Roma. Ufficialmente, i primi ministri israeliani non ficcano il naso nella politica interna americana. Off the records, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha interesse a lavorare contro la rielezione di Barack Obama e per favorire quella di Mitt Romney. Su tutto c’è la questione iraniana (ieri il premier israeliano ha rilasciato una importante intervista al giornale tedesco Bild sottolineando la necessità dei sottomarini di Berlino in chiave anti Teheran). Sulle centrifughe nucleari di Teheran, Mitt Romney non ha nascosto di avere una linea più interventista e oltranzista rispetto a quella di Obama. Come ha rivelato il New York Times, l’amicizia fra “Bibi” e il candidato repubblicano risale addirittura al 1976. In particolare al sedicesimo piano della Boston Consulting Group, dove entrambi furono assunti come corporate advisers. Quando, tra il 2003 e il 2007, Mitt era governatore del Massachusetts e Netanyahu ministro delle Finanze, gli incontri tra i due nella casa di Netanyahu a Gerusalemme divennero una prassi. Quando Romney diventò governatore, Netanyahu, esperto in privatizzazioni e liberalizzazioni, lo aiutò a riformare il big government. E quando Netanyahu ha dovuto incoraggiare i fondi pensione americani su come disinvestire con chi fa business con l’Iran, è stato Romney a dirgli chi incontrare a Washington. E non a caso, per citarne uno, fra i consulenti di Romney c’è Dan Senor, opinion maker israeliano, l’autore del bestseller “Israel – Start up nation” scelto da George W. Bush per accompagnarlo in visita a Gerusalemme per il sessantesimo anniversario d’Israele. Adesso c’è anche un fiume di denaro che finanziatori ebrei vicini a Netanyahu stanno riversando nelle casse di Romney. Alcuni giorni fa il candidato repubblicano ha incontrato in Nevada Sheldon Adelson, già sostenitore dell’ex rivale di Romney, Newt Gingrich. Ottavo uomo più ricco d’America, con una fortuna personale stimata in quasi venticinque miliardi di dollari, proprietario del casinò di Las Vegas Venetian, il miliardario Adelson è uno dei big player della politica americana. Detesta Obama, che secondo Adelson “vuole distruggere Israele”. Così sta cercando di portargli via voti ebraici preziosi per la rielezione, specie in Florida. L’ultimo sondaggio Rasmussen vede una perdita per Obama del dodici per cento dei voti ebraici alle prossime presidenziali (67 per cento contro il 78 del 2008). Sarebbe la percentuale più bassa di sempre di voti ebraici per un candidato democratico. Costretto su una sedia a rotelle da una grave malattia, Adelson fonda la propria influenza politica sul fatto che è il principale finanziatore del premier israeliano Netanyahu. Adelson finanzia l’Aipac, il centro studi di Washington che ha criticato le posizioni obamiane sul medio oriente. Adelson è il proprietario di Israel Hayom, il più popolare giornale d’Israele e la voce della destra governativa di Netanyahu. Adelson è un avversario della soluzione “due stati per due popoli” sulle linee del 1967, che invece Obama promuove da tre anni. Adelson finanzia centri studi di destra come l’Institute for Strategic Studies, dove ha lavorato l’attuale ambasciatore israeliano a Washington, Michael Oren, e siede Nathan Sharansky, ex dissidente sovietico del partito di Netanyahu. Oltre ai soldi di Adelson, a Romney sono arrivati anche quelli di Irving Moskowitz, miliardario ebreo americano che ha appena stanziato fondi per il centro conservatore American Crossroads di Karl Rove, l’ex chief of staff di George W. Bush che adesso lavora all’elezione di Romney. Amico e storico patrocinatore di Netanyahu, l’anziano Moskowitz è un super militante sionista che finanzia insediamenti ebraici in Giudea, Samaria e Gerusalemme est. Se non bastasse, c’è anche la seconda moglie di Netanyahu, Fleur Cates, che ha lavorato nel fondo Bain Capital. Quello a cui Romney deve la propria ricchezza.
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