" La palestinolatria nazista "
di Giulio Meotti
(Traduzione dall'inglese di Yehudit Weisz)
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/11734#.T8kVOmDLvoA
Giulio Meotti, Yasser Arafat
Le generazioni future si chiederanno come l’OLP, una delle peggiori organizzazioni criminali del XX secolo dal punto di vista ideologico, insieme con Al Qaeda, Pol Pot, le SS e gli ayatollah iraniani, sia stata in gradodi ottenere fama e sostegno a livello mondiale , nonostante la sua barbarie anti-semita proclamata con orgoglio.
E' sufficiente leggere i rapporti presentati la settimana scorsa dall'indispensabile Palestinian Media Watch, il gruppo di monitoraggio fondato da Itamar Marcus, a cui dovrebbe essere conferito il Premio Nobel per la Pace.
In un programma per bambini di una TV Palestinese, una ragazzina dice che cristiani ed ebrei sono “inferiori” ai musulmani, mentre il quotidiano ufficiale palestinese, Al-Hayat Al-Jadida, stava proclamando la distruzione di Israele: “Vi ricordiamo, la Palestina tutta. Voi siete presenti dentro di noi ... fino al nostro ritorno, oh Haifa, Acco e Giaffa, tutta la Palestina storica ... e tutti quelli che ci vivono provvisoriamente (gli israeliani) andranno via ... Che la loro (israeliana) indipendenza collassi, e possa la Palestina tornare in vita ".
Traduzione: Vorremmo far diventare il Mar Mediterraneo rosso di sangue ebraico.
Nel 1981, il defunro filosofo ebreo Emil Fackenheim, che è stato etichettato come un eroe della sinistra, ha scritto un commento sul Globe and Mail: “Il Manifesto dell’OLP può essere modificato solo da una maggioranza dei due terzi. Non si è mai fatto alcun tentativo per modificarlo. Nell’assassinare i dissidenti al proprio interno, l'Olp non fa altro che rispettare il documento a cui si era impegnata. Se questo è ciò che fa al suo popolo, si può immaginare che cosa potrebbe fare agli israeliani, se mai ci fosse debolezza da parte di Israele o follia da parte del mondo ".
L’OLP farebbe la pace se Israele restituisse più territori?
La risposta sta nel Manifesto palestinese del 1968, che contiene caratteristiche incredibilmente in comune con il Manifesto nazista formulato nel 1920.
Quello dell’OLP non è il manifesto di una fazione impazzita, ma è l’essenza dominante del movimento palestinese (il manifesto di Hamas suggerisce un inferno persino più tetro).
Israele sta diventando un paese di “pragmatici”, per i quali l’ideologia conta assai poco. Ma l’ideologia è la chiave più importante per comprendere le radici dei conflitti.
30 articoli su 33 del Manifesto dell’OLP, direttamente o indirettamente, incitano all’uso della violenza contro gli ebrei, come l’articolo 9, che dichiara: “La lotta armata è l'unico modo per liberare la Palestina”.
Il documento affronta temi di morale e di pratica, giuridici e militari, tutti convergenti nella negazione dell'esistenza dello Stato di Israele, in qualsiasi forma o dimensione. La Carta rifiuta l’idea che gli ebrei abbiano qualche “legame storico o religioso” alla terra, poiché “l'ebraismo, essendo una religione, non è una nazionalità indipendente”.
Se la Carta dell'OLP dice che la “Palestina” è una parte “indivisibile” del mondo arabo, il manifesto nazista aveva proclamato l’unione di “tutti i tedeschi” in Europa.
Se gli arabi palestinesi dichiarano annullata e abrogata la Dichiarazione Balfour, i nazisti avevano detto lo stesso del Trattato di Versailles.
Se lo Statuto dell’ Olp è definito come “non suscettibile di modificazioni” (non è mai stato modificato, neppure dopo Oslo), la Carta nazista era stata dichiarata “immutabile”.
L’Articolo 6 dell’OLP dichiara: “Gli ebrei, che risiedevano normalmente in Palestina fino all’inizio dell’invasione sionista (di solito datata alla metà del 19 ° secolo), saranno considerati palestinesi”. In altre parole, il 98 % della popolazione ebraica israeliana esistente deve essere cacciata. O uccisa.
Come il nazismo, il Palestinismo non è un’ identità nazionale, ma è un costrutto ideologico sviluppato come un ordine del giorno all’insegna del crimine, sin da quando l’OLP fu costituita nel 1964.
Il manifesto palestinese proto-nazista afferma che la “personalità palestinese è un’innata, persistente, caratteristica che non scompare. . . che si trasferisce di padre in figlio “(n. 4).
E cosa sarebbe successo se tutti i palestinesi fossero emigrati o fossero diventati rifugiati dalla propria terra? Essi apparterrebbero ancora alla “Palestina” insieme ai loro discendenti maschi. Per sempre. Questo è come il nazista “Drang Nach Osten” (“Spinta verso l’Est”) e “Blut und Erde” (“Sangue e Terra”).
“Come i nazisti cercarono di costruire un “Lebensraum”(“Spazio vitale”) ariano sulle macerie dell’ Europa, i palestinesi sognano un “Lebensraum” arabo sulle rovine di Israele”
Il Palestinismo è un’ideologia primitiva che ha il sapore delle accuse del sangue di stile anti-semita medievale. Essa vede gli ebrei “espropriare”e “inquinare” una Palestina “archetipica”.
E’ un tipo di costrutto eugenetico secondo cui “le specie autoctone”che hanno origine in un determinato luogo, ne fanno parte integrale per sempre.
Di conseguenza, la “colonizzazione” degli israeliani minaccia l’ambiente arabo “originale”. Hanno convinto il mondo con questa orribile bugia. Ecco perché ogni giorno leggiamo i rapporti che accusano Israele di “guerra ecologica”, “deforestazione”, “erosione dei terreni agricoli”, “cementificazione da parte dei coloni”, “architettura di occupazione” o “esproprio” della terra araba.
E’ la Palestinolatria nazista. Si tratta di un’utopia che non cerca solo un ulteriore ritiro israeliano, ma lo sradicamento finale di Israele.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.