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Il Giornale Rassegna Stampa
04.06.2012 Chi ama e rispetta la vita umana ama Israele
commento di Magdi C. Allam

Testata: Il Giornale
Data: 04 giugno 2012
Pagina: 14
Autore: Magdi C. Allam
Titolo: «Sostenere l’esistenza d’Israele è un atto d’amore per la vita»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 04/06/2012, a pag. 14, l'articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo "Sostenere l’esistenza d’Israele è un atto d’amore per la vita".


Magdi C. Allam, Valentina Colombo, Nili Harpaz


Re Davide di Marc Chagall

Nella mia vita ho fatto lo stu­dente, il centralinista, il ca­meriere, il portiere d’al­bergo, il traduttore, il giornalista, lo scrittore, il politico e, per la pri­ma volta, debutterò oggi in Israele come autore di un testo poetico composto in fantasia lirica dal ma­estro Nili Harpaz. Si tratta di «A Da­vide », la dedica che feci al più pic­colo dei miei tre figli nato nel 2007, nel libro «Grazie Gesù» pubblica­to nel 2008 dopo la mia conversio­ne dall’islam al cattolicesimo. Da­vide e Israele hanno in comune l’amore per la vita. Entrambi sono riusciti a sconfiggere la minaccia della morte perpetrata da un nemi­co che avrebbe voluto che non ve­dessero mai la luce, riuscendo a re­alizzare il miracolo di un riscatto che coniuga la dimensione del do­no trascendente con l’inflessibile volontà di vivere. Una scelta di vita che David Ben Gurion, il presiden­te che il 15 maggio del 1948 annun­ciò la nascita dello Stato del popo­lo ebraico, ha così magistralmente descritto: «In Israele per essere rea­listi bisogna credere nei miracoli ». Ebbene anche Davide incarna un miracolo. Lo dico nei primi ver­si­della dedica elevata a fantasia li­rica: Sei il dono/ hai lottato con tut­to te stesso/ per radicarti nel grem­bo materno/ hai vinto piccolo Da­vide/ la battaglia della vita/ contro il Golia della morte/ regalando a tutti noi una nuova vita. Davide è un dono perché è so­pravvissuto a un aborto sponta­neo scoperto inaspettatamente quando mia moglie Valentina Co­lombo era al secondo mese di gra­vidanza e che la costrinse a restare pressoché immobile a letto fino al parto. Provo una sincera gratitudi­ne per Nili Harpaz per aver scelto di condividere, mettendo a frutto il suo genio creativo, la gioia im­mensa che Valentina e io abbiamo provato nel giorno della nascita di Davide. Nili, oltre a essere compo­sitrice e direttrice d’orchestra liri­ca di successo, è una cara amica che come me ama l’Italia.Frequen­ta spesso il nostro Paese, si è diplo­mata al Conservatorio di Santa Ce­cilia di cui ha diretto l’Orchestra sinfonica, mentre in Israele dirige l’Orchestra «Ensemble» che fe­steggia il ventesimo anniversario e si esibisce all’Auditorium comu­nale di Petah Tikva. Ed è in questa sede che oggi parteciperò alle 20,30 alla Prima mondiale della Fantasia lirica «A Davide», cantata dal soprano Keren Hadar. Saran­no presenti il sindaco di Petah Tikva, Yizhak Ohayon, e l’amba­sciatore d’Italia Luigi Mattiolo.
Sono sempre più convinto che nulla nella nostra vita accada ca­sualmente. Anche questa mia nuo­va visita in Israele, a cui mi sento particolarmente legato proprio perché incarna il valore della sa­cralità della vita sulla scena politi­ca internazionale essendo l’unico Paese al mondo di cui la totalità dei governi islamici disconosce il suo diritto ad esistere come Stato del popolo ebraico, avviene in un momento storico eccezionalmen­te critico che potr­ebbe rapidamen­te sfociare in una nuova guerra dal­le
conseguenze imprevedibili a causa del possibile uso della bom­ba atomica da parte del regime na­zi­ islamico degli ayatollah irania­ni. Per me il sostegno incondizio­nato al diritto all’esistenza di Israe­le, che mi portò nel 2007 a pubbli­care il libro «Viva Israele», corri­sponde alla salvaguardia del dirit­to alla vita di tutti, compresi i suoi nemici palestinesi, arabi e islami­ci, nella consapevolezza che que­sto diritto potrà avverarsi in modo compiuto e definitivo solo rimuo­vendo il pregiudizio nei confronti degli ebrei e di Israele che affonda le sue radici nel Corano e in Mao­metto, così come è legittimato dal­le ideologie islamiche e panarabi­ste.
Condivido la fondata preoccu­pazione degli israeliani per le con­seguenze dell’avvento al potere nell’insieme del Mediterraneo, dal Marocco allo Yemen, di regimi islamici integralisti ed estremisti. Il fatto che nel più grande Paese arabo, l’Egitto, il Parlamento sia egemonizzato per circa il 75% dai Fratelli Musulmani e dai Salafiti, in aggiunta al prevedibile succes­so del candidato dei Fratelli Musul­mani Mohammed Mursi alla Presi­denza
della Repubblica al ballot­taggio del 16 e 17 giugno, per Israe­le corrisponde alla fine di un accor­do di pace che aveva resistito solo a livello diplomatico ma che si è sempre scontrato con il boicottag­gio popolare. I Fratelli Musulmani hanno già preannunciato che sot­toporranno a referendum popola­re il Trattato di pace con Israele e l’esito negativo è scontato. In Siria i Fratelli Musulmani, che promuo­vono la rivolta armata insieme a gruppi terroristici di Al Qaida, so­no prossimi a far cadere il regime laico di Assad, grazie ad una scelle­rata strategia dell'Occidente suc­cube dell'ideologia dell’islamica­mente corretto. Anche in Giorda­nia i Fratelli Musulmani alzano sempre più la voce mentre in Liba­no gli estremisti islamici del­l’Hezbollah sono già al potere. Quella che i nostri politici e gran parte dei mezzi di comunicazione di massa continuano, a dispetto di ogni evidenza, a qualificare enfati­camente «Primavera araba», si ri­vela sempre più un tragico com­plott­o ordito dai Fratelli Musulma­ni con la folle complicità dell’Occi­dente votato al suicidio, che co­stringerà Israele a sferrare una nuova guerra per salvaguardare il suo legittimo diritto ad esistere.
Questa sera ascoltando con im­mensa gioia per la prima volta la Fantasia lirica «A Davide», un au­tentico inno alla vita, avrò presen­te che per Israele il diritto a esistere resta un traguardo da conquistare purtroppo anche con il ricorso ad una guerra, che io aborrisco per principio, per prevenire il nuovo sterminio del popolo ebraico. Solo se tutti noi sosterremo convinta­mente e concretamente il diritto di Israele all’esistenza e il diritto inalienabile alla vita di tutti i nostri Davide per porre fine al suicidio­omicidio demografico, noi salva­guarderemo la pace nel mondo e la sopravvivenza della nostra civil­tà che­si fonda sui valori non nego­ziabili alla vita,
alla dignità e alla li­bertà.
Viva Israele! Viva la vita!

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