Sul CORRIERE della SERA di oggi, 02/06/2012, a pag.55, un testo molto importante di Stépahne Courtois per capire come l'Europa negli anni '30 capitolò di fronte al nazismo. Avvenne grazie alla collaborazione della Russia sovietica, con il famigerato patto Molotov-von Ribbentrop. Il primo a collaborare fu il PCF, che accolse a braccia aperte i nazisti.
La storia si sta ripetendo, basta aggiornare i nomi. Al posto di Hitler c'è Ahmadinejad, al posto di Molotov e von Ribbentrop c'è la diplomazia di Obama, che benedice l'alleanza con i regimi musulmani, Turchia in testa.

Obama, il presidente che distruggerà l'Occidente
Inizia con una breve introduzione, redazionale,dal titolo:
"L'alleanza tra nazisti e sovietici"
Tra il 1939 e il 1941


Pubblichiamo una sintesi della relazione tenuta a Roma da Stéphane Courtois, curatore del Libro nero del comunismo, al convegno «L'Italia e il patto Ribbentrop-Molotov». Dal dibattito è emerso che l'Italia fascista s'impegnò in modo consistente nell'aiuto militare alla Finlandia durante la resistenza all'aggressione sovietica nell'inverno 1939-40. Ed è stato sollevato il tema di una residenza diplomatica a Roma che Mosca incamerò dopo l'annessione della Lituania e che è tuttora di pertinenza della Russia nonostante le rivendicazioni di Vilnius, che in altri Paesi occidentali ha ottenuto la restituzione di vari edifici in situazione analoga. Tra i relatori del convegno: Federigo Argentieri, Eugenio Di Rienzo, Ettore Cinnella, Pirkko Kanervo, Roberto Valle, Marek Kornat.
e segue con:
Stéphane Courtois: " I comunisti francesi e la svastica"
A Parigi nell'estate 1940 il PCF si offrì di appoggiare gli invasori

da sinistra: von Ribbentrop, Stalin, Molotov
Quando, il 10 maggio 1940, la Germania nazista lancia la sua grande offensiva contro la Francia, il Pcf è un partito fuorilegge, messo al bando dal governo di Parigi per la posizione disfattista assunta in seguito al patto Molotov-Ribbetrop tra l'Urss e il Terzo Reich. Il leader comunista Maurice Thorez, mobilitato per la guerra, ha disertato ed è fuggito a Mosca. Il 14 giugno i tedeschi entrano a Parigi, da cui la direzione clandestina del Pcf è fuggita. Alcuni quadri comunisti lasciati a Parigi pubblicano in forma illegale il quotidiano del partito chiuso dal governo, «L'Humanité clandestine». Il 15 giugno tre dirigenti comunisti, Jacques Duclos, Maurice Tréand ed Eugen Fried, arrivano a Parigi provenienti da Bruxelles. Hanno ricevuto dal Komintern direttive che raccomandano di approfittare della situazione per il ritorno alla legalità, in particolare della stampa, vettore privilegiato per la propaganda e l'organizzazione. Nei giorni successivi i comunisti avviano una trattativa con Otto Abetz, rappresentante di Hitler a Parigi e futuro ambasciatore presso il governo collaborazionista di Vichy, per ottenere il diritto di pubblicare legalmente «L'Humanité». (…) Il 27 giugno Robert Foissin, avvocato dell'ambasciata sovietica, consegna ad Abetz un memorandum che costituisce la base su cui verrebbe autorizzata la ripubblicazione legale del giornale del Pcf: «"L'Humanité" — si legge nel documento — dovrebbe prefiggersi: di operare al risanamento economico del Paese, esaltando la missione creatrice dei lavoratori, impegnandosi a sviluppare lo sforzo di produzione in tutti i campi, sia in quello dell'agricoltura, sia in quello dell'industria; di stimolare l'indispensabile opera di ricostruzione del Paese preconizzando misure da prendere contro le classi abbienti, combattendo l'egoismo capitalista responsabile della catastrofe che si è abbattuta sulla Francia; di essere al servizio del popolo e denunciare i responsabili della situazione; di denunciare le manovre degli agenti dell'imperialismo britannico che vogliono trascinare nella guerra le colonie francesi, e invitare i popoli delle colonie a lottare per la loro indipendenza contro gli oppressori imperialisti; di continuare una politica di pacificazione europea e difendere la conclusione di un patto di amicizia franco-sovietico che sarebbe il complemento del patto germano-sovietico, creando così le condizioni di una pace durevole». Il Pcf chiede inoltre la liberazione dei suoi militanti imprigionati e il ritorno al loro posto dei rappresentanti comunisti vittime della repressione, che hanno difeso, malgrado gli ostacoli, il patto germano-sovietico. Questo memorandum asseconda pienamente gli interessi dell'occupante nazista. Propone il rilancio della produzione, compresa quella degli armamenti, mentre i nazisti si apprestano a saccheggiare l'agricoltura e l'industria francesi. Propone di denunciare i governi che hanno guidato la guerra contro la Germania, giustificando così la politica dei nazisti. Propone di denunciare il generale de Gaulle e qualsiasi tentativo di resistenza francese ai nazisti. Propone di far insorgere i popoli dell'impero coloniale, il che può solo indebolire ancora di più la Francia, di impedire che de Gaulle trovi basi di resistenza e, a termine, di consentire ai tedeschi di fare del Nord Africa francese una loro base militare nel Mediterraneo contro gli inglesi. Giustifica totalmente l'alleanza germano-sovietica che sarebbe all'origine di una «politica di pacificazione europea»: distruzione della Polonia, guerra sovietico-finlandese e annessione di una parte del territorio finlandese da parte dell'Urss, occupazione da parte della Germania di cinque Paesi (Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Francia), annessione da parte dell'Urss di tre Paesi (Estonia, Lituania, Lettonia) e di due regioni romene (Bessarabia e Bucovina del Nord). In realtà, quello che Duclos e Tréand non sanno è che le proposte di Otto Abetz sono una manovra di vasta portata, controllata da Berlino, e che mira a due obiettivi: esacerbare i conflitti in una Francia completamente traumatizzata, al fine di indebolirla in maniera definitiva e impedirle di resistere, scagliando i rivoluzionari contro i nazionalisti; obbligare, restituendo la legalità al Pcf, i militanti comunisti a uscire dalla clandestinità per poterli reprimere più facilmente in caso di bisogno.
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