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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2012 Francia: come il socialismo-islamista apre le porte alla Sharia
Analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 giugno 2012
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Francia: come il socialismo-islamista apre le porte alla Sharia»

Francia: come il socialismo-islamista apre le porte alla Sharia
Analisi di Piera Prister

     La Francia oggi 

            

 Il futuro della Francia  

Piera Prister

Eurabia avanza nella Francia di Hollande che apre alla Turchia in Europa.
Qui, dagli Stati Uniti, guardiamo con grande attenzione alla Francia del neoeletto presidente François Hollande dove, dopo le recenti elezioni che lo hanno visto vincitore, avanza spavalda a gran passi la Shariah Law, con tre dicasteri che sono stati assegnati a ministri di origine musulmana:
Najat Vallaud-Belkacem, con doppia cittadinanza, francese e marocchina, e’ ministra dei Diritti delle Donne e portavoce del governo;
Kader Arif, di origine algerina, nominato Junior Minister for Veterans al Ministero della Difesa, sostenitore della Flottiglia, osteggia Israele ed e’ apertamente a favore di Hamas in Gaza;
Yamina Benguigui, cineasta di origine algerina, nominata Junior minister for French Nationals Abroad, al Ministero degli Esteri, la quale sostiene che i problemi causati dai musulmani in Francia sono causati dal razzismo francese piuttosto che dall’Islam.
Hollande e’ stato eletto con una stima del 93% dei voti musulmani che hanno fatto la differenza tra vittoria e sconfitta. La Francia codarda con le sue lacrime di coccodrillo, ha gia’ dimenticato la strage islamista e antisemita che ha causato quattro vittime, al grido di “Allah Abkar” alla scuola ebraica di Tolosa e l’assassinio di tre soldati francesi, stragi che in parte hanno favorito la vittoria di Hollande. Infatti gli elettori hanno premiato l’alleanza islamo-marxista tra socialisti e l’elettorato arabo e turco piu’ oltranzista che ha conquistato l’Eliseo.
I marxisti rinnegati senza vergogna hanno da tempo smesso di difendere i valori della Resistenza contro il nazismo e si alleano con i suoi eredi in kefia e croce uncinata che seguitano ad uccidere ebrei, persino teneri bambini. Sostengono il ritorno del burqa a scuola e in strada. Preferiscono allearsi con i discendenti arabo-palestinesi del gran mufti di Gerusalemme, alleato di Hitler, siano essi in foggia islamica o in abiti da professionisti come i Fratelli Musulmani che in Egitto stanno per prendere il potere.
Quegli stessi che erano gia’ forti ai tempi di Sadat che venne assassinato probabilmente proprio da loro, come asserisce Donald Rumsfeld, il ministro della difesa di George W. Bush, intervistato da Sean Hannity, perche’ Sadat era pronto a firmare la pace con Israele.
Ma l’effetto devastante della vittoria presidenziale di Hollande si vedra’ presto quando aprira’ le porte d’Europa alla Turchia di Erdogan, ad una Turchia islamista e negazionista del genocidio di un milione e mezzo di cristiani Armeni, (che Kemal Ataturk invece riconobbe nel 1926), dove vige un’unica religione di stato e dove lo stato si identifica nella moschea.
Una Turchia che non e’ piu’ quella illuminata e riformista di Ataturk, (1881/1938) padre della Repubblica Turca che aveva bandito il velo e che il prof. Bernard Lewis da storico imparziale, con grande capacita’ di penetrazione psicologica, cosi’ descrive nel suo libro, The Emergence of Modern Turkey del 1961 :


Kemal Ataturk was a man of swift and decisive action of sudden and often violent decision… he was in all things a man of immense will and abounding vitality. By his contemporaries he was often called a dictator and in a sense he certainly was…but his rule was very different from that of other men, in Europe and in the Middle East. An autocrat… dominating and imperious by temperament, HE YET SHOWED A RESPECT FOR DECENCY AND LEGALITY, FOR HUMAN AND POLITICAL STANDARDS, THAT IN ASTONISHING CONTRAST WITH THE BEHAVIOR OF LESSER AND MORE PRETENTIOUS MEN. HIS WAS A DICTATORSHIP WITHOUT THE UN-EASY OVER- THE- SHOULDER GLANCE, THE TERROR OF THE DOOR-BELL, THE DARK MENACE OF THE CONCENTRATION CAMP. Ataturk fu un uomo di grande volonta’ e vitalita’. Dai suoi contemporanei fu ritenuto un dittatore, e in un certo senso lo fu. Ma il suo governo e’ stato molto differente da quello degli altri dittatori in Europa e nel Medio Oriente. Era un autocrate … dominante ed imperioso per temperamento, tuttavia mostrava rispetto per la decenza e per la legalita’, per i valori umani e principi politici, in aperto contrasto con il comportamento degli altri uomini di potere di maggiori ambizioni ma di minori qualita’. La sua e’ stata una dittatura senza la paura di guardarsi alle spalle, o di sobbalzare nel terrore al suono del campanello della porta, o di sentirsi minacciati d’essere deportati in un campo di concentramento.

 Bernard Lewis ha descritto nella brevita’ di poche righe gli orrori delle dittature dello scorso secolo per arrivare conseguentemente a quelle del terzo millennio, finanziate dai petroldollari dei signori della guerra santa, e spalleggiate dalle ideologie marxiste che aprono alla Shariah prospettando alle masse il sol dell’avvenire dell’ingannevole concetto della ridistribuzione della ricchezza. I socialisti di Hollande devono essere molto confusi se atei come sono, pensano d’avere come alleati dei fanatici religiosi islamisti, dei negazionisti della Shoah che mirano alla formazione di uno stato teocratico.
Credono di farseli amici mentre quest’ultimi non perdonano chi si abbandona alle "mollezze" della vita occidentale, che per loro e’ sinonimo di una societa’ corrotta, votata alla decadenza.
Per giunta i marxisti, chiunque siano, veteromarxisti o postmarxisti hanno tradito gli ideali degli oppressi, da quando sono apertamente a favore degli oppressori, che sono uomini di potere che sgovernano e trucidano il loro stesso popolo.
La Francia e’ l’immagine di quello che sara’ forse l’America tra pochi anni, se seguita questo processo strisciante di fascinazione dell’Islam che ha portato alla Casa Bianca un presidente di origine musulmana -come Barack Hussein Obama, che sostiene i Fratelli Musulmani, che sono islamisti travestiti da moderati che qui negli Stati Uniti sono infiltrati nell’Islamic Society of North America, la potente ISNA, mentre la sinistra ci propina, senza che lo spettatore se ne accorga, la propaganda politica di programmi culturali su PBS, Public Broadcasting Service sulla Spagna turistica solo araba, magnificando la grandezza di quella civilta’ con immagini di moschee, minareti, monumenti ed edifici islamici. Nell’inserto di questa settimana del WSJ c’e’ una bella gigantografia che ritrae il neoeletto presidente francese abbracciato alla vita della sua compagna, Valerie Trierweiler, lei alta e statuaria in piedi, avvolta e stretta in un abito mozzafiato dalla profonda scollatura a cuore, lui seduto tutto allegro e sorridente- entrambi eleganti in abiti da sera. Sono i divi del momento che non si sottraggono alle luci della ribalta, e’ il loro momento, Hollande ha dichiarato in TV che “non gli piacciono i ricchi” pero’ mostra di volerli imitare nel loro stile di vita, altro che Liberte’ Fraternite’ Egalite’! George Orwell insegna. Cosi’ tra frac e papillon e abiti da sera all’Eliseo, e tra pugni chiusi e bandiere rosse sulle strade, la Francia saluta il ritorno del burqa, voluto da un governo in cui sono entrati a farne parte ben tre ministri di origine musulmana.
In aggiunta, la titolare del dicastero della Giustizia, e’ una ministra che si chiama Christiane Taubira, di origine guyanese, ha un titolo di studio in African-American Ethnology, ignora il diritto e la giurisprudenza, ma e’ militante della sinistra piu’ radicale, che gia’ s’e’ messa al lavoro perche’ le donne avvolte nel burqa possano di nuovo circolare in Francia. Ma quel mondo “borghese e perbenista” aborrito e contrastato dai marxisti che tanto si atteggiano o meglio si atteggiavano a pauperisti, che tanto gola fa a monsieur Hollande e alla sua compagna sofisticata che ama tanto la costosa moda occidentale anche un po’ troppo ose’, che e’ si’ una sua scelta ma che mal si concilia con il rigore del burqa.

La verita’ e’ che Hollande & Company, non vogliono difendere le donne musulmane dall’abuso perche’ vogliono far credere a tutti che il burqa sia bello, e che sia un indumento fascinoso che le donne si scelgono, non un indumento imposto da una societa’ repressiva che sancisce l’inferiorita’ brutale delle donne. L’ipocrisia di chi pretende d’avere virtu’ -mentre ha soltanto vizi- e’ espressa in tutta la malcelata arroganza del potere: il burqa vale per le donne reiette ma non per la Premiere Dame de France. Ancora una volta George Orwell insegna. Vive la France!

Note:
1)La ministra Najat Vallaud-Belkacem sostiene in Francia la lotta contro l’omofobia, illudendo i giovani come e' stato per l'ingenuo Vittorio Arrigoni che a Gaza pensava di trovare amici tra i palestinesi che l’hanno poi orribilmente trucidato.
2)Bernard Lewis descrive cosi’ la figura dello storico: deve scrivere la storia come avviene, quello che non gli e’permesso e’ di riscriverla rimaneggiando i risultati della ricerca storica con il proposito di servire ad uno scopo politico ed ideologico. Questo e’ un tradimento dell’etica dello storico. What is not permissible is shaping ones’s results in order to serve political or ideological purpose. That is a betrayal of the ethos of the historian. Notes On A century. (pag. 79).
3)) Per rendere piu’ familiare ai lettori italiani il prof.Lewis, si sottolinea che in “Notes On A Century” appena pubblicato, ci sono molti riferimenti autobiografici all’Italia e alla lingua italiana. L’autore tra l’altro, si e’ dilettato della lettura della Divina Commedia di Dante e de La Vita Militare di Edmondo De Amicis, nonche’ dei libretti di Rigoletto, I Pagliacci, The Barber of Seville. (pag.17). -

Piera Prister  


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