Riportiamo da NO PASDARAN l'articolo dal titolo "L'AIEA conferma le reali intenzioni dell'Iran: costruire la bomba atomica".
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http://nopasdaran2.wordpress.com/2012/05/29/laiea-conferma-reali-intenzioni-iran-costruire-bomba-atomica-nucleare/
E alla fine arrivò il nuovo report dell’AIEA confermando, se davvero ne avevamo bisogno, le reali intenzioni dell’Iran. Ancora una volta, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha provato la non pacificità del programma nucleare iraniano e ha dimostrato – numeri alla mano – che quello che il regime di Teheran persegue è il raggiungimento di un know-how che gli possa permettere di costruire diversi ordigni nucleari in poco tempo. Come avevamo preannunciato, quindi, il summit di Baghdad è stato un nuovo fallimento e ha permesso all’Iran di ottenere più tempo per le sue strategie diplomatiche e nucleari. Vediamo, però, nel merito cosa ha riscontrato il nuovo report dell’AIEA.
Il nuovo report dell’AIEA sull’Iran
Come dicevamo, il nuovo report dell’AIEA sull’Iran ha comprovato le reali intenzioni nucleari della Repubblica Islamica. Senza entrare in tecnicismi che poco sono comprensibili ai più, basti qui riportare i dati principali rilevati nel report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica: Teheran ha prodotto sinora nell’impianto di Natanz 6,196 Kg di U-235 arricchito al 3,5% e 145,6 Kg di U-235 arricchito al 19,75%. Secondo l’analisi fatta dall’Istituto americano ISIS – l’Institute for Science and International Security, un vero pilastro in materia – l’Iran ha già oggi un quantitativo di uranio che gli permetterebbe di costruire ben cinque bombe nucleari. Non solo: l’AIEA ha denunciato che l’Iran non ha interrotto i suoi lavori nell’impianto di Arak ove, secondo gli ispettori internazionali, Teheran starebbe lavorando con l’obiettivo di riprocessare l’uranio e di produrre un ordigno nucleare per mezzo dell’istotopo del Plutonio Pu-239. Dulcis in fundo, l’AIEA ha trovato tracce di uranio arricchito al 27% nell’impianto di Fordow, vicino alla città santa di Qom, ennesimo chiaro segnale della volontà di Teheran di portare avanti un programma nucleare non pacifico.
Le provocazioni di Teheran
Le aree di un cervello normale e quelle del cervello di Ahmadinejad
In ultimo, tanto per non farci mancare nulla, il regime iraniano è tornato a provocare il mondo con progetti pericolosi e false promesse. Teheran, infatti, ha annunciato la costruzione di due altre centrali nucleari (una seconda a Bushehr e un’altra nel Golfo Persico). In seguito, quindi, l’Iran si è rimangiato le promesse fatte al capo dell’AIEA Amano durante la visita di quest’ultimo a Teheran e ha dichiarato che non aprirà la base di Parchin agli ispettori internazionali. Infatti Fereydoun Abbasi, capo dell’Agenzia Atomica dell’Iran-AIOI, ha detto che non ci sono le condizioni per aprire la base militare di Parchin e che la Repubblica Islamica continuerà ad arricchire l’uranio al 20%, senza considerare le richieste della Comunità Internazionale. Insomma, per farla breve, l’Iran andrà avanti a modo suo, mentre la diplomazia americana ed europea continua a sperare in qualche cambiamento nei prossimi negoziati di Mosca (previsti per il 18-19 giugno).
Dieci anni di carcere per lo scienziato “eroe”
Shahram Amiri
Mentre scriviamo in Iran fioccano le condanne. Stavolta la magistratura iraniana colpisce Shahram Amiri, scienziato nucleare, a lungo considerato dall’Iran un eroe per aver denunciato di essere sfuggito ad un tentativo di rapimento da parte degli americani e dei sauditi nel 2010 (vedi il video). In realtà Amiri è uno scienziato nucleare che ha tentato di fuggire dall’Iran per riparare negli Stati Uniti, passando per La Mecca. Il regime, quindi, ha minacciato di colpire la famiglia e, conseguentemente, Shahram Amiri è tornato in Iran accolto, in maniera scenografica, come un rivoluzionario. Adesso Teheran gli serve il conto e condanna a dieci anni di carcere lo scienziato “eroe”. Una condanna che segna la fine di Amiri e della sua ridicola e tragica storia.
L’Italia aumenta le importazioni di petrolio dall’Iran
Al report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica-AIEA l’Italia, come buona parte della Comunità Internazionale, ha reagito in maniera dura. Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha chiesto a Teheran di fermare l’arricchimento dell’uranio e di rispettare le risoluzioni internazionali approvate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Non solo, da Torino arriva anche la notizia che la FIAT ha deciso di sospendere – attenzione, non terminare ma solo sospendere – i suoi rapporti economici con Teheran. Peccato che, mentre Terzi e Fiat condannavano, l’Unione Petrolifera annunciava che nel mese di Marzo 2012 l’Italia ha aumentato del 6% le importazioni di petrolio dall’Iran. Nuovamente, quindi, troppi fatti e poche parole. Anche a Roma, purtroppo, non hanno capito che portare avanti il doppio gioco sulla questione iraniana si risolverà in un grande fallimento per gli interessi di buona parte della Comunità Internazionale.