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La Stampa Rassegna Stampa
31.05.2012 L'ennesima gaffe di Obama
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 31 maggio 2012
Pagina: 17
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Gaffe di Obama su Auschwitz. L'ira di Varsavia: 'ignora la storia'»

Ennesima gaffe di Obama, questa volta nei confronti della Polonia. Lo riferisce Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 31/05/2012, a pag.17, con il titolo " Gaffe di Obama su Auschwitz. L'ira di Varsavia: 'ignora la storia' ".
Se ignora la storia, allora questo aiuta a capire la politica estera che ha imposto agli Usa. Pare però che le gaffe del presidente americano interessino poco i commentatori di casa nostra.  E' vero che tutto dipende da chi le commette, ma con Obama non si sta esagerando ?
Ecco la cronaca:

Barack Obama scivola sulla definizione dei lager nazisti e la polemica che ne consegue con il governo di Varsavia è talmente rovente da destare timori per le conseguenze elettorali che può avere negli stessi Stati Uniti. Lo scivolone del presidente avviene nella East Room della Casa Bianca. Obama sta consegnando la «Medal of Freedom» alla memoria di Jan Karski, il partigiano polacco che per primo durante la Seconda Guerra Mondiale portò a Londra e Washington la testimonianza diretta dei crimini commessi dai nazisti contro gli ebrei. L’intento di Obama è rendere omaggio ad un eroe della Polonia contemporanea ma riferendosi al campo di sterminio di Auschwitz, adopera la definizione di «campo della morte polacco». Quando ciò avviene a Varsavia è notte fonda ma la reazione è immediata e dura da parte del ministro degli Esteri, Radek Sikorski: «È una vergogna che una cerimonia così importante venga offuscata da ignoranza e incompetenza, da sempre noi polacchi tentiamo di far capire che i lager furono costruiti e gestiti dai nazisti che occupavano la nostra nazione». L’indomani mattina Tommy Vietor, portavoce della Casa Bianca, ammette l’errore e parla di «svista del presidente» che anziché «campo di morte polacco» avrebbe voluto dire «campo di morte in Polonia» ma il testo ufficiale del discorso non viene modificato su sito Internet. Il premier di Varsavia è infuriato. «Non possiamo accettare simili parole sulla Polonia anche se vengono pronunciate dal leader di una nazione alleata» afferma Donald Tusk, secondo il quale «affermare che i campi di concentramento erano polacchi significa dire che non vi è stata responsabilità da parte della Germania come di Hitler». È una tesi simile a quella di Abraham Foxman, presidente dell’Anti-defamation League (Adl), secondo il quale «la Casa Bianca ha fatto bene a scusarsi perché l’errore commesso dal presidente offende la Polonia e distorce la storia dell’Olocausto». La vicenda tocca da vicino «tutti i polacchi», e sottolinea Sikorski, riferendosi implicitamente anche ai milioni di connazionali che vivono in America e soprattutto negli Stati del Midwest, come Minnesota e Wisconsin, che potrebbero rivelarsi decisivi nelle elezioni di novembre.

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